Nel passo evangelico che troviamo nella Liturgia Eucaristica di oggi, (Gv 10, 11-18), il titolo che Gesù da a sé stesso, è il seguente: “Io sono il buon pastore”. E quanto è buono Gesù! Egli però è anche “Il pastore bello”. Infatti, se consideriamo le sfumature del termine greco kalòs e di quello ebraico tob da cui quello greco (usato nel vangelo) deriva, abbiamo questi diversi significati che parlano di: bontà, bellezza, e anche di dolcezza, vitalità, verità, santità, armonia e perfezione. Ecco allora che Gesù-Pastore si rivela come immagine di Dio Padre; immagine che presenta tutte le caratteristiche della sua realtà infinita. In Gesù- Pastore noi ne vediamo due in modo particolare: la bontà e la bellezza.

Ci chiediamo: Che cos’è che Gesù, Pastore buono e bello, ha fatto e fa per noi? Innanzi tutto, Egli ha dato la sua vita per il suo gregge, morendo sulla croce per tutto il genere umano. Ora è sempre pronto a dare la sua vita per la salvezza di chi si apre a Lui. E insistiamo nel dire che è solo Lui il vero pastore che offre la vita per le sue pecore, quelle che sono nel recinto e quelle che sono fuori. Gesù dice: “Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore”. Si. Gesù è l’unico pastore. Gli altri sono ladri, impostori e mercenari a cui non importano le pecore, così, quando c’è un pericolo, come il lupo che si avvicina, fuggono perché a loro non importano le pecore. Se poi personalizziamo l’affermazione che ci dice che Cristo si prende cura di tutte le pecore, allora possiamo sentire la voce di Gesù che dice: “Tu sei importante per me, tu mi importi e mi prendo cura di te, come se fossi l’unica persona al mondo di cui devo interessarmi!”. Com’è stupenda per ciascuno di noi la scena dell’intervento di Gesù che in una notte di tempesta interviene per dare pace agli apostoli spaventati. Non interviene a parole, ma placando il mare, facendo cessare il vento. Fa questo anche per ogni persona che si apre a Lui: placa il mare e fa cessare il vento che agitano la sua vita.

Se tutto ciò che abbiamo ascoltato non fa sussultare i nostri cuori di gioia e gratitudine, mi pare che il motivo sia questo: la nostra fede è debole, ed è importante chiedere al Signore che accresca la nostra fede perché abbiamo a renderci conto della sua presenza e della sua azione nella nostra vita. Cari fratelli e care sorelle che mi leggete o ascoltate, con umiltà e con sincerità dico che se dubitassi dell’amore del Signore sempre all’opera nel mio pellegrinaggio missionario per darmi pace ed energia, sarei un suo discepolo timido e vile. Infatti, Egli è stato sempre attivamente presente nella mia vita. E agendo per il mio bene, il Signore mi ha sempre chiesto di esprimere la mia gratitudine, facendo della mia esistenza un dono a gloria del Padre e per il bene di tutti. Spesso chiedo perdono se non ho fatto abbastanza, e lo ringrazio ogni giorno per l’energia mi ha dato e continua a darmi.

Prima di concludere, tutti insieme ci chiediamo: come dire grazie al Signore, Pastore buono e bello, per tutto ciò che fa per noi, anche quando non capiamo la sua azione, e Lui ci sembra assente e non tanto interessato in ciò che ci capita e in ciò che soffriamo? Due cose estremamente importanti:

Prima cosa: pregare continuamente, chiedendo al Signore: “Signore, fa che abbiamo a conoscerti sempre meglio, fa che abbiamo a seguirti sempre più da vicino, e fa che abbiamo ad amarti sempre più teneramente. Fa che abbiamo ad essere sempre in ascolto della tua voce di Pastore buono e bello”.

Seconda cosa: impegnarci continuamente per diventare sempre più dono agli altri in famiglia, in comunità, nella Chiesa e nel mondo. Ricordiamo sempre che dare la propria vita, sull’esempio del pastore buono e bello, è l’unico modo per trovare piena contentezza e pace.

Termino con un’altra provocazione che rivolgo a me stesso e a ciascuno di voi che mi ascoltate o leggete:

  • Il Signore nutre i suoi seguaci con la sua Parola e con l’Eucarestia. Ascolto la sua Parola e ricevo il suo Corpo spesso? O vado avanti fidandomi delle mie forze?
  • C’è un aspetto della mia vita che deve essere sanato da Gesù? Sono disposto a chiedergli di intervenire anche se il suo intervento mi causerà sofferenza?
  • Gesù mi chiama ad essere buon pastore di chi nella mia famiglia, tra i miei amici e nella comunità ha bisogno di me. Sono consapevole di questa chiamata? Chiedo a Gesù la forza di essere buon pastore con cura amorevole?

Dio ci benedica dando a tutti vita in sommo grado.

 

                                                                                                Giovanni Taneburgo

                                                                                           Missionario Comboniano