Prepariamoci alla nostra meditazione sulla Parola di Dio con qualche momento di preghiera: O Signore, Crocifisso e Risorto, grazie per essere presente nella Chiesa, nelle nostre comunità e nel mondo intero. Dacci la grazia di metterti sempre al centro della nostra vita mentre tanti, purtroppo, ti hanno messo in un angolo o addirittura ti hanno escluso dalla loro esistenza, distratti e presi da tante cose effimere e addirittura dannose. Donaci anche un’esperienza sempre più forte della tua persona, perché ciascuno e ciascuna di noi possa avere la gioia di fare propria la proclamazione mistica di Tommaso: “Signore mio e Dio mio”.

Nel passo evangelico di oggi, Gesù Risorto si presenta con nel corpo le ferite della crocifissione, e opera come il Salvatore generoso che dona ai suoi discepoli la Pace, lo Spirito Santo, la Gioia e il Mandato Missionario. I discepoli erano ripiegati su sé stessi; infatti, erano vittime della paura non soltanto dei Giudei, ma anche e soprattutto di loro stessi per aver abbandonato e tradito Gesù. E’ importante notare come Gesù si fece presente a loro non per essere osannato e riverito, ma per servirli, amandoli così com’erano. E’ ad essi che Egli offrì i doni che ho menzionato sopra; doni al di là di ogni loro possibile sogno e aspettativa. Infatti i discepoli ricevettero la capacità e la forza di fare cose grandi a beneficio di coloro che sentivano il bisogno della salvezza operata da Cristo Gesù. Per quanto riguarda Tommaso, il dubbioso, Gesù non si scandalizzò, ma lo portò dall’incredulità all’estasi, rendendolo capace di questa esclamazione sublime: “Mio Signore e mio Dio”.

Venendo a noi, Gesù non si scandalizza per i dubbi di fede che noi tutti possiamo avere o abbiamo. Egli non ci giudica ma ci incoraggia e ci conduce a credere, aprendo le nostre menti e i nostri cuori a Lui, come fece Tommaso.

Una nota molto importante! La seconda Domenica di Pasqua fu dichiarata da Giovanni Paolo II ‘Domenica della Divina Misericordia’. E noi quest’oggi vogliamo celebrare la Misericordia di Dio che rinnova la nostra vita. Vogliamo celebrarla tutti insieme, col desiderio di avere ‘un cuor solo e un’anima sola’, come i primi cristiani, aprendoci alla fraternità con tutti, ‘con quella fede profonda che vince il mondo’, e osservando i Comandamenti di Dio! Cosa propongo di fare? Tre cose:

  1. Ci riconosciamo bisognosi di perdono e di salvezza da parte di Gesù, essendo noi tutti peccatori e peccatrici.
  2. Proclamiamo Cristo Gesù Salvatore nostro e del mondo intero.
  3. Accogliamo la sua persona e la sua azione salvifica con gioia e gratitudine.

Possiamo fare tutto ciò con libertà e umiltà, meditando e gustando l’espressione di San Paolo:

“Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?  Egli che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi ci condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi!” (Romani 8:31a-34).

Un ultimo pensiero. Come abbiamo già notato, dopo aver dato il dono della Pace e della Gioia, Gesù dette ai discepoli il Mandato Missionario: “Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi”. Poi dette loro il dono dello Spirito Santo, Animatore della Missione. Il Risorto rinnova il Mandato Missionario anche per noi. Per questo ci fa memoria della realtà del nostro Battesimo e di ciò che Papa Francesco ha proclamato e proclama con forza: Ogni seguace del Risorto è in stato di Missione per contagiare tutti con i doni ricevuti, fino agli estremi confini della terra.

Questa è la realtà che rende la Chiesa Popolo di Dio vivente nel dinamismo dello Spirito, come Maria, come gli Apostoli, come tutti i Santi e le Sante di Dio.

                                                                                                      Giovanni Taneburgo

                                                                                                  Missionario Comboniano