Gli Amici della comunità comboniana di Padova hanno rispettato l’annuale appuntamento. Due i temi della giornata: Una fotografia dell’attualità comboniana e il Laicato comboniano tra presente e futuro.
‘Vent’anni fa per la prima volta sono entrata in questa cappella. Stavo preparando la mia tesi ed ero venuta a consultare alcuni testi. Poi mi sono sentita attirata dal mondo comboniano, tanto diverso, e in questa cappella, ho incrociato lo sguardo di Comboni. Quegli occhi mi hanno parlato. Da lì è iniziata la mia conversione alla fede ed anche il mio impegno missionario. Qui ho imparato ad aver lo sguardo aperto sul mondo, sulle situazioni dell’umanità. Oggi mi sento laica comboniana e, con altri, stiamo lavorando per dare ancora più consistenza e organizzazione al nostro essere laici comboniani’. Questa una delle testimonianze ascoltate domenica 14 aprile 2024, durante la festa degli Amici comboniani a Padova.
È una festa annuale, sempre più partecipata, che come un fiume fa incontrare diversi ruscelli, belli, vivaci, che danno freschezza al carisma comboniano. Si sono ritrovati insieme, alcuni, dopo anni, confratelli che hanno fatto scelte di vita diverse, altri che hanno vissuto anni di formazione comboniana, sia nei seminari sia nei percorsi di animazione giovanile (GIM), volontari, collaboratori, vicini di casa, frequentatori della casa e del santuario di san Giuseppe. Si sono incontrati, per una ricca giornata di ricordi, emozioni, racconti di attività passate e in corso, di informazione sull’attualità comboniana, e non è mancata la preghiera e il grazie reciproco. C’è stato anche il ricordo affettuoso, di persone ‘comboniane nel cuore’ che non sono più. Di una persona, in particolare, è stata riportate una frase che diceva spesso: ‘mi diranno ex prete, ex sacerdote, ex insegnante, ma mai potranno dire di me: ex comboniano!
- Giuseppe Caramazza ha presentato, come in una fotografia, alcune statistiche sui missionari comboniani e il cambiamento in atto con confratelli sempre più numerosi provenienti dai paesi africani. Ha commentato alcuni impegni comboniani nella missione: la comunità comboniana di Acailandia (Brasile) e la sua attenzione alla Creazione, particolarmente minacciata in Amazzonia; l’impegno per la sviluppo della lingua Gumuz da parte di p. Marco Innocenti in Etiopia; l’azione sociale di riscatto di ‘ragazzi di strada’ in Kenya da parte di p. Maurizio Balducci. Ha presentato anche la bella realtà dell’Università Tangaza di Nairobi, in particolare nel suo corso di Trasformazione sociale, creato dal comboniano p. Francesco Pierli, base per un vero sviluppo integrale dell’uomo. Ha sottolineato come queste varie attività che si presentano come sociali, sono in realità missione di evangelizzazione, perché sono vera testimonianza di carità verso gli ultimi, i poveri, quelli che Dio preferisce e per il quali il Signore Gesù è stato inviato.
- Eliseo Tacchella, coordinatore dei Laici Comboniani, ha ricordato le convinzioni di Comboni riguardo ai laici e la fiducia che metteva nella loro attività missionaria. Ha sollecitato poi alcune testimonianze di laici comboniani di Padova. È stata una ricca condivisione sulla relazione personale con Daniele Comboni e con i comboniani conosciuti in diverse circostanze, in particolare nella comunità di Padova. Percorsi GIM, campi missione, attività di animazione missionaria, catechesi in parrocchia, azioni e serate di sensibilizzazione al riguardo della migrazione, dell’ecologia, dei diritti umani, dell’attenzione ai più poveri. Molto sentite le testimonianze sul cambiamento di vita personale al contatto con Comboni.
Il clima dell’incontro corrispondeva bene alla splendida giornata di sole. Si respira aria di festa, gioia, fraternità, missione, spirito comboniano.
La celebrazione eucaristica, all’ascolto della Parola di Dio che invitava ad essere testimoni di Gesù risorto, e il pranzo insieme, hanno espresso e consolidato la gioiosa familiarità che accompagna l’impegno missionario di tanti amici comboniani.
p. Gaetano Montresor