Nella sua presentazione del fatto dell’Ascensione, Marco mette insieme la Gloria di Cristo e la Missione della Chiesa. In una società in cui la stragrande maggioranza delle persone vive la vita come se fosse racchiusa nei limiti dell’esistenza terrena e basta, l’Ascensione di Gesù apre le nostre menti e i nostri cuori all’accoglienza della visione della vita eterna, cioè della vita che non finisce mai. Che la celebrazione di questa importante solennità, ci renda capaci di vivere come pellegrini sulla terra, facendo sorgere in noi un forte desiderio di entrare un giorno nella patria celeste dove Gesù, Crocifisso e Risorto, ci attende per tenerci sempre con sé nella gloria. Ecco allora che l’Ascensione del Signore non significa un suo abbandonare i suoi discepoli, ma ha il significato profondo di una condizione nuova della sua presenza. Com’è bella e importante la proclamazione che è garanzia di questa sua presenza: “Ecco, io sarò con voi per sempre… fino alla fine del mondo”. Possiamo comprendere allora l’invito della colletta della Celebrazione Eucaristica odierna, un invito a gioire: “Esulti di santa gioia la tua Chiesa, o Padre, per il mistero che celebra in questa liturgia di lode, poiché nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria”.

Quali sono le conseguenze dell’Ascensione del Signore per la Chiesa, per noi suoi discepoli?

La prima conseguenza riguarda l’invito a diventare sempre più consapevoli della chiamata ad essere testimoni di Cristo, vivendo secondo il suo Messaggio di vita e d’amore, e con un forte desiderio che diventa passione nel cuore: contagiare tutti coloro che incontriamo con il dono della fede vissuta in pienezza. Tutto ciò fidandoci non delle nostre forze umane, ma aprendoci allo Spirito Santo che ci da un’energia che non può deluderci mai, perché non ci lascia mai nella nostra debolezza. Una provocazione: Siamo credenti vivaci nel vivere come seguaci di Cristo, o siamo credenti timidi e paurosi?

La seconda conseguenza: Nella lettera agli Efesini, Paolo ci invita a vivere secondo la vocazione che Dio ha disposto per ognuno di noi, per poter trasmettere fiducia e speranza nel futuro, creare quell’unità di fede che ci fa sentire tutti fratelli e figli dello stesso Padre, e agire come operatori di pace, con amore, umiltà, pazienza e ottimismo. Ecco allora il nostro essere consapevoli dell’energia che lo Spirito Santo ci dona, per mirare a cambiare il mondo perché sia più bello, più vivibile, più luminoso.

La terza conseguenza dell’Ascensione: Nel passo evangelico, Gesù invita i discepoli e quindi noi, ad annunciare il Vangelo a ogni creatura, a tutti coloro che possiamo raggiungere con zelo e interesse per il bene di ogni persona, nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità, negli ambienti di lavoro, tra gli amici e i conoscenti. Fare tutto ciò nel mondo d’oggi afflitto da tante guerre, da tante contraddizioni e dai tanti mali che, credo, ben conosciamo, non è cosa facile, ma senza dubbio possiamo fidarci dell’energia che, come sento il bisogno di dire spesso, lo Spirito ci dona. La sua energia ci rende capaci anche di sorridere ogni giorno, mentre ci consultiamo non con le paure che possono aggredirci, ma con le nostre speranze e i nostri sogni.  Queste due realtà stupende, speranze e sogni, sono supportate dalle parole di Gesù: “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: Vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi” (Giovanni 14,1-3). Questo è il nostro destino ultimo: un’eternità felice, una gioia senza fine.

Per intercessione della Madonna e dei Santi e delle Sante di Dio, chiediamo la grazia di credere sempre più in tutto ciò che la Parola ci ha presentato, per renderci capaci di celebrare la vita.

 

                                                                                            Giovanni Taneburgo

                                                                                         Missionario Comboniano