Questa mattina ero preso dal lavoro in falegnameria, per preparare delle scaffalature. Con il piccolo moto-generatore acceso lavoravo con la circolare troncatrice da banco. Un confratello mi chiama per dirmi che ero atteso: Il parroco aveva ritirato una carrozzina a pedali, regalata per una bambina con handicap. La carrozzina in questione chiedeva delle modifiche. Pianto tutto e vado a vedere di cosa si tratta.

Toh! Sorpresa! Seduta nella carrozzina c’è Vicky, una ragazzina di circa dieci anni, simpatica, chiacchierona e sempre con il sorriso. Oggi però niente sorriso. La saracinesca dei sorrisi è chiusa per sciopero di protesta e ha “messo giù un muso chilometrico”. Sono meravigliato che qualcuno abbia pensato di procurargli una carrozzina a pedali e, conoscendola, capisco subito che Vichy non è per niente contenta. Cerco di tirarla su di corda e fagli qualche domanda, ma non risponde.

La carrozzina è stata fatta magistralmente nell’officina del Cagen di Fratel Domenico, bravo missionario della Consolata, ma non si adatta a Vicky. I pedali posti sul manubrio e mossi dalle mani gli sbattono sulle ginocchia e lei non riuscirebbe a “pedalare”, e capisco subito che neanche ha voglia di utilizzare la carrozzella e ancor meno di muovere pedali. Sono d’accordo con lei. A mio avviso ha pienamente ragione. La proposta della carrozzina è certamente nata da buone intenzioni, ma senza il consenso dell’interessata. Ho fatto le opportune modifiche alla carrozzina, ma so che alla bambina non interessano.

Cerchiamo di conoscere meglio chi è Vicky. Qualcosa ho già detto sopra. Non ho detto che, ha perso il papà e recentemente anche la mamma, era figlia unica. Abita con la zia materna che è insegnante e non ha figli. Vicky è nata con un grosso problema alle gambe e cammina quasi seduta sui talloni. Fosse nata in un altro Paese, certamente degli ortopedici esperti avrebbero fatto diversi interventi chirurgici per permettergli di reggersi dritta e camminare almeno decentemente. Lei non si preoccupa delle sue condizioni e cammina quasi inginocchiata affianco dei suoi amici per andare a scuola, agli incontri o in chiesa. Oramai è esperta e si muove veloce in tutta libertà e senza farsi problemi.

Fa parte del gruppo parrocchiale delle “Minzoto” (stelle) e in chiesa danza con loro, alla sua maniera, cantando e lodando il Signore. E’ vivace e allegra e si trova a suo agio a scuola e nei giochi. Viene spesso a trovarmi con amiche e amici per salutarmi. Do loro qualche biscotto e ripartono allegri e contenti.

Preferisce rimanere così e godersi la libertà e l’amicizia. Cerco di interpretare il suo pensiero che non è facile da esprimere. Se avesse la capacità di esprimersi direbbe: “Lasciatemi la mia libertà”. La carrozzella è un ostacolo, un nuovo handicap cui non aspira. Sentirsi confinata e separata da amichette e amichetti da una carrozzina, non è il suo desiderio. Quando sarà più adulta deciderà lei se utilizzarla o meno.

E la carrozzina? Potrà sempre servire ad altri che ne abbiano bisogno. C’è ad esempio Josée, che è una giovane di vent’anni con seri problemi di movimento e cammina peggio di Vicky. Lei sarebbe più matura e ben disposta per questo mezzo e sarebbero contente anche la sua mamma e le sorelle che devono caricarsela sulle spalle per portarla o in parrocchia o dalla nonna.

C’è un altro inconveniente: abitano nel bassofondo di una valletta umida, dove ristagna spesso l’acqua delle forti piogge. La mamma non aveva grandi possibilità e ha dovuto adattarsi a scegliere questo posto non troppo salubre. Non è facile risalire da questo “buco” per raggiungere la strada principale che è pianeggiante e ben intrattenuta. Sui sentieri ripidi stretti e tortuosi è ancora più difficile riuscire a portare su la carrozzina e Josée. La carrozzina sarebbe una difficoltà e un peso in più.

Per le sue condizioni Josée, pur essendo intelligente, non è mai potuta andare a scuola, e farsi delle amiche. Resta confinata nel suo cortile insalubre. Terreno, tra l’altro, covo di serpenti. Una notte, mentre Josée dormiva, uno di questi indesiderati, sgraditi e pericolosi ospiti, gli è strisciato sul corpo. Fu salvata dalla sorella maggiore, prontamente intervenuta con decisione liquidando l’intruso.

Che cosa riserva il futuro a ragazzi e ragazze poco fortunati come Vicky o Josée? Che cosa possiamo fare per loro rispettando la loro dignità e senza privarli della loro libertà? Che lo Spirito Santo ci illumini e aiuti a capire che cosa dobbiamo fare e soprattutto essere per queste per questi ragazzi e ragazze meno fortunati.