Quaresima missionaria 2012

Senz’altro conoscete il vecchio detto che dice: “L’uomo propone e Dio dispone”. L’espressione viene detta ancora oggi da molti quando delle cose pianificate e desiderate non si realizzano. In questa meditazione vorrei dire che, nel contesto della storia della salvezza, l’espressione, soprattutto se detta con astio contro Dio, non è per nulla evangelica. Essa rivela, a dir poco, l’immagine di un Dio guastafeste. L’espressione vera è la seguente: “Dio propone e l’uomo dispone”.

E’ bene ricordare questa verità all’inizio della Quaresima che è uno dei tempi forti nella vita della Chiesa, e che è ricca di proposte da parte di Dio. Queste proposte mirano al nostro bene; inoltre ci chiedono di crescere nell’impegno per rendere le nostre vite più belle e più evangeliche: “Ritornate a me con tutto il cuore… Lasciatevi riconciliare con Dio… Ecco oggi il giorno della salvezza… Pregate il Padre vostro nel segreto; Egli vi ricompenserà…”.

Cari amici, è qui il significato vero e profondo della Quaresima. Essa non vuol essere un tempo di tristezza e di pesantezza di vita. Essa non è intesa come un tempo di qualche devozione in più, né un tempo di qualche esercizio supplementare di ascesi, e basta. Essa ci viene donata da Dio e dalla Chiesa come occasione privilegiata per approfondire la consapevolezza della nostra condizione di battezzati in Cristo. Essa è un tempo di ripresa. Potremmo considerare la Quaresima come una Primavera Spirituale per una nuova fioritura della spirito, e per tonificare la nostra vita interiore con l’energia che lo Spirito Santo dona e che ci abilita ad essere persone impegnate nella Missione.

A tale riguardo, mi sembra doveroso fare riferimento a un pensiero di Benedetto XVI: ”Ogni anno, in occasione della Quaresima, la Chiesa ci invita a una sincera revisione di vita alla luce degli insegnamenti evangelici”. Noi chiediamo al Signore, per intercessione di Maria e di San Daniele Comboni, la grazia di una vita trasformata, la grazia della purificazione dei cuori, perché, come ha detto il Papa, “ogni ingiustizia ha origine nel cuore umano. E’ in esso che si trovano i germi di una misteriosa connivenza con il male, di una spinta profonda che porta l’uomo a ripiegarsi su se stesso e che lo mortifica nella capacità di entrare in comunione con gli altri”, e naturalmente con Dio.

Sono tre i mezzi privilegiati che ci vengono suggeriti per poter mettere in atto il rinnovamento quaresimale: la preghiera, il digiuno e la carità, come amore nella concretezza della vita e della missione.

Per quanto riguarda la preghiera, metterei l’accento su due aspetti: l’ascolto attento della Parola di Dio che è viva, efficace, sfidante e sempre attuale, e l’apertura della nostre menti e dei nostri cuori, per accogliere i doni della salvezza, cioè della pienezza di vita, in Cristo Gesù e nella Chiesa. Dio prende l’iniziativa, ma perché la salvezza diventi per noi esperienza sentita, la nostra accoglienza di Dio e dei suoi doni è necessaria.

Per quanto riguarda il digiuno, andrei molto al di là dell’astenersi dai cibi o dalle bevande. Questo digiuno ha un grande valore, ma c’è un altro tipo di digiuno che siamo chiamati a scoprire, o riscoprire, per la realizzazione di belle realtà positive che fanno bene a noi e agli altri… Ecco alcuni suggerimenti: – Tenere la TV spenta durante i pasti in famiglia e durante i venerdì di Quaresima. – Evitare di navigare su siti d’internet di natura dubbia o addirittura pornografica; – Evitare l’uso spregiudicato di immagini femminili e maschili in riviste, pubblicità e mass media in generale; – Evitare il frastuono per creare momenti di silenzio e di preghiera ogni giorno. – Evitare giochi d’azzardo e ricerca smodata di piaceri di ogni genere; – Non arroccarsi su posizioni di potere nella società, nella Chiesa, nella politica, nel lavoro, nella famiglia; – Astenersi dalla mania del consumismo e dall’ossessione dell’avere e del consumare, ecc.

Per quanto riguarda la carità, essa non si riduca a dare qualche soldino ai poveri qua e là, ma si esprima in veri gesti di amore nella concretezza delle diverse situazioni di vita: una parola di rabbia non detta, una parola di incoraggiamento offerta a una persona che vediamo in difficoltà, un gesto di perdono verso chi ci ha offeso, un momento di preghiera per gli ammalati e i sofferenti d’ogni genere. Forse sono piccole cose, ma ricordiamo questa meravigliosa verità: “Nel contesto dell’amore, niente è piccolo quando è grande il cuore che dona”. Ecco allora il praticare la carità non solo in denaro, ma anche donando tempo, lavoro e impegno per chi soffre, è povero, malato, perseguitato, nella convinzione che Dio ci vuole strumenti vivi di salvezza nelle sue mani. All’inizio di questa Quaresima Dio ci dice: “Sono in voi per amare e sostenere chi è nel bisogno”.

Termino questi spunti di riflessione e di preghiera all’inizio della Quaresima 2012, con una parola d’incoraggiamento e di speranza: Se vivremo questo tempo forte nella vita della Chiesa e quindi nella nostra vita, praticando con umiltà la preghiera, il digiuno e la carità, senz’altro cresceremo dentro e saremo testimoni di Cristo e della sua salvezza; testimoni di Cristo in questo mondo sporco di peccato e bisognoso di vita nuova.

Prendiamo ispirazione da un piccolo documento scritto all’inizio del 2° secolo d.C. E’ conosciuto come L’Epistola a Diogneto. Proclama la differenza che allora era così chiara e distingueva i Cristiani dal resto dell’umanità. Quell’epistola ci può essere di molto aiuto. Essa ci dice che la differenza non era questione di nazionalità, di lingua e di costumi. I Cristiani erano diversi perché l’organizzazione della loro comunità aveva caratteri sorprendenti. Per esempio, abitavano la loro rispettiva patria, ma come gente che era di passaggio; vivevano nella carne, ma non secondo la carne; dimoravano sulla terra ma erano cittadini del cielo; obbedivano alle leggi stabilite, ma con il loro tenore di vita superavano le leggi; amavano tutti ma da tutti erano perseguitati, capiti male e condannati; davano loro la morte ed essi ne ricevevano vita; erano poveri e facevano ricchi molti; privi di tutto e di tutto abbondavano; erano disprezzati e nel disprezzo trovavano gloria. I Cristiani erano nel mondo ciò che l’anima è nel corpo. ( Epistola a Diogneto, c. 5-6).

 

Il Signore vi benedica e vi protegga;

faccia splendere il suo volto su di voi

e vi doni il suo amore misericordioso.

Il Signore vi doni il sorriso della sua amicizia

e vi dia la sua pace. Amen.

 

Un augurio di ogni bene dal mio cuore di sacerdote-missionario, P. Giovanni