La violenza contro popolazioni inermi, la distruzione di infrastrutture e l’insicurezza dilagano nuovamente nella provincia di Cabo Delgado, in Mozambico, dove nei giorni scorsi è stata anche incendiata la missione cattolica di Nostra Signora d’Africa a Mazeze. Preghiamo perché la pace torni in quella regione martoriata ». Così si esprimeva papa Francesco nel dopo Angelus di domenica 18 febbraio.
Secondo le informazioni fornite ad Aiuto alla Chiesa che soffre dai missionari locali, diversi nuovi e simultanei attacchi da parte di ribelli armati continuano a scuotere la provincia di Cabo Delgado, nel nord del paese. Le attività dei gruppi ribelli islamici si sono intensificate nella regione, creando una situazione estremamente complicata e un clima di diffusa paura e insicurezza. L’insurrezione nel nord del Mozambico è iniziata nel 2017, ma ha registrato un aumento degli attacchi dall’inizio di quest’anno.
Il 9 febbraio scorso i terroristi, che rivendicano fedeltà al sedicente Stato islamico, hanno attaccato tre comunità nella zona di Mazeze, a 100 chilometri a sud di Pemba, capitale di Cabo Delgado. «Sono state bruciate le chiese, così come le case della popolazione», racconta un missionario. Gli attacchi, insieme alle voci di ulteriori fenomeni terroristici nelle località vicine, hanno portato allo sfollamento di centinaia di persone, che in molti casi hanno camminato per lunghe distanze nella boscaglia per trovare rifugio a Pemba o nella città più vicina di Chiúre, provocandone il sovraffollamento.
Una missionaria ha raccontato che i terroristi hanno distrutto case e chiese in diversi villaggi e ora sono «diffusi nei distretti meridionali e centrali» di Cabo Delgado. Il villaggio attaccato nella regione di Chiúre era già stato attaccato circa due anni fa, ma gli attacchi riguardano non solo i cristiani, ma anche i musulmani che vedono colpite le loro moschee. Insomma questi guerriglieri prendono di mira l’intera popolazione con le sue case.
Inizialmente, gli insorti prendevano di mira soprattutto strutture militari o governative, nonché villaggi e comunità civili, senza discriminare tra i musulmani, che in questa regione del Mozambico sono la maggioranza, e cristiani. Negli ultimi anni sono stati tuttavia segnalati attacchi a obiettivi e comunità specificamente cristiani, compresi i casi in cui i jihadisti hanno separato i cristiani dai musulmani giustiziando solo i primi.
L’insurrezione in Mozambico ha già causato almeno cinquemila morti e lo sfollamento di oltre un milione di persone, anche se questi numeri sono datati e quindi quelli attuali sono probabilmente significativamente più alti.
La Chiesa cattolica è profondamente impegnata nel sostegno agli sfollati nel nord del paese e sta tentando di favorire una soluzione pacifica al conflitto.
La fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre sostiene molto concretamente progetti di sviluppo nel paese e di assistenza psicosociale alle vittime del terrorismo. Fornisce inoltre materiali per la costruzione di centri comunitari e l’acquisizione di veicoli per i missionari