Oggi, abbiamo la grazia di contemplare un miracolo stupendo. Lo definirei strepitoso e affascinante perché, nella prospettiva del Regno Messianico, ci porta subito a pensare all’amore di Dio che è generoso al massimo grado, e anche al potere della solidarietà. Grazie al pane moltiplicato e condiviso, con la forza di un fermento nuovo, la vita fu rigenerata in tutti coloro che di esso si nutrirono. Il passo evangelico dice che Gesù, “prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, quanto ne volevano”. Che cosa stupenda! Tutti mangiarono e si saziarono, e per di più avanzarono dodici ceste piene. Vediamo come andarono le cose.
Una gran folla si era messa a seguire Gesù e rimase con lui ascoltandolo a lungo. Essendosi fatto tardi ed essendo il luogo isolato, gli apostoli suggerirono a Gesù di mandare a casa la gente. Gesù però li provocò chiedendo loro di sfamare la gente. Filippo considerava la cosa impossibile perché le persone erano numerose. Andrea invece disse a Gesù che c’era un ragazzo che aveva con sé cinque pani d’orzo e due pesci. Pochissima roba per una gran folla. Ma non per Gesù che prese quei pochi pani e quei due pesci, li benedì e li distribuì. Tutti mangiarono, si saziarono, e poi portarono a casa i tanti avanzi. Dev’essere stata una scena veramente impressionante.
Commentando questo miracolo, David M. Turoldo, invece di chiamarlo miracolo della moltiplicazione, l’ha chiamato miracolo della distribuzione. Mi viene di dire con forza che anch’io potrei chiamarlo così, senza escludere l’altra espressione, miracolo della distribuzione. Infatti, nell’episodio evangelico, la distribuzione segue la moltiplicazione del poco che c’era. Un ragazzo lo mise a disposizione di Gesù grazie alla sua generosità, e Gesù moltiplicò ciò che aveva ricevuto. Così la potenza di Dio incontrò la generosità del ragazzo. I verbi usati da Gesù, che troviamo nel Vangelo, sono: prese, rese grazie, diede. Come vedremo tra poco, noi siamo chiamati a operare allo stesso modo: ricevendo ciò che la Provvidenza e il nostro impegno ci danno, rendendo grazie per ciò che abbiamo, e condividendo ciò che abbiamo.
Veniamo al mondo in cui viviamo. Senz’altro, la terra produce cibo sufficiente per sfamare tutte le persone che abitano il nostro pianeta. Il problema allora non è la scarsità di cibo, ma la mancanza di distribuzione equa. Infatti, mentre nel mondo, soprattutto in Occidente, sono molti quelli che sprecano tanto cibo, molti altri muoiono di fame. Senza dubbio, ci sarebbe abbastanza pane per tutti se ci fosse solidarietà e condivisione. E allora, che la Chiesa e chi la guida, i governi e coloro che sono amministratori nella sfera pubblica, le nostre comunità e tutti in esse, siano sensibili e capaci di promuovere solidarietà e condivisione. E che tutti abbiamo a ricordare che anche un bicchiere d’acqua dato per amore, ha grande valore nella prospettiva del Regno.
Una nota breve, ma importante: Il vangelo ci dice che dopo il miracolo che abbiamo descritto, tutti volevano prendere Gesù per farlo re; ma, sapendo ciò, Egli “si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo”. Abbiamo qui una lezione di amore disinteressato che senz’altro è da accogliere.
Da ultimo, ricordiamo che oggi celebriamo la Giornata dei Nonni e degli Anziani. Per intercessione di San Gioacchino e Sant’Anna, affidiamo a Dio Padre i nostri nonni e tutte le persone anziane: sentano la Sua consolazione divina attraverso la vicinanza e l’amore dei figli, dei nipoti, dei parenti e di tante persone generose. Viva i nonni e viva le persone anziane!
Giovanni Taneburgo
Missionario Comboniano