Nel Vangelo di oggi, abbiamo una scena che spero tocchi tutti nell’intimo, con sentimenti di commozione e di gratitudine a Gesù che mostrò vicinanza solidale a un lebbroso che si era avvicinato a Lui. Questi, messosi in ginocchio, “lo supplicava e gli diceva: ‘Se vuoi, puoi purificarmi!’. Gesù ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: ‘Lo voglio, sii purificato!’. E subito la lebbra scomparve da lui ed egli fu purificato”. Fu guarito dalla presenza e dall’operato di Cristo Gesù che sempre miravano a rigenerare la vita. E quanti miracoli furono fatti da Gesù per rigenerarla, sanando coloro che erano prigionieri del male! Percorrendo i testi dei Vangeli, troviamo tanti interventi miracolosi da parte dei Gesù. Ne consideriamo alcuni. Abbiamo ciechi che riacquistarono la vista, zoppi che divennero capaci di camminare, sordi che divennero capaci di udire, lebbrosi che furono purificati, morti a cui fu ridonata la vita, ecc. Ci sono due interventi del Signore che considero grandi miracoli nel mondo dello Spirito. Grazie ad essi, grandi peccatori cambiarono vita e ai poveri fu annunciata la Buona Notizia. In tutto ciò, vediamo l’energia onnipotente del Cuore di Dio che in Gesù toccò l’umanità tutta nella sua fragilità e liberò molti dai mali da cui erano afflitti.

Veniamo al nostro presente! Gesù è vivo, e anche oggi, possiamo esserne certi, Egli è desideroso e pronto ad agire da buon samaritano, a vantaggio di ‘ogni persona piagata nel corpo e nello spirito, per versare sulle sue ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza (vedi il Prefazio Comune n.8). Gesù è pronto ad agire benevolmente per tutti coloro che invocano il suo nome. Egli è pronto ad agire per tutti noi mentre tutti   siamo bisognosi di aiuto, e di tanta cura. Infatti, sono convinto che nessuna persona è in perfetta salute. In diversa misura, siamo tutti malati, se non fisicamente, senz’altro nel nostro intimo; consapevoli o no, siamo tutti sofferenti e feriti dentro, chi più chi meno. Spero che, parlando in questo modo, non offenda nessuno. Infatti, sono studi di psicologia e di medicina, come pure molte esperienze di vita che dimostrano che ciò che ho appena detto è vero. Ogni persona ha delle ferite: ferite che possono andare indietro nel tempo, fino al periodo della fanciullezza, o che ci sono state inflitte lungo il corso della vita: ferite causate dai peccati commessi, o da qualche fallimento, o da qualche umiliazione, o da difficoltà mai superate ….

Tutti abbiamo bisogno di avere la nostra vita rigenerata! Allora chiediamo al Signore la grazia di conoscere e di accettare le nostre ferite, e di lasciarci guarire da Lui. Chiediamo pure la grazia di poter essere strumenti di guarigione per gli altri. Guarire le ferite della vita! Come? Gesù ci dà la risposta: attraverso l’amore. E la risposta può venire anche da esperienze di vita. Tra le grazie che ho avuto durante il mio pellegrinaggio missionario, c’è anche questa: ho trascorso tre mesi e mezzo nelle prigioni nazionali delle Filippine. In quel contesto, ho formulato il seguente principio: ”Se non è l’amore a trasformare una persona, nessun’altra cosa lo potrà fare. Nemmeno la pena di morte”. Dio agisce sempre e soltanto con amore e per amore. Passiamo all’azione. Mentre possiamo avere l’impressione che nella nostra società molti non pregano più, noi preghiamo ringraziando il Signore per i tanti doni che ha riversato su di noi, e chiedendogli di agire per rigenerare la nostra vita: “Signore, se Tu vuoi, puoi guarirci!” Chiediamo anche la grazia di sapere intercedere per l’umanità così tanto bisognosa di salvezza, convinti che “la preghiera d’intercessione ci conforma da vicino alla preghiera di Gesù” (Catechismo della Chiesa Cattolica).  E impegniamoci anche per essere strumenti vivi di rigenerazione della vita per le persone che sono membri delle nostre famiglie e delle nostre comunità, facendo nostri gli elementi che Papa Francesco considera costituitivi dello stile di Dio: Vicinanza, compassione e tenerezza.

 

                                                                                                   Giovanni Taneburgo

                                                                                              Missionario Comboniano