«Il nostro sguardo vada ai nostri fratelli e delle sorelle che vivono questo Natale al buio, al freddo o lontano dalle proprie case, a causa della distruzione causata da dieci mesi di guerra. Il Signore ci renda pronti a gesti concreti di solidarietà per aiutare quanti stanno soffrendo, e illumini le menti di chi ha il potere di far tacere le armi e porre fine subito a questa guerra insensata!” (Papa Francesco, Natale 2022)

Iniziamo la nostra riflessione con il sogno di Geremia, il profeta della speranza. Geremia viveva in tempi di guerra. Il suo paese era minacciato. Il popolo, circondato da eserciti e nemici, aveva paura di invasioni e massacri. C’era anche pericolo di fame e ogni tipo di violenza. Una notte, nel sogno, Dio mandò a Geremia una visione e gli fece una domanda: “Guardati bene attorno, cosa vedi?”. Geremia rispose: “vedo una pianta fiorire, un mandorlo in fiore. ( Il mandorlo nella bibbia è la pianta della speranza, la prima a fiorire, fiorisce anche prima che arrivi la primavera. La natura si risveglia e nasce il nuovo) E Dio aggiunse: “Hai visto bene… non ti sei fermato alla paura della guerra, della violenza e della fame. Hai contemplato la speranza, la speranza della pace. Io sono Dio e non lascerò che il male vinca. Mettiti in cammino; Cammina con la speranza nel cuore. Semina speranza, amore, pace nel cuore di chi incontri nel tuo pellegrinare”.

Allora : Camminiamo anche noi con speranza. Camminiamo verso il 2023 guidati e accompagnati dall’Emmanuele, il Dio con noi, il Dio della pace. Camminare vuol dire lasciare il tuo mondo di sicurezze, di egoismo, di indifferenze e cercare il Dio che insegna a vivere con gli altri e per gli altri. Nel camminare ci fermiamo in diversi villaggi:

1.  IL VILLAGGIO DEI COSTRUTTORI E MISSIONARI DELLA PACE di ogni tempo, cultura, religione e nazione: sono uomini e donne che hanno creduto nella pace e per la pace hanno lottato e dato la vita ecco i costruttori di pace antichi e contemporanei:

a.  I PROFETI ANTICHI (Isaia, Geremia, Amos, Michea) che predicavano pace e speranza; Sognavano tempi di pace: “Spezzeranno le loro spade per farne aratri, trasformeranno le loro lance in falci. Una nazione non alzerà più la spada contro un’altra nazione, contro un’altra nazione non impareranno più l’arte della guerra”. E… “il lupo dimorerà insieme con l’agnello. Dio ruggisce come un leone contro chi fa soffrire il povero. Dio schiaccerà la loro superbia”. Oggi sembra che succeda il contrario: che gli aratri si stiano trasformando in spade e dalle falci escano lance. Oggi vediamo tanti lupi che sbranano agnelli. Eppure dobbiamo continuare a credere nella pace con profonda speranza.

b.  DAI PROFETI ANTICHI PASSIAMO AI NOSTRI TEMPI

* Andiamo in Kenya: Wangari Maathaï (Kenya), premio nobel per la pace 2004. Wangari è una instancabile ambientalista cattolica e attivista politico. Disse: “ Stiamo distruggendo il creato, la casa di tutti. Ognuno di noi può fare qualcosa per migliorare la natura. E molto spesso dimentichiamo che, ovunque siamo, possiamo dare un contributo. A volte mi dico che potrei solo piantare un albero qui, ma immaginate cosa succederebbe se miliardi di persone là fuori piantassero un albero…potremmo preparare un giardino mondiale di pace per le future generazioni”.

* Passiamo in GUATEMALA con Rigoberta Menchù,premio nobel per la pace 1992. Da Guatemala lei grida:”L’unica lotta che si perde è quella che si abbandona. Mai abbandonare la lotta per la fraternità e la pace”.

* Saltiamo in IRAN con Shirin Ebadi ( nobel 2003). Shirin Ebadi avvocato e pacifista iraniana, di religione mussulmana disse: “Io non ho paura delle minacce di morte. Accetto il rischio, fa parte della mia vita, ormai. Sono loro che hanno paura.  Altrimenti non vorrebbero uccidere una piccola donna come me. Io credo nella pace e lotto per i diritti umani.”

* E arriviamo in ALBANIA e INDIA da Madre Teresa Di Calcutta (Nobel 1979). Ricordava ai Cristiani e a tutti: “Avrai nemici che vorranno distruggere quello che per anni hai costruito. Non importa, costruisci e fa vincere il bene. Semina il bene e altri raccoglieranno il frutto del tuo lavoro per la pace

* Con queste donne, premio Nobel per la pace, ci sono gli uomini come Gandhi – Martin Luther king- Mandella – Don Pugliesi – Don Tonino Bello – Mons. Oscar Romero – Ezekiele Ramin e Papa Francesco. Il Papa oggi é l’unico lider che grida, urla e prega piangendo per la pace. Molti politici dicono pace ma vogliono la guerra, come canta il salmo 28, per continuare a vendere armi e continuare a rubare e accumulare. Non importa se la terra continua a sporcarsi di sangue. Con Papa Francesco ricordiamo un pugile che predicò Pace:

* Muhammad Ali: nel 1967 espresse la sua contrarietà alla guerra in Vietnam con parole rimaste nella storia: “La mia coscienza non mi permette di andare a sparare a mio fratello o a qualche altra persona o a gente povera e affamata. Perché devo sparare o uccidere? Loro non mi hanno mai fatto del male. Nessuna religione predica l’odio, perché Dio ama e non sta mai con gli assassini. Il sangue è rosso per tutti. Non esiste il sangue bianco o il sangue nero… non esiste il sangue azzurro. Esiste il sangue rosso,col colore dell’amore” Il Campione cambiò nome perché “Cassius Clay” è un nome da schiavo. Muhammad Ali è un nome libero e significa “amato da Dio”.

2. IL VILLAGGIO DEI LUPI E DEGLI AGNELLI: Don Primo Mazzolari scrisse:”In ogni tempo appaiono i lupi, che minacciano gli agnelli. Io credo nell’Agnello, non credo nel lupo. Per scegliere l’agnello bisogna aver fiducia che il bene vale più del male, se non oggi, domani o dopodomani .Che cosa vuol dire credere nel bene? Vuol dire che non sono i tiranni che fanno la storia, non sono le dittature che fanno la storia, non sono quelli che accumulano cadaveri su cadaveri. Sono coloro che credono nell’amore, coloro che si allontanano da Caino e fanno il miracolo di far resuscitare Abele”.

3.  ARRIVIAMO AL VILLAGGIO DELLE CROCI. Le croci sono innumerevoli e occupano tutto il villaggio. Domina la croce di Cristo che invita tutti a vedere nella sua croce tutte le croci di ogni nazione,razza e cultura . Molte croci le elenca Papa Francesco:la croce delle persone affamate di pane e di amore;la croce delle persone sole e abbandonate perfino dai propri figli e parenti;la croce delle persone assetate di giustizia e di pace;la croce delle persone che non hanno il conforto della fede;la croce dei migranti che trovano le porte chiuse a causa della paura e dei cuori blindati dai calcoli politici; la croce delle famiglie spezzate dal tradimento, dalle seduzioni del maligno o dall’omicida leggerezza e dall’egoismo;la croce degli anziani che si trascinano sotto il peso degli anni e della solitudine;la croce dei missionari e missionarie che cercano instancabilmente di portare speranza ai popoli dove lavorano e, spesso, si sentono rifiutati, umiliati e perseguitati. La croce delle nostre debolezze, delle nostre ipocrisie, dei nostri tradimenti e delle nostre numerose promesse infrante;la croce della Chiesa che, fedele a Vangelo, fatica a portare l’amore di Cristo perfino tra gli stessi battezzati;la croce della nostra casa comune che appassisce seriamente sotto i nostri occhi egoistici e accecati dall’avidità e dal potere. Ci sono, poi, croci, infinità di croci dimenticate; sono le croci che abbiamo rifiutato; e rifiutando la croce, spesso, non abbiamo accettato l’opportunità di aiutare i bisognosi, i più poveri e i più sfortunati.

E qui, nel villaggio delle croci, siamo invitati a pregare insieme perchè Dio ci liberi da ogni guerra: Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi misericordia di noi, cristiani distratti, passivi e indifferenti. Signore Gesù, nato sotto le bombe di Kiev, abbi pietà di noi. Signore Gesù, morto in braccio alla mamma in un bunker di Kharkiv, abbi pietà di noi. Signore Gesù, mandato ventenne al fronte per uccidere o essere ucciso, abbi pietà di noi. Signore Gesù, che vedi ancora le mani armate all’ombra della tua croce, abbi pietà di noi!Perdonaci Signore,se queste mani che avevi creato per custodire, si sono trasformate in strumenti di morte. Perdonaci, Signore, se continuiamo ad uccidere nostro fratello; perdonaci se continuiamo come Caino a togliere le pietre dal nostro campo per uccidere Abele. Perdonaci la guerra, Signore. Perdonaci la guerra, Signore. Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, ti imploriamo! Ferma la mano di Caino! Illumina la nostra coscienza,non sia fatta la nostra volontà, non abbandonarci al nostro agire! Fermaci, Signore! E quando avrai fermato la mano di Caino, abbi cura anche di lui. È nostro fratello. O Signore, poni un freno alla violenza! Fermaci, Signore! (Don Mimmo Battaglia, arcivescovo di Napoli )

 P: Teresino Serra