Per Cristo, con Cristo e in Cristo

(Cristo Gesù, Cuore della Vita Consacrata)

 

Spesso, quando nella nostra società si pensa alle persone consacrate, si pensa subito alle attività che esse svolgono e si pensa all’azione come l’aspetto primo della loro vocazione. Il pericolo esiste anche per noi: definirci più per quello che facciamo che per quello che siamo.

Ma consideriamo ciò che il Vangelo di Marco ci dice: “Salì poi sul monte, chiamò a sé quelli che volle ed essi andarono da lui. Ne costituì dodici perché stessero con lui e perché andassero a predicare con il potere di scacciare i demoni (Mc 3, 13-15).

Abbiamo qui i due elementi fondamentali della Vita consacrata: 1. Essere con Gesù come suoi amici e 2. Essere in movimento per la costruzione del Regno.

Prima viene l’essere con Gesù, poi l’azione come conseguenza dell’essere con lui.

Nel Vangelo Cristo Gesù è il nostro Maestro di vita. E questo è ciò che notiamo: mandato dal Padre per la salvezza del mondo, prima di agire per compiere la sua volontà, Gesù era con il Padre, in comunione con Lui:

“Io e il Padre siamo una cosa sola” (Gv 10,30); “Il Padre è in me e io nel Padre” (Gv 10,38). Come Cristo era in comunione col il Padre, noi dobbiamo essere in comunione col Cristo.

Mi viene in mente una storia: Una donna si recò a un centro commerciale con i suoi bambini per comprare un regalo per suo marito il cui compleanno era prossimo. I bambini correvano e guardavano a destra e a sinistra, proponendo alla mamma di comprare questo o quel regalo. La mamma chiese loro di essere pazienti e di permettere a lei di trovare un regalo secondo i gusti del papà. A un certo punto chiamò i suoi piccoli e disse loro di aver trovato un regalo che senza nessun dubbio sarebbe stato di gradimento al papà: una camicia e una cravatta ad essa intonata. Quando l’uomo ricevette il regalo, espresse grande gioia e apprezzamento. Il più piccolo dei bambini chiese alla mamma come aveva potuto dire di essere assolutamente sicura che il papà avrebbe apprezzato quel regalo. La mamma diede un bellissima risposta: “Ho vissuto la mia vita con tuo papà già per sedici anni. Conosco bene i suoi gusti.” Che bella espressione!

Quando siamo con Gesù, veniamo a conoscere sempre più profondamente i suoi parametri, i suoi valori, i suoi atteggiamenti, le sue motivazioni nell’agire, i suoi gusti.

Se non siamo con Gesù come suoi amici intimi, tutto ciò che noi facciamo ha poco valore nel contesto della fede e quindi della vita consacrata. Ascoltiamo questo passo dal Vangelo di Matteo:

“Non chiunque dice: ‘Signore, Signore’, entrerà nel Regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: ‘Signore,Ssignore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demoni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?’ Ma allora io dirò loro: ‘Non vi ho mai conosciuto. Allontanatevi da me voi che operate l’iniquità’.” (Mt 7, 21-23)

Quand’ero seminarista, questo passo in un certo senso mi irritava un pò. Infatti mi chiedevo: “Com’è possibile che Gesù poté pronunciare queste parole forti contro persone che avevano fatto cose grandi simili a quelle che io faccio ed eventualmente farò?” Poi capii il motivo: mentre quelle persone facevano grandi cose, i loro cuori non erano in comunione con Gesù per fare veramente la volontà del Padre.

Quando siamo in comunione con Gesù, la nostra vita assume un significato salvifico e diventa creativa; la nostra azione contribuisce alla costruzione del Regno; Gesù diventa il nostro Amico migliore, il nostro Salvatore, il nostro Maestro. E la realtà più meravigliosa è che in Cristo Dio diventa vicino, Dio diventa il nostro habitat e il suo mistero ci avvolge, dandoci vita sempre nuova. Capiamo allora che noi siamo perché Cristo è, noi possiamo operare il bene perché Cristo ci sostiene.

Nel N.3 di Testimoni (15 febbraio 2010) c’è un bellissimo articolo del biblista Alberto Maggi; è intitolato Perché scegliere Gesù? In modo stupendo presenta l’originalità della fede cristiana. L’autore dice: Di fronte all’attuale relativismo che tende ad appiattire le religioni e a considerarle uguali, mettendole sullo stesso piano, ci domandiamo: Perché noi cristiani scegliamo Cristo e non Maometto o Budda o altri? In che cosa si distingue Gesù? Qual è l’originalità del suo messaggio? La risposta che il biblista da, ci fa capire perché noi scegliamo Cristo Gesù e perché stiamo dicendo con forza che Lui è il cuore della Vita Consacrata. Perché per celebrare la nostra esistenza come cristiani e, più ancora, come persone consacrate, abbiamo un assoluto bisogno di quel Dio che in Cristo si è manifestato come colui che è a servizio nostro e di tutta l’umanità, e per questo

– non assorbe l’uomo, ma lo potenzia;

– non chiede, ma offre;

– non esclude, ma accoglie;

– non castiga, ma perdona.

Più che essere noi a servizio di Dio, è Dio che è a nostro servizio; in Cristo Dio si rivela come servo nostro e dell’umanità tutta.

“Il Figlio dell’uomo non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti” (Mc 10,45).

“Io sono in mezzo a voi come colui che serve” (Lc 22,27).

Don Tonino Bello era affascinato dall’immagine di Gesù che indossa un grembiule, proprio da servo. Interessante l’episodio della lavanda dei piedi. (Gv 13, 1-17) Alberto Maggi parla di Dio che “mette tutta la forza d’amore a disposizione degli uomini per innalzarli al suo stesso livello” e del Signore Gesù che “compie un lavoro da servo, affinché i servi si sentano signori.” Così Gesù manifesta la dignità vera, quella divina.

Molto interessanti i seguenti punti sempre dall’articolo di Alberto Maggi:

– In Gesù, l’Uomo-Dio, si manifesta la pienezza dell’amore del Padre, un Dio-Amore che non è un rivale dell’uomo, ma suo alleato, che non lo domina, ma lo potenzia, non lo assorbe, ma si offre all’uomo per comunicargli la pienezza della vita divina…

– Il nuovo volto di Dio proposto da Gesù è quello di un Padre che, anziché togliere, dona; anziché diminuire l’uomo, lo potenzia…

– Gesù presenta un Dio che non esclude nessuno, ma accoglie tutti. Gesù mostra un Padre “che fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti” (Mt 5,45). La comunione con Dio non dipende dagli sforzi dell’uomo, ma dall’accoglienza di un amore che è dono gratuito, e come tale va trasmesso (cf. Mt 10,8).

– Il Dio che si manifesta in Gesù non castiga, ma perdona; non solo non toglie la vita ai peccatori, ma gli comunica la sua.

Il biblista Maggi conclude: E’ questa la buona notizia, annunciata e vissuta da Cristo, che può ancora essere riproposta a uomini e donne che anelano alla pienezza della loro esistenza, e trovano in Gesù, solo in Gesù, la risposta alle loro aspettative: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò ristoro” (Mt 11,28).

 

A questo punto è importante dare una risposta a questa domanda: come impariamo a stare con Gesù e a crescere nella nostra comunione con lui? Indico qui alcuni mezzi privilegiati:

1. La Sacra Scrittura meditata con fiducia nell’azione dello Spirito (Lectio Divina).

Meditando la Sacra Scrittura, siamo resi capaci di contemplare Gesù e nel profondo del nostro cuore, comprendiamo il significato della sua persona, del suo messaggio e della sua azione. A proposito, Sant’Agostino ha un’importante intuizione: “Ignoranza della Sacra Scrittura è ignoranza di Cristo”. Invece familiarità con la Scrittura, è familiarità con Cristo.

2. La Preghiera e in modo particolare la Celebrazione Eucaristica e il Sacramento del Perdono.

Attraverso la preghiera il nostro essere con Cristo diventa esperienza di Lui nel profondo del nostro essere. Esperienza che implica tre elementi: – la consapevolezza che Gesù non è soltanto un grande personaggio del passato; Egli è vivo. – La consapevolezza che la sua presenza non è passiva , ma dinamica. Gesù parla e opera per la salvezza del mondo intero. – L’accoglienza di Gesù e della sua azione nella consapevolezza che egli non si impone ma si propone. L’accoglienza è essenziale.

 

Come possiamo vedere, essere in intimità con Cristo è di importanza basilare innanzi tutto per ognuno di noi personalmente per poter essere veramente ‘toccati’ dal ‘Dio con noi’; è poi importante nelle nostre relazioni con gli altri per cui siamo chiamati ad essere strumenti vivi di salvezza, proponendo la nostra esperienza di Cristo mediante la potenza dello Spirito.

 

Che Cristo sia veramente il centro della nostra vita consacrata, e che la nostra passione per lui diventi sempre più passione per l’umanità!

 

Benedico tutti di cuore e a tutti auguro ogni bene.