𝐏. Antonio Di Lella
Antonio nasce il 20 dicembre 1937 a Caserta (Italia) in una famiglia molto religiosa. Inizia le elementari nel vicino Istituto salesiano e, durante le vacanze, trascorre intere giornate nell’oratorio attiguo al collegio. Lo stesso fa per le tre classi medie. Per i due anni del ginnasio, invece, si reca nel seminario minore della Prelatura territoriale di Pompei. In una lettera a padre Leonzio Bano, confiderà: «Già in ginnasio nutrivo una forte simpatia verso le missioni, al punto che mi abbonai a Il Piccolo Missionario [un mensile per ragazzi pubblicato dai comboniani, ndr]. Divoravo le storie dei missionari che vi erano raccontate».
Per i tre anni di liceo, Antonio passa al Pontificio Seminario Regionale a Salerno. Nella stessa lettera a padre Bano, scrive: «Fu qui che quella forte simpatia divenne una ferrea decisione». In seconda liceo, incoraggiato dal padre spirituale, nelle lettere alla famiglia Antonio comincia ad accennare la sua volontà di diventare missionario. Incontra però una viva opposizione, soprattutto da parte del fratello salesiano, che lo vorrebbe salesiano come lui, e della mamma, che invece lo vuole sacerdote della
Prelatura del Santuario mariano. Antonio si sfoga con padre Bano, che lo incoraggia a tener duro e a consultarsi sempre con il padre spirituale.
Nel giugno 1995, Antonio supera gli esami di maturità liceale. Durante le vacanze, la famiglia gradualmente finisce con l’accettare la sua scelta. Il 13 novembre 1955 entra in noviziato. Il 9 settembre 1957, emette i voti temporanei e inizia lo scolasticato a Venegono. Fa la professione perpetua il 9 settembre 1959 e il 29 giugno 1960 è ordinato sacerdote. Una settimana dopo, è a Roma, in via S. Pancrazio, per un corso biennale di Diploma in Teologia spirituale.
In agosto 1962 è destinato alla scuola apostolica di Pesaro come padre spirituale. L’anno successivo è assegnato alla scuola apostolica di Troia, sempre come padre spirituale. In luglio 1967 è destinato al Brasile (allora Regione dello Spirito Santo), come parroco di Mucuricí, diocesi di São Mateus.
A luglio 1971 è di nuovo a Roma, nella Curia generalizia, per un corso di aggiornamento all’Ateneo salesiano. Nel luglio 1972 torna in Brasile, destinato a Jerônimo Monteiro, incaricato dell’animazione missionaria e promozione vocazionale. Ci rimane per cinque anni. Nel 1977, è assegnato alla Regione del Brasile Nord, come parroco a Mirador.
A luglio 1980, padre Antonio è al Centro di animazione missionaria di Napoli, come promotore vocazionale e superiore. Nel 1983, la comunità comboniana si sposta a Casavatore (Napoli) e diventa sede del postulato comboniano nel Sud Italia.
Nell’aprile 1987, il padre generale Francesco Pierli gli invia la lettera di destinazione alla provincia del Brasile Nord. Padre Antonio risponde: «Non vedo l’ora di tornare nelle foreste del Nordeste brasiliano, per perdermi con il mio popolo povero che mi aspetta e ha bisogno di un fratello che stia con lui, “segno” della presenza di un Padre che ci ama in modo straordinario e vuole la salvezza di tutti».
A luglio, è a Uruçui. Vi rimane fino alla fine del 1992. Dal 1° gennaio 1993 è superiore nella parrocchia di Santa Rita/Tibiri per 5 anni. A luglio 1998 si sposta al Centro di formazione e animazione missionaria (Cefram) di Teresina, per poi passare alla parrocchia di Timon, come economo della comunità.
Dal 1° gennaio 2002, padre Antonio è di nuovo assegnato alla provincia italiana. Viene destinato dapprima alla comunità di Pesaro per coordinare iniziative di formazione permanente, ma dieci mesi dopo è a Casavatore per l’animazione missionaria. Nel febbraio 2003, deve sottoporsi a un intervento per un triplice bypass al cuore.
In ottobre 2006, è di nuovo destinato al Brasile, assegnato alla parrocchia di Ceilândia Norte per pochi mesi, e poi definitivamente a Duque de Caxias, fino al settembre 2008. Il mese seguente è nella missione-parrocchia di Porto Velho, dove rimarrà per cinque anni. Nel maggio 2010, per “solennizzare” i suoi 50 anni di sacerdozio, ottiene il permesso di una “sosta di 4 mesi” per poter visitare alcuni luoghi significativi in Europa (Fatima, Santiago de Campostela, Lione, Lisieux e Parigi), celebrare il 29 giugno il 50° di sacerdozio nella cattedrale di Caserta, e, in agosto, fare “un pellegrinaggio” che lo porta a visitare le 6 parrocchie brasiliane in cui ha vissuto 43 anni come missionario.
In luglio 2013 è al Centro Ambrosoli a Milano per cure. Dopo alcune settimane all’ospedale “Luigi Sacco” per controlli al cuore, a settembre è a Casavatore per un periodo di riposo. Spera di potersi rimettere del tutto e tornare in Brasile, ma nell’ottobre 2014 va “in pensione” alla casa-rettoria di Lucca. Non rimane mai fermo: tra attività di ministero e incontri di animazione, riesce ancora a riempire le sue giornate.
A settembre 2020, torna alla comunità di Milano per cure. Alla fine del 2021, si ritira al Centro Fratel Fiorini di Castel D’Azzano (Verona). È l’ultima tappa, ed è pronto a spiccare il volo verso il paradiso, che avviene il 27 aprile 2023, a causa di una forte crisi respiratoria.
Il 29 è celebrato il funerale nella comunità comboniana di Castel D’Azzano. Poi la salma è trasportata a Caserta, dove il 30 aprile viene celebrata una messa funebre nella parrocchia di Nostra Signora di Lourdes.
È presente anche il sindaco di Caserta, Carlo Marino, che chiede la parola e dice: «Padre Antonio è stato un grande casertano. Era un uomo tenace, ma allegro. Sapeva farsi voler bene da tutti. Il suo amore per gli ultimi e i più poveri, ai quali ha dedicato tutta la sua vita, rappresenta un esempio per l’intera comunità casertana».
(Padre Franco Moretti, mccj )