Padre Giovanni Taneburgo

MESSAGGIO MISSIONARIO: LA SALVEZZA E’ PER TUTTI I POPOLI

La prima lettura della Liturgia Eucaristica di oggi contiene una profezia stupenda che dovrebbe dare gioia alla Chiesa missionaria e quindi a tutti noi. Dio afferma con forza che condurrà gli stranieri (i pagani) sul Suo monte santo perché facciano parte del popolo dei salvati e siano colmati di gioia nella Sua casa di preghiera. Il Salmo responsoriale invita tutti i popoli a esprimere gratitudine lodando il Signore per la sua opera di salvezza. La seconda lettura presa dalla lettera di San Paolo ai Romani ci fa capire che l’aprirsi dei pagani alla salvezza per grazia di Dio, non significa rigetto del popolo eletto. No! La chiamata di Dio rivolta a Israele è irrevocabile; la misericordia di Dio però è verso tutti, e tutti sono da Lui chiamati a godere della Sua presenza che emana misericordia nella sua casa. Come dicevo sopra, per la Chiesa Missionaria e quindi per noi, tutto ciò dovrebbe essere sorgente di gioia; inoltre dovrebbe essere occasione di gratitudine. In questo mondo afflitto da tanti mali in cui sono molti quelli che costruiscono muri di divisione, espressioni di odi e di rigetto, Dio crea ponti di vita, di comunione e di salvezza.

Il passo evangelico ci presenta Gesù mentre si trova nella zona di Tiro e di Sidone cioè in territorio pagano. Una donna Cananea, piena di fede, si avvicina a Lui e lo supplica: “Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio”. La prima reazione di Gesù che forse mette duramente a dura prova quella donna per la durezza con cui si esprime, potrebbe sorprenderci. Però ho pensato che probabilmente Gesù intendeva invitare la donna a chiedere con maggior fede perché poi godesse molto di più per il pieno esaudimento della sua richiesta. In realtà la donna mostrò grande coraggio e profonda umiltà, realtà dovute alla certezza che aveva nella capacità di Gesù di fare il miracolo. E così Gesù le disse: “Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri”. Il Vangelo afferma: “E da quell’istante sua figlia fu guarita”. La conclusione dell’incontro e del dialogo tra Gesù e la donna Cananea, ci fa pensare all’apertura di Gesù verso tutti con preferenza per i lontani, i poveri, gli stranieri, i bisognosi che si relazionano a Lui con fede, con apertura di mente e di cuore.

Quando noi ci rivolgiamo a Dio mediante la preghiera che ci sembra non ascoltata da Lui perché la risposta non arriva subito come cosa dovuta, come ci comportiamo? Accusiamo Dio di mancato ascolto e attenzione perché non ci dà tutto e subito, oppure imitiamo la donna Cananea nella sua umiltà e perseveranza? Abbiamo mai pensato che Dio, con ciò che noi consideriamo ritardo, voglia purificare la nostra preghiera rendendola più efficace per la nostra crescita nella fede? Fede, fiducia, preghiera e perseveranza devono sempre essere insieme nella nostra vita. E’ così che la nostra relazione con Dio è relazione di persone umili e mature; è così che ci comportiamo da figli e figlie di Dio che è sempre Padre buono e ricco d’Amore misericordioso. Ed è così che il nostro essere in comunione con Dio si traduce sempre in apertura verso tutti e in un vero impegno per difendere e promuovere il vero bene di tutte le persone che abitano questo mondo

Che lo spirito missionario cresca nella Chiesa, in noi e in ogni comunità per poter essere segni, sacramenti di unità, di pace, di fratellanza e di salvezza. E che tutto ciò sia come un grande sogno che diventa realtà per l’impegno di tutti.

Concludo tornando a dare uno sguardo alla donna Cananea: “Pochi personaggi del Vangelo sono simpatici come questa donna: è una madre, non prega per sé, ha immaginazione, non si arrende ai silenzi o al rifiuto, intuisce sotto il no di Gesù l’impazienza di dire di sì. (…) Questa è la grandezza della sua fede”. (Hermes Ronchi).

Giovanni Taneburgo
 Missionario Comboniano