8.565 le persone migranti morte lungo le rotte migratorie in tutto il mondo nel 2023. Un numero record. Il più alto mai registrato prima. Un numero in crescita del 20% rispetto al 2022, quando le vittime migranti erano state 7.141.

A dirlo il progetto Missing Migrants dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) che tiene l’inarrestabile conta dal 2014, dall’indomani dei due devastanti naufragi che avvennero a largo delle coste di Lampedusa.

Numeri che ovviamente sono approssimativi, che si basano sulle morti confermate e non conteggiano quelle incerte, non pervenute. «Tante persone scompaiono nel nulla e non sempre è possibile raccogliere i dati». Morti invisibili di cui spesso rimangono solo le imbarcazioni che galleggiano, barchini capovolti senza che si sia a conoscenza di quante fossero le persone a bordo.

Più della metà di queste 8.565 persone sono morte per annegamento, il 9% è deceduta in incidenti stradali, il 7% è stata vittima di violenza.

Nel 2023 si sono contate 1.866 morti in Africa, soprattutto nel Sahara e nell’Oceano Atlantico, in direzione dell’arcipelago spagnolo delle Canarie, e 2.138 in Asia.

Il mare Mediterraneo si conferma la rotta più letale: complessivamente qui sono state conteggiate 3.129 vittime. Più dell’80% del totale delle persone migranti è scomparso lungo la rotta centrale, quella che da Tunisia, Libia e, in misura minore, Algeria punta verso le coste italiane. In totale sono stati 2.500.

In totale il Missing Migrants Project riferisce che sono più di 63mila le persone morte lungo le rotte migratorie in questi dieci anni di monitoraggio. 63.719 le vittime accertate dal 2014.

Redazione di Nigrizia