Padre Giovanni Taneburgo

TUTTI I POPOLI CHIAMATI ALLA SALVEZZA

La solennità dell’Epifania del Signore ha diversi tratti, tutti affascinanti. E’ la festa della luce che Gesù emana per rischiarare il mondo, è la festa della vocazione missionaria e della cattolicità della Chiesa, è quindi la festa della Chiesa che si presenta come Madre per accogliere tutti, senza distinzione di etnie, lingue, culture e condizioni sociali. L’Epifania è la festa dei cercatori di Dio. Il Padre rivela Gesù a tutte le genti per dare loro la gioia e la contemplazione della gloria del Regno. Grazie a tutto questo ‘ben di Dio’, la serenità nell’intimo e sul volto, è caratteristica di ogni seguace di Cristo. In situazioni di normalità, un cristiano triste è un cristiano tristo. Infatti, come non essere sereni e addirittura gioiosi se apriamo le nostre menti e dilatiamo i nostri cuori per accogliere Cristo Salvatore? Come ho detto altre volte, non mi stancherò mai di pregare e di citare, per chi mi legge o mi ascolta, questo canto che riflette il Magnificat della Madonna:

“Lascia che ti dica la mia gioia, Dio grande e misericordioso. Lascia che ti lodino i miei occhi, la tua luce brilla in me. Voglio ringraziarti, voglio dire che ti amo, lascia che ti lodi, o Dio. Hai spezzato l’arco dei potenti, Dio forte e misericordioso. Hai confuso i sogni dei potenti e il superbo non lo vuoi. L’umile e il povero sollevi dalla polvere, lascia che ti canti, o Dio!

Ecco il significato profondo dell’Epifania, della manifestazione del Signore. Certo, ripeto, per fare esperienza di tutto ciò che Gesù porta con Sé, bisogna accoglierlo. Cosa vogliamo fare? Vogliamo commettere l’errore dei capi dei sacerdoti e degli scribi di cui ci parla il Vangelo, che non accolsero il Messia a causa di indifferenza, di passività, e peggio ancora di morte dentro, morte causata da mancanza di attesa delle promesse messianiche? Vogliamo imitare Erode, turbato dalla nascita del Bambino Gesù che non poteva fare male a nessuno, e divenuto così pazzo di paura e così vigliacco, da fare uccidere tanti bambini? O vogliamo imitare i primi cercatori di Dio, i Magi, che si misero in movimento, affrontando tanti sacrifici, e che poi furono premiati dall’incontro col Bambino Gesù che donò loro una gioia indicibile? Prego e spero veramente che ciò che faremo, sarà una cosa vantaggiosa per noi stessi e per tutti, accogliendo Gesù con un atteggiamento di vera adorazione, e mettendolo sempre al primo posto nel nostro cammino di vita. Egli lo riempirà di gioia e di tanta speranza.

Una suora anziana che ho incontrato dopo una Celebrazione Eucaristica, mi ha chiesto: ma come possiamo essere gioiosi quando nel mondo c’è tanta sofferenza, tanta povertà, tante persone che muoiono a causa di guerre, di violenze, e tante persone che, con tanta testardaggine, malignità e mancanza di un minimo di responsabilità, operano il male? Le ho detto: Sorella carissima, la gioia di cui parliamo è dono del Signore e non è una gioia sguaiata che ci separa dagli altri, ma ad essi ci rende più vicini mediante la preghiera e l’empatia, facendo tutto ciò che possiamo fare per aiutare. Innanzi tutto, possiamo pregare e preghiamo con San Francesco d’Assisi:

Signore, rendici strumenti della tua pace perché dove c’è l’errore, abbiamo a portare la luce della fede, dove c’è disperazione, abbiamo a portare speranza e fiducia, dove c’è odio, abbiamo a portare l’amore, dove c’è tristezza, la gioia che viene da te. Signore, dacci la grazia di cercare più di capire gli altri che di essere capiti, più di amare che di essere amati perché è dando che si riceve, è perdonando che si è perdonati ed è morendo al nostro egoismo, che nasciamo a vita nuova nello Spirito. Amen!

Così pregando e aiutando chi è nel bisogno così come possiamo, senz’altro possiamo essere sereni e gioiosi, con l’approvazione piena del Signore Gesù, Salvatore del mondo. Buona e Santa Epifania!

 

BATTESIMO DEL SIGNORE /B/

Il Battesimo di Giovanni presso il fiume Giordano, consisteva in un atto penitenziale. Le persone che lo ricevano, esprimevano la volontà di convertirsi; infatti, così facendo, chiedevano perdono dei propri peccati, e si impegnavano a diventare persone migliori. Sorge in noi una domanda spontanea:

Dato che in Gesù non ci fu mai peccato, perché si mise in fila con i peccatori per essere battezzato da Giovanni? La risposta ci colpisce nell’intimo: Gesù, Colui che era senza peccato, si presentò al Giordano, portando in Sé l’umanità sporca di peccato e quindi bisognosa di salvezza.

San Paolo dice: “Colui che non aveva peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio” (2Corinzi 5,21). Ecco allora che Gesù, Figlio di Dio in carne mortale, volle essere considerato come uno dei tanti peccatori, abbassandosi, facendosi carico di tutti i nostri mali, facendosi vicino ad ogni essere umano. Papa Francesco ha detto e scritto: “La vicinanza è lo stile di Dio nei nostri confronti”. E subito ha aggiunto: “E’ anche il modo in cui noi possiamo risollevare gli altri: non giudicando (…), ma facendoci vicini, con-patendo, condividendo l’amore di Dio”.

Veniamo alla rivelazione della Trinità che abbiamo nel contesto del Battesimo di Gesù: Dio Padre che si presenta come il Padre di Gesù, l’amato che è suo compiacimento; lo Spirito Santo che discende su Gesù come colomba, consacrandolo così con potenza; e Gesù, che questa solennità proclama luce delle nazioni. Abbiamo poi la bellissima immagine del cielo che si apre e che nessuno potrà richiudere perché è un’immagine che proclama l’annullamento della distanza tra Dio e l’umanità, operata da Cristo.

La riflessione sul Battesimo di Gesù, ci porta a fare memoria del nostro Battesimo, quando il Padre pronunciò per ciascuno di noi le stesse parole pronunciate per Gesù: “Tu sei il figlio mio, l’amato”. Dichiarati figli (e naturalmente figlie) di Dio il giorno del nostro Battesimo, continuiamo ad essere tali in senso pieno, se camminiamo sulle orme di Cristo, mettendolo col suo Vangelo al centro della nostra vita, perché i nostri cuori abbiano a battere all’unisono con il suo Cuore.

E adesso, io faccio una cosa meravigliosa: rinnovo le promesse del Battesimo. Sarebbe bello e salutare se ogni persona che mi sta ascoltando o leggendo, rinnovasse le stesse promesse:

Per grazia di Dio e con umiltà, rinnovo le promesse del Santo Battesimo con le quali un giorno ho rinunciato a satana e alle sue opere, e mi sono impegnato a servire fedelmente Dio nella Chiesa:

Rinuncio al peccato, per vivere nella libertà dei figli di Dio. Rinuncio alle seduzioni del male, per non lasciarmi prendere da satana, origine e causa di ogni peccato.

Credo in Dio, Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra. Credo in Gesù Cristo, suo unico Figlio e mio Signore, che nacque da Maria Vergine, morì e fu sepolto, è risuscitato dai morti e siede alla destra del Padre. Credo nello Spirito Santo, la Santa Chiesa Cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne e la vita eterna.

Per intercessione di Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, Dio Onnipotente che ci ha liberati dal peccato e ci ha fatto rinascere dall’acqua e dallo Spirito Santo, ci custodisca con la sua grazia in Cristo Gesù, per la vita eterna. Amen!