Nel Corano (libro sacro dei Musulmani) si narra che anche Maometto è salito al cielo, in groppa a Buraq (= lampo), un cavallo alato dal volto di donna. Dopo aver fatto tappa a Gerusalemme, sarebbe arrivato, attraversando sette cieli, al trono di Dio, che gli avrebbe consegnato il Corano. Ma queste sono immaginazioni di Maometto. Il cavallo Buraq (!?) ne è la prova.
Nel Nuovo Testamento si parla dell’Ascensione di Gesù (= ne parlano esplicitamente Marco, Luca e gli Atti). Pierre Benoit, della Scuola Biblica di Gerusalemme, ci dà delle precisazioni a proposito dell’Ascensione. E’ la tappa glorificante del Cristo, distinta dalla risurrezione e dall’essere Gesù il Logos, preesistente in Dio (Giovanni 1, 2). Prima di vivere sulla terra, Gesù era presso Dio come Figlio, come Verbo, come Sapienza. Quindi la sua ascensione al Cielo non è stata soltanto il trionfo di un uomo elevato alla dignità divina, ma il ritorno al mondo celeste da dove era venuto.
Il racconto dell’Ascensione si trova presentato nel Vangelo di Luca (Luca 24, 50–53) e soprattutto, e in maniera più ampia, all’inizio del libro degli Atti degli Apostoli (Atti 1, 1-11). Il Vangelo di Matteo non parla dell’Ascensione di Gesù, ma piuttosto della sua esaltazione, che è la stessa cosa (Matteo 28, 16-20).
La festa dell’Ascensione si celebra 40 giorni dopo la Pasqua. Il significato della cifra 40 nella Bibbia è quello di un tempo favorevole, un tempo compiuto, un’esperienza forte della presenza del Signore. Per ragioni pastorali (almeno in Italia), invece del quarantesimo giorno (sarebbe il giovedì 9 maggio 2024), la Chiesa celebra il quarto momento del Mistero Pasquale (= l’Ascensione) la domenica successiva. Allora anche la Pentecoste si celebrerà domenica prossima ((= 19 maggio 2024).
Il Vangelo di oggi (Marco 16, 15-20) rappresenta la finale del secondo Vangelo, ma non è di Marco. E’ un’aggiunta. La comunità cristiana ha ritenuto opportuno aggiungere una pericope, come per dare più uniformità con gli altri due Vangeli sinottici, narrando compiutamente l’Ascensione di Gesù e la Missione universale degli Apostoli. Ma forse Marco (ponendo fine al suo testo a Marco 16, 8) voleva sottolineare l’importanza di considerare il Cristo Crocifisso come il Risorto. Non si deve pensare la risurrezione del Signore come una semplice glorificazione, ma come la risurrezione di quell’uomo di Nazareth condannato, maltrattato, flagellato, ucciso sulla Croce e sepolto nella tomba nuova, divenuto il vincitore del peccato, della morte e dell’inferno. Comunque questa pericope è ispirata. E’ stato il Concilio di Trento (1545-1563) a definirlo solennemente.
L’Ascensione del Signore non separa Gesù dalla vita dei discepoli, ma Egli dona loro una energia e una forza straordinaria. Così si è espresso il Cristo, prima di salire al cielo dalla cima del monte degli Ulivi: “Riceverete la forza dello Spirito Santo che scenderà su di voi, e di me sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino ai confini della Terra” (Atti 1, 8).
Domenica prossima, festa della Pentecoste, mediteremo questa forza, lo Spirito Santo. Questo Spirito Santo scenderà sugli Apostoli, ma anche su ciascuno di noi, quando riceviamo i Sacramenti, particolarmente quello della Cresima. Questa forza, questo Spirito di Dio ha la capacità di unire i discepoli del Signore in una sola famiglia, di formare la Chiesa. Questo Spirito agisce in noi per permetterci di accedere a Dio, di metterci in comunicazione viva con Dio, di introdurci nel mistero di Dio. Grazie a questa forza, grazie a questo Spirito, noi conosciamo e confessiamo apertamente che Gesù è il Signore (1 Corinzi 12, 3). Sempre grazie a Lui, noi possiamo pregare Dio (Romani 8, 26) e addirittura possiamo chiamare Dio con il suo vero nome “Abba”: papà (Romani 8, 15).
Gli Apostoli, testimoni dell’Ascensione di Gesù al Cielo, sono quindi inviati in Missione. E dietro a loro, noi tutti. Nessuno può rimanere “sur place”, cioè immobile. Dobbiamo proclamare con la vita e con le parole la Buona Novella. Che cos’è questa Buona Novella? Che Dio è Buono. Ma non solo: che Dio è esclusivamente Buono, perché Egli è Amore (1 Giovanni 4, 8). Dio è Amore e non ci chiede altro che accoglierlo.
Questo Dio/Amore si dona gratuitamente, non per togliere qualcosa all’uomo, ma per rafforzare la nostra esistenza umana, chiamata ormai a vivere in comunione con il Dio/Trinità.
San Daniele Comboni (1831-1881) non aveva dubbi sull’amore di Dio per tutta l’umanità. Ma voleva anche che i popoli dell’Africa Centrale (che lui chiamava affettuosamente Nigrizia!) potessero sperimentare la meraviglia di questo amore, venendo a conoscere il Vangelo di Gesù. Per questo, nel santuario mariano de La Salette (Francia), il 26 luglio del 1868, così si espresse nell’Atto di consacrazione della Nigrizia alla Madonna: “ O Vergine Immacolata e Madre di Gesù, … eccomi ai tuoi piedi per patrocinare la causa più difficile dell’Apostolato cattolico, quella della rigenerazione della Nigrizia… Quei popoli sono stati riscattati dal Sangue di Gesù Cristo e tu, o Maria, Madre Divina, li hai adottati come figli ai piedi della Croce”.
Tonino Falaguasta Nyabenda
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