Padre Giovanni Taneburgo

 

Per prepararci alla nostra riflessione sulla Parola di Dio che abbiamo nella Liturgia Eucaristica di oggi, facciamo nostra la colletta di questa trentesima domenica del tempo ordinario: “O Dio, che sempre ascolti la preghiera dell’umile, guarda a noi come al pubblicano pentito, e fa che ci apriamo con fiducia alla tua misericordia, che da peccatori ci rende giusti”.

Oggi, in comunione con tutta la Chiesa, celebriamo la ‘Giornata Missionaria Mondiale’, e così, con spirito di fraternità universale proprio di tale giornata, chiediamo per tutte le nostre sorelle e i nostri fratelli che abitano questo mondo, ciò che abbiamo chiesto per noi: che aprendosi alla misericordia di Dio, abbiano a trovare pace e salvezza. Quante volte, soprattutto negli ultimi mesi scorsi, mi sono chiesto: perché così tanti sono chiusi nel loro piccolo mondo senza aprirsi a Dio per contemplare il suo volto luminoso di Padre che ama tutti, e senza aprirsi agli altri per vivere e operare in comunione con loro? E come possono tanti altri spendere le loro energie per distruggere vite umane e preziose strutture  mediante guerre diaboliche e approvando e sostenendo soprusi e ingiustizie in nome di Dio? Sono cose che mi disturbano creando in me grande indignazione, così come la creano in papa Francesco e in chi accoglie i suoi messaggi e il suo operare di pace e di amore universale.

Celebrare la Giornata Missionaria Mondiale dovrebbe essere per noi un’occasione privilegiata per rinnovare il modo del nostro pregare perché, come dice la prima lettura di oggi, la nostra preghiera abbia ad attraversare le nubi, sia ascoltata da Dio e trasformi i nostri cuori così da essere operatori di pace e di giustizia; e, secondo l’invito di Paolo nella seconda lettura, chiediamo la grazia che non abbiamo mai a scoraggiarci nel fare il bene, servendo tutti con generosità e con umiltà. Che Dio liberi noi e l’intera Chiesa da ogni sentimento di superiorità, di orgoglio e di privilegio, e liberi tutti dall’abitudine di giudicare. Il passo evangelico ci fa capire che alla presenza di Dio, non possiamo vantarci di nulla, e non possiamo fondare la nostra sicurezza su noi stessi e sulle nostre opere perché, come tutti, abbiamo le nostre fragilità e le nostre pecche, e siamo bisognosi di salvezza, di perdono, di guarigione nel nostro intimo. Per tutto ciò, la nostra sicurezza viene da Dio e soltanto da Lui.

Il tema scelto da Papa Francesco per la Giornata Missionaria Mondiale 2022, è preso dal colloquio di Gesù con  i discepoli, prima di ascendere al Cielo: “Di me sarete testimoni”. “Questo tema, dice il Pontefice, ci aiuta a vivere il fatto che la Chiesa è per sua natura missionaria”. Dobbiamo capire che tutti siamo chiamati ad essere missionari, persone impegnate nel portare il Vangelo al mondo intero, e testimoni di Cristo che tenengono presente il carattere comunitario della testimonianza a Cristo. La motivazione per tutto questo è l’amore di Gesù che abbiamo ricevuto nel Battesimo e che ci spinge verso gli altri, verso i confini della terra, testimoniando Cristo con parole e opere.  L’energia di cui abbiamo bisogno per essere testimoni di Cristo, ci viene dallo Spirito Santo. Con le nostre sole forze potremmo fare poco o niente.

Cari amici e amiche, tutto ciò che è stato detto e che avete ascoltato, non è affare di parole campate per aria. In comunione con Papa Francesco, ho parlato della chiamata che abbiamo ricevuto nel Battesimo che ci ha resi testimoni, missionari di Gesù Salvatore. Che la Madonna interceda per noi perché abbiamo a darci una regolata per uscire dalla nostra tiepidezza  e prendere seriamente il Vangelo vissuto con coerenza e generosità.

P. Giovanni Taneburgo
Missionario Comboniano