Il 16 marzo la comunità di Castel d’Azzano ha aperto le porte della sua struttura per anziani e ammalati per accogliere una  trentina di persone del posto in un incontro di confraternizzazione. Da una parte il bisogno di ripartire dopo il lungo periodo di pandemia, ma anche il desiderio di non perdere i contatti con la realtà locale, lo spirito della Pasqua che sempre spinge ad aprirsi alla vita, il desiderio di alcuni volontari di coinvolgere le loro comunità in questo avvicinamento con il mondo comboniano hanno spinto a proporre questa iniziativa finora inedita.

E’ iniziata con uno scambio di reciproca conoscenza e poi, al centro dell’incontro, un pranzo offerto dalla comunità, arricchito da vino e dolci portati dai visitanti: un incontro che ha fatto riscoprire poeti e poetesse e ridotto distanze che la pandemia aveva creato negli ultimi anni.

Particolarmente apprezzato da tutti il poema in dialetto locale sull’Arena di Verona, recitato da P. Pietro Moro, 96enne, ancora in grado di intrattenere un’attentissima platea.

Alla fine un’unica domanda: quando l’esperienza verrà ripetuta?