1 – 15 marzo 2024

LA NOSTRA PRESENZA SUL TERRITORIO

 

Iniziamo il mese di marzo con gli alberi in fiore e i campi dove tutto trasmette la gioia della vita che rinasce. Anche in noi rinasce la vita che celebreremo l’ultimo giorno del mese con la Pasqua di risurrezione.

Il mese di febbraio lo abbiamo terminato salutando Damiana la volontaria che è stata con noi per quattro settimane prestando il suo servizio di volontariato insieme a Claudia.         

Ora che ambedue sono tornate in Puglia dove vivono a Manfredonia e a Orsara di Puglia, siamo rimasti suor Rita e il sottoscritto in attesa che il giorno 4 marzo giunga padre Frederick un missionario della Consolata che si trova in Italia da un anno e che vi presenteremo presto.

Siamo in attesa che i responsabili degli istituti missionari dai quali dipende questa nostra comunità di Modica ci comunichino i nomi e le date di arrivo di altri due missionari e così potremo riprendere le nostre attività.

Nel frattempo continuiamo con gli impegni quotidiani dedicandoci soprattutto alle attività di insegnamento di italiano grazie anche all’impegno dei volontari locali,

Il 1° marzo secondo le indicazioni della Conferenza Episcopale Italiana celebreremo la s. Messa per il buon esito del Sinodo.

I giorni 4, 5 e 6 a Frigintini condivideremo con la popolazione tre giornate di esercizi quaresimali. Il primo giorno Gesù ci parlerà della gioia. Nel secondo della libertà. Nel terzo dell’amore. Che in tutti noi: si veda la gioia sui volti, si senta il profumo della libertà, si sprigioni quell’amore che tutto fa nuovo.

Il giorno 10 condivideremo con i nostri amici musulmani l’inizio del Ramadan che terminerà l8 aprile.

Il giorno 13 vivremo l’incontro mensile di preghiera e di formazione missionaria a Scicli sul tema:

“Sono lieto delle sofferenze che sopporto per voi e completo nella mia carne ciò che manca ai patimenti di Cristo, a favore del Suo Corpo che è la Chiesa” (Colossesi 1,24). Ci soffermeremo sulla testimonianza di Nino Baglieri testimone e servo di Dio nella sua vocazione ad offrirsi alla Chiesa per amore di Cristo Gesù.

Il giorno 15 parteciperemo all’incontro del clero e ricorderemo l’anniversario della nascita di Daniele Comboni,

Questi e altri momenti belli della prima quindicina di marzo li viviamo nel cammino quaresimale.

Nella seconda quindicina di febbraio abbiamo presentato la lettera di papa Francesco sulla quaresima di quest’anno. In questa quindicina presentiamo tre riflessioni sullo stesso papa Francesco. Sono tre riflessioni tratte da uno scritto di Gianni Di Santo. Possono arricchire la quaresima di ciascuno di noi. Eccole.

 

La prima: Papa Francesco scende dal trono mentre si fa un caffè da solo a santa Marta, mentre chiama al cellulare l’amico che non sente da un po’, mentre si rivolge al popolo dei fedeli e anche degli non credenti.

Mentre accoglie con una carezza i migranti di Lampedusa o riceve i grandi del mondo nella sua piccola dimora.

Desacralizza il trono rendendolo sempre più alto, più vicino al cielo, più puro dalle incrostazioni della terra.

 

La seconda: Papa Francesco fa i conti con quell’espressione bellissima e portatrice di sane inquietudini, che è diventata l’architrave del suo pontificato: la Chiesa in uscita.

In uscita da sé stessa, dai suoi indigeribili disastri temporali, da comunità spesso orfane di parola sacra, da noi stessi, dai cattolici tiepidi che hanno dimenticato le otto beatitudini e dai cattolici integralisti che hanno fatto diventare un campo di battaglia le attività pastorali delle nostre parrocchie.

Uscire dal tempio, per le strade della vita, ad ascoltare il canto del vangelo, degli uomini che respirano e delle pietre. Una Chiesa in uscita che diventa una Chiesa in entrata sulle nostre deboli relazioni con l’Altro.

 

La terza: Papa Francesco chiede che in ogni cristiano ci sia l’odore delle pecore. E non l’odore del lusso e del prestigio.

L’odore delle pecore è la più dolce delle metafore inventate da Francesco.

È l’odore delle pecore che trasformerà le parrocchie, le nostre chiese e ciascuno di noi in templi di preghiera e di spiritualità; di solidarietà e di dono.

Ed è l’odore delle pecore che diventerà dolce flagranza che metterà a nudo il nostro corpo e la nostra anima di fonte all’infinita bontà di Dio e alla bellezza della missione che ci è stata affidata.

Ma occorre uscire dal tempio, appunto, per poi ritornarci lavati, asciugati e gioiosi.

 

Preghiamo e impegniamoci chiedendo che queste tre riflessioni illuminino la quaresima di ciascuno di noi.

E posso chiedere a voi e a me stesso che a Pasqua compiamo, lì dove viviamo, anche un gesto di solidarietà verso i più deboli, verso i migranti? Pensiamoci, parliamone, guardiamoci attorno e decidiamoci. Auguri.

p. Ottavio   –   3482991393 – oraimodo.41@gmail.com