PECCATO ORIGINALE E IMPEGNO CRISTIANO

(PER CELEBRARE LA VITA….)

 

 

= Uno sguardo alla situazione di prima del peccato originale, ci rivela una relazione ricca di amore e armonia tra Dio e l’uomo. Il sentire dell’uomo era in sintonia con il sentire di Dio.

Quanto sono belli i seguenti versetti:

 

“Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò… Dio li benedisse e disse loro: ‘Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e soggiogatela, dominate sui pesci del mare, sugli uccelli e su ogni essere vivente…’ Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona”. (Gen 1, 27-31)

 

Però ecco la caduta, il peccato, con la provocazione di un essere ostile a Dio e nemico dell’uomo: Gen 3,1-24.

 

Analizziamo alcuni particolari che in questo passo sono molto importanti, per poter capire meglio la tragedia del primo grande ‘tradimento nell’amore’:

 

= L’albero. Era stato messo da Dio nel giardino perché l’uomo si fidasse di lui e lo prendesse seriamente. Esso era il segno della diversità tra Dio e l’uomo: “Lui Creatore, l’uomo creatura; Dio Amore, e l’uomo l’amato da Dio; Dio la Guida e l’uomo a Lui ubbidiente”.

 

Il serpente (il diavolo) volle deturpare l’immagine di Dio nella mente e nel cuore dell’uomo. Essendo astuto, decise di agire per far perdere all’uomo ciò che aveva perso lui stesso, cioè la relazione d’amore con Dio. Così fece in modo che l’uomo considerasse Dio come un Dio geloso che assolutamente non voleva che nessuno fosse come lui. Il serpente poi fece sorgere nell’uomo un desiderio: diventare come Dio senza Dio, con le proprie forze umane, come se ciò fosse cosa possibile: avere il dono della vita senza il Donatore.

 

= Ecco allora il disastro: la decadenza più tragica derivante dal grande errore di voler mettersi al posto di Dio.

 

Due conseguenze terribili:

 

a) il rendersi conto della nudità, simbolo di fragilità e di debolezza. L’uomo si nasconde e copre la sua fragilità per non vederla. Così l’uomo inganna se stesso.

 

b) l’afflizione della paura: quando non c’è l’Assoluto a fondamento della vita, allora entra la paura perché nessuna cosa creata può salvare, né dare quella pace profonda di cui l’uomo ha bisogno. Quando non si è in comunione col Dio generoso, si ha paura di rimanere a mani vuote, ci si rifiuta di donare e realmente si rimane con un cuore indurito e triste.

 

Un’immagine per capire meglio la situazione appena descritta è la seguente: prima del peccato, l’uomo era connesso alla sorgente abbondante e inesauribile dell’acqua viva: Dio stesso.

Col peccato l’uomo tagliò quella connessione e venne a trovarsi accanto a una piccola cisterna che poteva esaurirsi facilmente e all’improvviso. Ecco allora l’egoismo con quella paura che mortifica, avvilisce la capacità di donare e genera il bisogno di trattenere tutto per sé.

 

Nel libro della Genesi troviamo la descrizione di altri due peccati così strettamente connessi col peccato originale, da essere chiamati da alcuni teologi “le altre due facce del peccato originale”:

 

= Gen 4,3-15 (Caino e Abele). Lo stesso moto di orgoglio che ha spinto l’uomo contro Dio, lo eccita contro il prossimo. Avendo Abele ottenuto da Dio una benedizione più grande del fratello Caino, viene visto da questo come suo grande rivale… e Caino uccide Abele. Dall’orgoglio nasce l’invidia e questa genera l’odio e l’omicidio.

 

= Gen 11, 1-9 (La torre di Babele) ci presenta il vano tentativo umano di creare unità: l’unità però è innanzi tutto dono di Dio. L’uomo da solo può produrre soltanto massificazione e controllo che producono poi avvilimento e morte.

 

PECCATO ORIGINALE E NOI

 

= Il peccato originale creò una situazione di tanta fragilità in cui viene a trovarsi ogni uomo che nasce, vive e opera. In essa ci troviamo noi! Ed ecco il peccato individuale e il peccato sociale presenti nel nostro mondo.

Questa distinzione tra peccato individuale (personale) e peccato sociale è molto importante, soprattutto per quanto riguarda la responsabilità di ogni persona. Infatti alcuni mettono così tanto l’accento sul peccato sociale, da far quasi scomparire il peccato individuale di ogni persona con la responsabilità che esso implica. Per ogni peccato, si dice, la colpa è della società corrotta e contaminante, non della singola persona.

 

L’impegno cristiano derivante dal Battesimo, ci chiede di andare contro corrente, lasciandoci afferrare da Cristo che ci avvolge nel suo amore senza limiti e ci rende capaci di vivere in modo creativo, per il bene nostro e degli altri.

Nel contesto dell’impegno cristiano è di fondamentale importanza ricordare che dopo il peccato originale, Dio continuò a parlare all’uomo fragile e peccatore; Dio continuò ad amarlo. E Dio continua ad amare questo mondo sporco di peccato; continua ad amare noi mentre ci chiede di lasciarci amare da lui e di essere suoi collaboratori per la salvezza del mondo.

Per realizzare questo piano di Dio, è necessario che nella nostra vita ci sia un movimento; movimento che possiamo mettere in atto ponendo la nostra fiducia in innanzi tutto in quell’ energia altamente dinamica che è dono dello Spirito.

Questo movimento ci fa tendere a lasciare sempre più il “mondo della carne ferita dal peccato” per addentrarci invece sempre di più nel “mondo dello Spirito”.

 

Il primo mondo è costituito dalle nostre idee, dai nostri piani, dalle nostre valutazioni e dai nostri diritti, quando queste realtà vengono prese senza considerare le proposte di Dio. Importante meditare: Lc 12,16-21 (l’uomo che accumula tesori vani); Lc 18,10-14 (il fariseo); Gal 5,19-21 (le opere della carne).

Una persona che si infanga in questo mondo non può fare una vera esperienza di salvezza.

 

Il mondo dello Spirito è costituito dal piano di Dio, dalla parola di Dio, dal discepolato in Cristo, dalla vita di comunione con gli altri, dalla missione. Importante meditare: Lc 1,26-56 (l’annunciazione); Lc 19, 1-10 (Zaccheo); Gal 5, 22-25 (i frutti dello Spirito).

E’ nel mondo dello Spirito che l’esperienza della salvezza diventa sempre più forte e vivace.

 

 

QUATTRO MALI GENERATI DAL PECCATO ORIGINALE

IN CHI AD ESSO NON REAGISCE

 

1. La falsità: Una falsa immagine di Dio genera una falsa immagine della persona che a sua volta genera le seguenti realtà negative: Narcisismo o Pessimismo, Esaltazione o Abbattimento, Distruzione di sé o Distruzione degli altri.

 

2. Una preoccupazione di sé che diventa sempre più esagerata.

 

3. Una grande paura di ogni tipo di morte: distacchi, rinunce, morte fisica…

 

4. La cecità: si vede soltanto il male o si vede tutto con sospetto.

 

In questa situazione, la cosa peggiore è questa: la persona è convinta che tutto ciò che vede e sente è verità. Un vero disastro!!!

 

Questi quattro mali possono essere combattuti efficacemente solo mediante l’apertura a Dio e alla sua azione, unita naturalmente alla nostra collaborazione con Lui nella concretezza della vita.

Mi piace molto il ritornello di un canto inglese che cito spesso. Esso dice: “Grandi cose avvengono quando Dio si mescola con noi”, quando la sua iniziativa incontra la nostra collaborazione. Così come l’incontrò in Maria, in Daniele Comboni e in tutti coloro (uomini e donne) che si sono distinti e si distinguono nel Regno di Dio.

 

Concludo presentando un breve testo su Dio Trinità e Noi. La contemplazione della Trinità, così come si presenta nella storia della salvezza e nella Sacra Scrittura, ci sostiene nel nostro cammino di impegno cristiano dandoci la forza di celebrare la Vita.

 

 

DIO-TRINITA’ E NOI

 

= Dio Padre che non è geloso. Egli è ricco di Amore; l’Amore che genera vita fino alla follia manifestata nel dono del Figlio, Cristo Gesù… Ef 1, 3-14

 

= Gesù che ama l’umanità, fatta di fratelli che salva, dando se stesso senza riserva alcuna e senza mai dire: “Vi amerò se prima diventerete più buoni”, ma dicendo: “Lasciatevi amare e sarà il mio amore a rendervi sempre più buoni”. Fil 2, 5-11

 

= Lo Spirito Santo che dona energia sempre nuova e che crea Unità nella diversità e Diversità nell’unità… Lo Spirito Santo che dona la Forza per celebrare la vita, un senso profondo della Missione per andare avanti con entusiasmo, e il dono di una Pace che non ci può essere tolta da nessuna persona o afflizione. Atti 2, 1-13

 

A conclusione di questa meditazione, chiediamo al Signore di sapere riflettere, pregare e vivere per conoscere il suoi doni, apprezzarli, gustarli, svilupparli e condividerli.

 

 

 

 

 

PREGHIERA DELLA SERENITA’

 

O Dio, dammi serenità per accettare ciò che non posso cambiare,

coraggio per cambiare ciò che posso cambiare, e sapienza

per conoscere la differenza – vivendo un giorno alla volta,

accettando le difficoltà come sentieri che portano alla pace,

prendendo il mondo, come Gesù fece, così com’è,

sporco di peccato, e non come io lo vorrei, fiducioso che

Lui trasformerà ogni cosa se soltanto mi abbandono alla sua

volontà – per essere abbastanza contento in questa vita e

pienamente felice con Lui nell’eternità. Amen. (R. Neibuhr)