Figli di nessuno che noi siam…” cantavano e cantano ancora gli alpini, ma non è vero, perché un padre e una madre li abbiamo tutti. In primo luogo siamo tutti figli di un Unico Padre che ci ama e che spesso da parte nostra distratti e in tutt’altre faccende affaccendati, dimentichiamo. Sono figlio di una ragazza madre e sarà per questo che sono particolarmente sensibile alla vita e al destino delle ragazze madri e dei loro figli.

La vita tradizionale delle tribù e delle famiglie in questo grande angolo nel cuore dell’Africa, sta cambiando rapidamente a causa di diversi fattori tra cui, le guerre, le novità culturali, l’influenza delle mode occidentali e dei mass media, e via dicendo. Benché ci siano ancora bravi giovani che credono nel matrimonio, anche come sacramento e si sposano, oppure si mettono assieme seguendo le tradizioni tribali, è in netta crescita il fenomeno delle “ragazze madri”. Non so se il termine “fenomeno” sia il più adatto, o non sia meglio parlare di “moda” o di “epidemia”. Il problema è salvare la dignità dei figli e delle mamme. In questa realtà chi ne fa le spese sono le ragazze, le loro mamme e le nonne, senza dimenticare i figli che porteranno il segno della mancanza di un padre, per tutta la loro vita. I giovani dopo essersi presi gioco delle ragazze, seguono l’esempio di Pilato e si “Lavano le mani” scaricandosi di ogni responsabilità. Non basterebbe tirar loro le orecchie ma dovrebbero essere obbligati a prendersi cura dei figli. Prendo qualche esempio di quanto succede ai nostri giorni. (Per garantire la “privacy” cambio tutti i nomi delle persone interessate).

Nonna Rosetta è una cristiana convinta e impegnata, buona mamma (pluridecorata da figlie e figli), altrettanto buona nonna e brava catechista, molto impegnata anche nell’attenzione per ammalati e poveri. E’ una dei pilastri della parrocchia, servizievole e disponibile a tutto campo. Suo marito, che era catechista responsabile della comunità cristiana di un villaggio è morto da qualche decennio. La sua è una famiglia con sane tradizioni.

Rosetta nonna ha ben trentadue nipoti. Come in tante altre famiglie sta succedendo un cambio epocale di tradizioni e costumi tribali, che erano ben solidi, e che stanno andando a catafascio. Rosetta si trova confrontata con il problema delle figlie e nipoti iscritte nell’albo delle “ragazze madri” senza sapere chi siano i “ragazzi padri illegittimi”. In questo periodo si mette le mani nei cappelli perché a casa ha ben cinque nipoti e una figlia in dolce attesa. La figlia è già madre da diversi anni di un ragazzo diciottenne e di una ragazza quindicenne, quest’ultima, incinta a sua volta.

Meno di una settimana fa, mentre mamà Rosetta era in servizio in parrocchia, Teresa la maggiore delle nipoti in gravidanza si trovava sola in casa, ha partorito una bimba sulla nuda terra. Con un parto fuori dal comune e senza la dovuta igiene, la piccola manifestava problemi respiratori. Le altre cugine allarmate e accorse in aiuto hanno chiamato la nonna, la mamma e una ostetrica che ha salvato la situazione inviando Teresa e la neonata nel primo dispensario. Dopo tre giorni mamma e piccola sono ritornate a casa.

Anche Lory è una ragazza madre, già sui quarant’anni con un solo figlio ormai ragazzo a suo carico. Il padre illegittimo chissà dove si è imboscato e Lory non ha nessuna intenzione di rivelarne il nome. Si è arrangiata a far crescere il figlio fin dalla nascita, con amore, attenzione e dedizione senza ricercare o esigere la presenza del padre. Riesce non solo a gestire la sua vita e quella del figlio, ma anche ad avere un buon lavoro e ad essere cristianamente molto impegnata in parrocchia, diventando perno di molte attività. Posso dire che è una ragazza madre per scelta e “ben riuscita”.

Cosa dire di Kavira che, oltre continuare la sua opera di “ragazza madre”, é ormai anche “nonna madre”. Da tempo ha lasciato la prima nidiata di figli in eredità alla nonna. Quest’ultima, poveretta, deve arrangiarsi a mantenerli, vestirli, curarli e farli studiare. Kavira, che ha anche problemi con qualche leggero handicap, è emigrata in una città del est della RDC ai confini con l’Uganda probabilmente mettendo su nuova famiglia con un “ragazzo padre di una certa età”. Non saprei dire quanti nuovi figli stanno avendo. Il primo figlio, già grandicello lo ha mandato dalla nonna che vede aumentare la famiglia e che deve sbrogliarsela per tirare avanti la baracca.

La sua prima figlia di Kavira, Berthe, è già una ragazza sopra i vent’anni e lavora in una “carriera”, cioè cercatrice di fortuna tra i cercatori d’oro delle miniere (dette appunto “carriere”). Da un bel po’ non viene dalla nonna e non si va vedere. Mi dispiace per lei che di per se è una buona e bella ragazza, che potrebbe trovare un bravo compagno e metter su famiglia, e che invece, come succede in questi casi, rischia a suo turno di seguire le orme della mamma e di ritornare a casa con figli e con seri problemi di salute.

E’ un po’ che non vedo Madò, che nella classifica di Kavira è la seconda figlia. Timida e riservata, ha un braccio rattrappito dalla nascita che non può usare. Anche lei, come sua mamma, è entrata nella categoria delle giovanissime “ragazze madri”. Nonostante le sue condizioni è una buona mamma per il suo figlio ed è preziosa per la nonna perché svolge con grinta i lavori di casa e dei campi. E’ lei che tiene in squadra gli altri tre fratellini minori, alleggerendo il carico della nonna. Tra questi primi due c’era un altro fratellino che la malaria e la forte anemia hanno portato in Cielo.

La nonna abita a poche decine di metri dalla parrocchia e come tante donne di una certa età, anche lei non ha grandi possibilità e attende con ansia il ritorno della figlia. Kavira dal canto suo sa cavarsela perché nonostante i suoi problemini fisici ha il carisma della predicazione nel sangue…incanterebbe anche i serpenti. In caso di necessità sa mostrare i denti per difendersi. Peccato che i denti siano piuttosto malmessi e che non conoscono lo spazzolino e dentifricio. Hanno tanto tartaro da essere una miniera d’oro per i fortunati dentisti. Nonostante questo riesce a sfoggiare anche qualche bel sorriso. Non si sa quando Kavira ritornerà per rivedere i suoi figli e dare una mano alla sua mamma.

Nella missione di Rungu, con l’aiuto di una brava insegnante, anche lei iscritta al albo delle ragazze madri, abbiamo dato vita alla AFED (Association Femmes en difficultés) per le ragazze madri con iniziative di aiuto reciproco, di sostegno nelle difficoltà, di formazione per l’educazione dei figli, e di educazione alla vita per loro stesse. Non mancava il sostegno spirituale essendo tutte cristiane convinte e spesso anche impegnate in parrocchia. Non so se l’Afed continua a esistere ma sono convinto che iniziative simili di sostegno alla vita siano importanti e aiutino le ragazze ad essere coscienti dei loro diritti e doveri, unite tra loro nella difesa di se stesse e dei figli.

Mi auguro che ci sia qualche congregazione femminile, o qualche associazione di brave e sante mamme, che avendo a cuore la situazione delle ragazze madri siano capaci di trovare nuove idee per dare loro l’aiuto e la formazione necessaria per affrontare i loro problemi e garantire ai figli una crescita equilibrata e senza traumi. Sarebbe bene che congregazioni e associazioni alzassero la voce per richiamare i padri degeneri al loro doveri e scuotere le autorità civili e perché no, anche ecclesiastiche a trovare nuovi modi d’intervenire efficacemente nei confronti dei padri menefreghisti.