“Poiché un monaco si lamentava col suo superiore del gran numero di emigranti che affluivano in Egitto attraversando il Mar Rosso, Abbà Filocolo disse: “Perché ti lamenti? Siamo tutti discendenti di emigranti, da quando Adamo ed Eva han dovuto lasciare il Paradiso, e da quando Abramo lasciò la sua terra in cerca di fortuna e di cibo”  ( Richard Kern, regista)

 

Carissimo fratello migrante,

Benvenuto alle coste  Italiane. Ti accolgo con una  notizia: nel parlamento stanno parlando di te e i tuoi compagni di viaggio, vivi, morti e dispersi. C’è una ministra arrabbiata come una iena che urla e  vuole rispedirvi indietro tutti e subito, per bene degli Italiani! La stessa ministra ha anche affermato che non è razzista! Molti dei nostri politici sbraitano e propongono leggi e decisioni inutili e impossibili. In genere urla chi non ha idee e chi non sa proporre soluzioni concrete a problemi reali e tragici, come l’immigrazione di massa. C’è anche  chi vi difende, anche se chiarisce subito e sottolinea  che la situazione è scappata di mano e che  l’invasione dei migranti non è più tollerabile. Caro migrante, sei arrivato alla terra che sognavi. Almeno tu sei arrivato. Chissà quanti compagni e compagne di viaggio  hai visto inghiottite dalle sabbie infuocate del deserto o dalle acque salate del mare. Non sapremo mai in quanti siete partiti. Contiamo solo chi arriva. Ti informo che la notte scorsa a Lampedusa ci sono stati altri quattordici sbarchi con circa 330 persone. La situazione è tragica e insostenibile. Purtroppo non c’è una politica seria  che affronti il fenomeno dell’immigrazione. Il filosofo francese Bernard-Henri Lévy ha detto:” Sui migranti l’Ue deve svegliarsi. È una tragedia, e non si può lasciare la gestione di chi sbarca nelle mani della Libia o di Erdogan, il turco che domina in Libia”

Sei arrivato nella terra europea, un’Europa  ricca ai tuoi occhi. Questa terra sta diventando ormai ricca di egoismo e povera di umanità. Le nazioni del tuo continente sono ricche e  fanno ricchi noi. Molto dell’oro, diamanti, petrolio, coltan, che vedrai nei nostri paesi, provengono dalle tue terre. Poi, quando ci occorre un mondezzaio dove scaricare residui tossici, materiale pericoloso e macchinari vecchi o scartati, pensiamo alle vostre nazioni. Noi, in cambio, vi vendiamo buone armi. Inoltre, non possiamo negare che  i nostri governi sono stati bravi a insegnare una democrazia fasulla e una  corruzione diabolica ai vostri governanti.  E così molti dei vostri politici sono diventati schiavisti e siete costretti a scappare dalla fame, dalla guerra e dalla morte sicura. Ecco, tu sei arrivato mentre i nostri governi europei pensano a come nasconderti o come condannarti a morte rimpatriandoti. Caro fratello migrante, resisti ancora. Forse troverai una delle tante persone che ti daranno una mano. In Italia c’è gente che sa condividere il pane con poveri come te. C’è gente che ha sofferto e capisce la tua sofferenza. C’è anche gente che dice  “Non sono razzista ma…”. Con quel ma, stanno dicendo che non ti vogliono, che devi tornare alla terra da cui sei fuggito. Se arrivavi negli anni 60 qui in Italia gridavamo contro il razzismo, contro il KU KLUS KLAN degli USA, contro l’apartheid del Sudafrica, contro quel regime che, pochi anni prima, aveva massacrato sei milioni di ebrei. Ti difendevamo e ti amavamo mentre stavi lontano. Poi, quando siete arrivati da noi, improvvisamente, siamo diventati dei razzisti insensati. Magari desideriamo aiutare o adottare, ma sempre a distanza. Indro Montanelli, giornalista, scrisse: Siamo tolleranti e civili, noi italiani, nei confronti di tutti i diversi: neri, rossi, gialli. Specie quando si trovano lontano, a distanza telescopica da noi”. Sai, è disumano guardare al colore e non al cuore della persona. Sei arrivato, ma ora devi affrontare atri problemi e altre paure. Coraggio, qui non ci sono le torture libiche o degli schiavisti di turno. Subirai altre torture, come la paura di essere riportato indietro e maltrattato, la paura di trovarti senza documenti, il terrore di passare  mesi rinchiuso nei centri di accoglienza (un bel nome per non dire semiprigione). E poi, magari, diventare schiavo nei nostri campi nel tempo dei raccolti; come succedeva secoli fa quando i tuoi antenati venivano incatenati e deportati nelle Americhe, come schiavi per le coltivazioni di caffè e di cotone. Poi ci sono le schiavitù delle giovani donne condannate a soddisfare i vizi e le voglie animalesche del maschio bianco. Ricordo quanto disse brutalmente Chris Rock, attore e regista, a proposito di schiavi: Io vedo l’immigrazione clandestina come una scappatoia trovata dai bianchi per eludere le leggi sulla schiavitù”. Magari sei un Cristiano o un cattolico, caro fratello migrante. I missionari ti hanno parlato del Dio buono, dell’amore, della misericordia, della compassione e dell’accoglienza. E ti accorgi che qui non si vive quello che ti hanno predicato. Ti accorgerai e arriverai a odiare il tuo colore e la tua pelle. Rigoberta Manchu, premio nobel per la pace, diceva: “Il razzismo è l’espressione del cervello umano ridotta ai minimi termini”. Mentre tu chiedi un bicchiere d’acqua, aspettando da giorni sulla tua nave, in attesa che tu possa mettere piede su terra ferma, in tanti parlamenti europei si parla, si discute, si urla parlando di te. Se il problema migratorio venisse trattato bene, tutto si risolverebbe in poco tempo. Nei parlamenti parlano di voi e cambiano idea a seconda della convenienza. Con voi o contro di voi… dipende da quanti voti si guadagnano, e da quanti soldi si possono prendere. Tu ora mi domanderai cosa faccio io in concreto per i migranti. Se faccio poco ho sempre un debito con voi. Se faccio molto, quel molto è sempre poco. So, come diceva  Nabil Mouannès, prete libanese, che le mani di Dio non sono  bianche, ma hanno tutti i colori della pelle dell’umanità. Per questo, se vuoi stringerle, non devi esitare a tenere, nella tua, la sua mano nera o gialla o rossa o bianca.

 Teresino Serra