Β P. Ezio Filippi

Albiano (TN) 10.04.1933 – 10.10.2023 Verona

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β€œCarissimi, vi scrivo per mandarvi alcune notizie riguardo alla mia lunga vita missionaria di 59 anni giΓ  trascorsi in questa terra d’Uganda, terra di 24 martiri. Sono contento, anzi contentissimo di aver imitato un po’ il nostro santo fondatore, Daniele Comboni, il quale, al primo concilio vaticano davanti a tutti i Vescovi del mondo di allora, parlΓ² piΓΉ con il cuore che con le sue parole: β€œCari Vescovi, aiutatemi con i vostri sacerdoti… per l’evangelizzazione dei nostri cari africani: GesΓΉ Γ¨ morto e risorto anche per loro”. Ditemi voi, nella Chiesa della quale siamo diventati membri col Santo Battesimo, c’è forse una vocazione piΓΉ grande, piΓΉ attraente, piΓΉ affascinante, piΓΉ gioiosa della mia che mi ha portato a trascorrere 59 anni in Africa? Imitando un po’ i primi apostoli e S. Paolo nella prima evangelizzazione del mondo, dopo la Pentecoste, ho potuto dare inizio a due parrocchie e lavorare in altre 5 missioni. AvrΓ² battezzato circa 25.000 persone tra catecumeni e bambini; benedetto centinaia di coppie di sposi nel loro matrimonio; donato il perdono, attraverso il ministero della riconciliazione, a decine di migliaia di cristiani; animato parecchie ore di adorazione davanti all’Eucaristia, che Γ¨ il dono piΓΉ grande tra i tanti doni lasciati da GesΓΉ alla Chiesa. Pensate cosa avverrΓ  quando mi sarΓ  permesso di raggiungere il paradiso. Quanti verranno a salutarmi e ringraziarmi. Cosa posso dire di come sia stata la mia vocazione sacerdotale missionaria al mio paese di Albiano vicino Trento?
Durante la Seconda guerra mondiale, 1939-45, frequentavo le scuole, ho ricevuto molto dai miei ottimi genitori. Anche dai miei nonni: quanti rosari hanno recitato per me e per la mia vocazione. Mia mamma, al suono della campana al mattino presto, veniva a chiamarmi: β€œEzio, levete su, varda che i ha giΓ  sona’ la campana. Te vai a servir Messa e te vegno drio anca mi”. (Ezio, alzati, guarda che hanno giΓ  suonato la campana. Vai a Messa a fare il chierichetto che vengo anch’io.) Andavamo a Messa da don Virginio, un santo arciprete che ci ha guidati e indirizzati a frequentare i missionari e le missionarie comboniani. PiΓΉ di una quindicina di brave ragazze sono diventate suore. Naturalmente erano altri tempi, quando il 97% della comunitΓ  partecipava alla santa Messa e alla dottrina pomeridiana.
Secondo il mio povero parere, chiedo a me stesso e a voi che leggerete questa mia lettera: cosa aspettiamo ancora, e cosa desideriamo per credere vivamente che c’è un Dio eterno e che questo meraviglioso mondo viene da lui, ingegnere perfettissimo? Che piΓΉ di 2000 anni fa, il figlio di Dio, GesΓΉ Cristo Γ¨ venuto sulla terra, non per punirci ma come buon pastore, per lavare i nostri sporchi peccati col suo sangue e per morire su una croce? La risurrezione Γ¨ stata la sua vittoria sulla sua morte e sulla nostra morte, perchΓ© anche noi risorgeremo con un corpo glorioso, spirituale, incorruttibile che si unirΓ  all’anima per godere per sempre della bellezza di Dio eterno e della bellezza di GesΓΉ risorto.
Cari amici. Cosa aspettiamo ancora per credere? Non bastano neanche le tante apparizioni della Madonna? In due localitΓ  diverse del sud Italia, di cui una a Messina, dove una piccola statua in gesso in una famiglia ha versato alcune lacrime umane che sono state riconosciute in laboratorio.
Su desiderio di papa S. Giovanni Paolo II, in questo luogo Γ¨ stata costruita una grande chiesa dove ho potuto celebrare una Santa Messa. Abbiamo perso il grande dono della fede? Preghiamo per ottenerlo e lo otterremo sicuramente poichΓ© GesΓΉ ha fatto un mezzo β€œgiuramento” dicendo: β€œChiedete e vi sarΓ  dato”, β€œCercate e troverete”, β€œBussate alla porta e vi sarΓ  aperto”.
Tanti ringraziamenti a coloro che hanno lavorato e continuano a lavorare a beneficio di noi missionari e della nostra gente”.
(Comunione e Missione, Trento, aprile 2022)