Funerale

P. Franco Foini – Saluto – Duomo di Breno

23 gennaio 2012

 

Sono ancora vive in noi brenesi le immagini di quella semplice e solenne celebrazione di domenica 19 giugno quando abbiamo lodato Dio per il 50mo di sacerdozio di Padre Franco insieme a Padre Bruno e a don Valentino. Essi ci hanno aiutato a ripassare mezzo secolo di risposta alla Chiamata che per due di loro è risuonata in questa Comunità e certamente in questa chiesa. Hanno contribuito all’atteggiamento di ascolto e alla capacità di risposta la famiglia, il catechismo, la scuola, il clima di fede che si respirava in paese, nella Breno fiera di appartenere alla Chiesa cattolica, la grande famiglia di Gesù.

Questa Comunità oggi accoglie le spoglie mortali di Padre Franco per custodirle nella terra dei suoi genitori e dei sacerdoti che lo hanno cresciuto e accompagnato.

Custodiamo il suo corpo con l’animo proiettato al momento – che per ora è solo nel pensiero del Padre – al momento della sua trasfigurazione con la Risurrezione finale.

Questa salma aiuta la nostra memoriua ad allargare la finestra dei ricordi relativi al comboniano Padre Franco e a metterne a fuoco alcuni.

Ciascuno ha i propri.

Anch’io, brenese da soli 6 anni, ho ricordi collocati all’inizio del mio ministero sacerdotale nei lontani anni 70, quando ha cominciato ad intrecciarsi l’amicizia con P. Franco, amicizia che il tempo non ha cancellato né sbiadito. E il mio ricordo lascia emergere la sua impareggiabile capacità di calamitare l’attenzione di giovani e adulti, bambini e nonni, con il suo stile entusiasta, comunicativo, fluente, per niente stucchevole nel comunicare il Vangelo del Signore. Anche così egli manifestava e viveva quella passione missionaria per la quale era stato chiamato e si era formato e per la quale il suo organismo, in terra brasiliana, aveva riportato un danno che lo ha sempre accompagnato. Anche nella testimonianza che ci ha comunicato poco prima del giubileo sacerdotale ha lasciato trasparire quella che fu sempre la sua passione; aveva scritto «Finalmente ho capito che la missione non è solo andare, ma è uno status, un essere testimoni dove si è. …». Al termine della celebrazione giubilare di giugno, citando un proverbio brasiliano, ci ha aggiunto «il poco con Dio vale molto …» ed anche «siate felici di quello che siete…» … mi permetto di aggiungere … siate felici anche in un momento come questo che fa sentire i morsi di malinconia e di tristezza per il distacco provocato dal male e dalla morte, non solo accogliamo l’invito, ma ci sforziamo di fare nostra la sua propensione all’ottimismo.

Noi siamo quello che siamo anche grazie ai segni di bene, magari piccoli per come li abbiamo registrati, che il Padre Franco ha lasciato in ciascuno. E così come siamo, fiduciosi nella promessa di risurrezione, accogliamo la sua esortazione e ci sforziamo di assaporare un po’ di gioia quale pregustazione di quella che per lui imploriamo eterna.

E continuiamo a custodire il ricordo del sacerdote che ora affidiamo alla terra e soprattutto alla misericordia di Dio Padre, dicendogli Grazie di aver chiamato come collaboratore della Parola il nostro concittadino e fratello Franco.