Con la Domenica delle Palme inizia la Settimana Santa, la settimana più importante dell’anno liturgico. La nostra settimana è solo un settenario di giorni, nei quali facciamo memoria di quella Settimana, nella quale Gesù ha vissuto la sua Pasqua. Non dimentichiamo il significato della parola Pasqua, che in ebraico significa passaggio, e per Gesù è il passaggio dalla morte alla vita con la risurrezione. Questa Pasqua per noi Cristiani è fondamentale. Infatti è grazie alla Pasqua del Signore Gesù che il tempo è divenuto eterno e l’eternità si immerge nel tempo. Noi cioè possiamo vivere attualmente i giorni della Passione, della Morte e della Risurrezione del Cristo, perché Egli si fa oggi nostro contemporaneo e nostro compagno di viaggio. Che cos’è la Pasqua del Signore Gesù? Il Signore prima di tutto vi partecipa come buon israelita. Ma poi un po’ alla volta gli cambia il significato, fino a sostituirla portandola al suo compimento nella Nuova Alleanza. Così sostiene giustamente il biblista Pierre-Emile Bonnard.  Abbiamo allora per il Signore Gesù la Pasqua del Figlio unico (Luca 2, 41-51), la Pasqua del nuovo tempio (Giovanni 2, 13-23), la Pasqua del pane moltiplicato  (Giovanni 6, 51) e la Pasqua dell’Agnello, in cui Gesù prende il posto della vittima pasquale, istituisce il nuovo pasto pasquale ed effettua il proprio esodo, cioè “passaggio”, da questo mondo di peccato a quello del regno del Padre (Giovanni 13, 1). La Domenica delle Palme è dunque l’inizio di questa grande Settimana. Una donna scrittrice del quarto secolo, una vera giornalista, di nome Eteria, ha descritto come si svolgeva questa festa, celebrata dalla comunità cristiana di Gerusalemme di quel tempo. Ci si radunava tutti all’Eleona, sul monte degli ulivi, dove si ricorda la preghiera del Padre Nostro. Poi in processione si andava all’Imbomon, in cima al monte degli Ulivi, da dove Gesù è salito al cielo, nel giorno dell’Ascensione (Atti 1, 9-12). Da lì di nuovo in processione, scuotendo rami di palma o di ulivo, si procedeva verso Gerusalemme per raggiungere l’Anastasis, la basilica che ricordava la risurrezione di Gesù. Anche noi oggi rifacciamo simbolicamente lo stesso percorso. Questo percorso è diviso in due parti. Nella prima parte accogliamo Gesù come Messia, scuotendo rami di palma o di ulivo e cantando a gran voce. Nella seconda parte, ascoltiamo il Vangelo di Marco che ci racconta la Passione, la Morte e la sepoltura del Cristo. La prima parte della Liturgia di oggi possiamo definirla quella dell’imbroglio o della delusione. Perché? Gesù era a Bétfage e, pensando al profeta Zaccaria (Zaccaria 2, 14-16), manda a cercare un’asina e il suo puledro. Infatti il Signore voleva entrare a Gerusalemme non sopra un cavallo, ma portato da un asino. Cioè il Cristo voleva significare che era certo il Messia, ma non solo per il Popolo di Israele, bensì per tutta l’umanità (ZaccarIa 9, 9) e soprattutto egli sarà un Messia di pace. Il cavallo da sempre era un simbolo di guerra, di violenza, di dominio. Ma il popolo come accoglie Gesù? Agitando rami di palma e di ulivo e stendendo mantelli per terra al suo passaggio. Il mantello, nella Bibbia, significa la persona. Il popolo di Gerusalemme quindi accettava Gesù come Messia Re, dominatore, un vero figlio di Davide. Gridavano infatti: “Osanna!… Benedetto il Regno che viene del nostro padre Davide!” (Marco 11, 9-10). “Osanna”, nella lingua di Gesù, vuole dire: “Presto, salvaci!”. La folla poi che faceva festa a Gesù, lo precedeva e lo seguiva. Il Signore ne era prigioniero, perché era in mezzo. Non era lui a guidare il corteo. Era quindi sempre la tentazione di Satana (Luca 4, 913), quella della violenza e del dominio. Per questo, qualche giorno dopo, la stessa folla, delusa, davanti a Ponzio Pilato, griderà: “Crocifiggilo!”. Gesù infatti non vuole il dominio del Mondo, ma una nuova relazione tra Dio e l’umanità, una relazione che si basa su rapporti di amore, di figliolanza con Dio e di fratellanza fra di noi. Solo così è possibile la convivenza e la pace nella società umana. E’ per questo che Gesù ha dato la vita. E’ quello che scopriamo nella seconda parte del rito di oggi, leggendo la Passione, la Crocifissione, la Morte e la sepoltura del Signore Gesù, secondo il Vangelo di Marco  (Marco 14, 1 fino a 15, 47). Vi leggiamo le ultime tappe della vita del Signore: l’unzione di Betania, l’istituzione dell’Eucaristia, l’agonia nell’orto, Gesù davanti alle autorità giudaiche e poi davanti a Ponzio Pilato, il rinnegamento di Pietro, la “Via Crucis”, la morte di Gesù in Croce e la professione di fede del centurione romano. Infine la sepoltura. La professione di fede del centurione è un momento capitale del vangelo di Marco. Infatti il secondo Vangelo voleva condurre il catecumeno a scoprire che Gesù è il Cristo, cioè il Messia, con la professione di fede di Pietro (Marco 8, 27-30), e che era Figlio di Dio con la professione di fede del centurione ( Marco 15, 39). Gesù per Marco, e anche per noi, è il Messia, è il Figlio di Dio, il salvatore dell’umanità. Alla sua morte il velo del tempio si è squarciato. Cioè la presenza di Dio, che era rappresentata dal Santo dei Santi nel Tempio di Gerusalemme, ora è superata, perché nella Nuova Alleanza troviamo la pienezza della divinità nell’umanità del Signore Gesù, come dice l’Apostolo Paolo (Colossesi 2, 9). E’ ai piedi della Croce che appare l’umanità nuova, chiamata a professare la fede in Gesù, Messia universale, Figlio di Dio e Salvatore dell’umanità. E’ questa fede che Daniele Comboni (secolo XIX) ha voluto diffondere nell’Africa Centrale. Ed è questa fede che ha voluto rinnovare andando in pellegrinaggio in Terra Santa nel 1857. In una lettera a suo padre così ha scritto: “Qui su queste pietre si è realizzata la nostra salvezza… Il Santo Sepolcro mi fece rimanere senza parole…Qui dunque c’è la sacra tomba che ebbe la sorte di chiudere in se stessa il Creatore del Cielo e della Terra…Trenta passi più sopra del Sant

o Sepolcro vi è il Calvario. Baciai quella terra sulla quale si posò la Santa Croce e… scoppiai in un pianto dirotto”.

 

Tonino Falaguasta Nyabenda – Vicolo Pozzo 1 – 37129  V E R O N A