Uno dei prefazi di Quaresima dice che Dio Onnipotente ed Eterno che è nostro Padre, ‘ha stabilito per le sue figlie e i suoi figli un tempo di rinnovamento spirituale, perché si convertano a Lui con tutto il cuore, e liberi dai fermenti del peccato, vivano le vicende di questo mondo, sempre orientati verso i beni eterni’. Per ottenere questo scopo e quindi per celebrare a Pasqua la pienezza della vita nuova in Cristo, è necessario ‘vivere il deserto’.

Che cos’è il deserto? Nella Spiritualità Cristiano-Cattolica, e in linea con ciò che Papa Francesco ha detto e scritto, il deserto è un grande simbolo con un doppio significato. Il deserto è il luogo privilegiato dell’incontro con Dio: Dio parla al cuore di coloro che, vivendo il deserto, cioè vivendo dell’essenziale e liberi da tante distrazioni, si aprono a Lui e ascoltano la sua Parola; l’ascoltano per viverla e godere così della salvezza, frutto dell’Opera di Cristo Misericordioso, obbediente al Padre e tutto preso da compassione per l’umanità perduta. Il deserto ha un secondo significato: è il luogo della tentazione da parte del demonio che approfitta della fragilità e dei bisogni umani, per assoggettare coloro che Dio chiama alla vita. Fa ciò mediante l’offerta del ‘potere assicurato’ senza opposizione alcuna, del ‘piacere senza nessuna regola’ e del ‘successo senza fatica’. Tutte queste cose portano all’agonia e alla morte.

Proprio all’inizio del tempo quaresimale, il passo evangelico ci presenta Gesù stesso che all’inizio del suo ministero pubblico, si lasciò sospingere dallo Spirito nel deserto dove rimase per quaranta giorni. Tentato da proposte diaboliche, Egli ottenne la vittoria su Satana mediante la preghiera e la penitenza; così scelse il suo stile di vita fatto di amore e di fedeltà al piano del Padre per la salvezza dell’umanità intera. Gesù intraprese non la vita facile proposta dal demonio, ma la vita di donazione totale fatta di sacrificio fino in fondo. In questo modo, Gesù indicò la strada da seguire a tutti coloro che avrebbero deciso di seguirlo in modo creativo, per la gloria di Dio e la salvezza del mondo. Oggi Gesù rifà la proposta a noi: adottare il suo stile di vita, preparandoci a viverlo durante questa quaresima con l’impegno della preghiera, della penitenza, della carità e del raccoglimento. Così la Pasqua che si avvicina sarà una celebrazione di via rinnovata.

Il nostro coinvolgimento in tutto ciò che abbiamo descritto finora, ci porta a fare memoria del nostro Battesimo per rinnovare a Pasqua la nostra alleanza con Dio, grazie alla conversione in cui ci addentriamo mediante la fede in Cristo Gesù e nel suo Vangelo. Durante la Veglia Pasquale, raggiungeremo il traguardo della corsa iniziata il Mercoledì delle ceneri. Rinnoveremo le promesse del nostro Battesimo, con le quali un giorno rinunciammo a Satana e alle sue opere, e ci impegnammo a servire fedelmente Dio nella Chiesa. Ricordiamo allora l’invito di Gesù, “Convertitevi e credete al vangelo”, per prepararci a un sincero e solenne rinnovo delle promesse battesimali, vivendo intensamente questo importante tempo liturgico. Ricordiamo i mezzi suggeriti, come l’ascolto e la meditazione della Parola, l’imitazione di Cristo Gesù, l’umiltà, la preghiera e l’amore verso tutti. Possiamo essere incoraggiati dalla consapevolezza che la vita cristiana è un pellegrinaggio con questo scopo: morire e risorgere con Cristo. Ecco perché la Quaresima ci conduce alla Pasqua.

Quest’oggi invito me stesso e tutti voi che mi leggete o ascoltate (preti, laici, religiosi e religiose, tutte le persone di buona volontà)ad assumere un grande impegno nella concretezza della nostra vita; diciamo un grande NO a tutto ciò che impedisce la nostra conversione e il nostro credere al Vangelo: l’egoismo, la superbia, la chiusura nel nostro piccolo mondo, la sete sfrenata dell’avere e del consumo, il mettere da parte i valori umani e cristiani, la doppiezza, e il prescindere da Dio stesso.

Che la Madonna, Mamma di Gesù e Mamma nostra, e tutte le sante e i santi che intercedono per noi, ci ottengano la grazia di essere rinnovati nella fede e nelle promesse del nostro Battesimo, per una Pasqua che sia vera celebrazione di vita; una vita degna di essere vissuta e quindi serena e gioiosa.

 

                                                                                              Giovanni Taneburgo

                                                                                          Missionario Comboniano