LA NOSTRA PRESENZA SUL TERRITORIO
16 – 31 gennaio 2023

La prima quindicina di gennaio ci ha fatto rivivere momenti di festa che per noi non sono stati momenti di riposo. È continuata la presenza di alcuni ragazzi particolarmente in difficoltà di fronte ai programmi scolastici.

Particolarmente significativa è stata la presenza del Lions Club che ha consegnato regali a una trentina di ragazzi figli di immigrati.

Con soddisfazione abbiamo notato che Taddeo sta facendo progressi notevoli grazie all’attenzione della comunità e in particolare di suor Dorina. Comincia a esprimersi di nuovo con la parola e si sta impegnando in alcuni servizi sia in cucina che nella pulizia del cortile.

Con James abbiamo ripreso i contatti in vista di riuscire a rendere possibile il suo rientro a Malta. Nel frattempo lo stesso James viene ricoverato in ospedale. Si è riscontrato uno squilibrio grave dovuto alla glicemia che ha raggiunto i 590 punti.

I nostri impegni quotidiani sono molto coinvolgenti. Siamo lieti che per una settimana è tra di noi suor Valeria della comunità comboniana di Palermo e che a metà mese giungerà per un periodo di volontariato Claudia Del Priore proveniente da Orsara di Puglia.

Condividiamo con le nostre amicizie anche la gioia della risposta che il Vescovo eletto di Noto mons. Salvatore Rumeo ci ha fatto giungere. Grazie a una conversazione telefonica ci siamo conosciuti e ci siamo impegnati a collaborare perché l’attenzione ai migranti sia sempre più viva su questo territorio.

Abbiamo ripreso i contatti con il gruppo Caritas di Pachino.

Il 15 mattino è giunta tra di noi Claudia Del Priore di Orsara di Puglia. Si fermerà con noi tutto il mese di gennaio. La sua presenza ci aiuterà a gestire la nostra comunità

Con queste prospettive iniziamo la seconda metà di gennaio in compagnia di papa Francesco. Ogni mercoledì papa Francesco ci regala nell’udienza una riflessione. Mercoledì 11 ha iniziato una serie di catechesi sul tema della passione per l’evangelizzazione. La comunità dei discepoli nasce missionaria. “Lo Spirito Santo, dice il Papa, plasma la comunità come una Chiesa in uscita”. E poi il Papa aggiunge: “Il nostro annuncio inizia oggi lì dove viviamo. E non cercando di convincere gli altri ma testimoniando l’amore che ci ha guardati e rialzati”. È bello che il Papa abbia iniziato questa serie di catechesi ricordando l’incontro di Gesù con Matteo (9,9-13). In appendice riportiamo una parte della catechesi. Durante tutto il 2023 ogni giorno presentiamo una breve riflessione sul vangelo del giorno con un pensiero di Papa Francesco e un pensiero su “Siamo missione”. Vedi: https://www.comboniani.org/?page_id=37278

Il 16 gennaio p. Ottavio parte alla volta di Palermo dove parteciperà in una settimana di esercizi spirituali con i sacerdoti dei quella arcidiocesi.

Domenica 22 gennaio lo stesso padre Ottavio in compagnia di fratel Claudio, da Palermo andrà a Verona per l’assemblea di animazione missionaria dei comboniani e farà ritorno a Modica il 27 gennaio.

Il 29 gennaio nella parrocchia del SS. Salvatore a Scicli termineremo l’impegno di diffusione dell’Agenda Biblica Missionaria FRATELLI TUTTI.

 

Segnaliamo con gioia:

1) Corso di Lettura Popolare della Bibbia con Tea Frigerio, biblista saveriana, attualmente vive in Brasile. Inizierà a gennaio e si concluderà a giugno 2023: un incontro al mese di domenica alle ore 19.
Qui tutte le informazioni
. patrizia,morgante@terraemissione.it

2) Sta per iniziare un ciclo di sette incontri domenicali organizzati dalla Fondazione per le scienze religiose di Bologna, ai quali aderisce anche il SAE-aps. Il titolo è “Piccola scuola di sinodalità”. Trovate il programma e l’elenco completo a  https://static.fscire.it/b5/2b/programma_piccola_scuola_sinodalita-1.pdf. Ci si può iscrivere gratuitamente a questo indirizzo: www.fscire.it/school/piccola-scuola-di-sinodalita

 

E per noi della Comunità Missionaria Intercongregazionale di Modica è festa condividere con ciascuno di voi la nostra quotidianità-

Chi desiderasse conoscere maggiormente o sostenere la nostra presenza a Modica con i migranti comunichi con noi scrivendo o telefonando a: oraimondo.41@gmail.com 3482991393

SIAMO MISSIONE.

p. Ottavio

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APPENDICE

Catechesi di Papa Francesco – 11 gennaio 2023-01-12.

La passione per l’evangelizzazione

Per testimoniare Cristo non bisogna aspettare d’essere perfetti” (Papa Francesco)

E oggi vorrei iniziare da un episodio evangelico in qualche modo emblematico lo abbiamo sentito: la chiamata di Matteo, e lui stesso la racconta nel suo Vangelo, nel brano che abbiamo ascoltato (Matteo 9,9-13).

Tutto inizia da Gesù, il quale “vede” – dice il testo – «un uomo». In pochi vedevano Matteo così com’era: lo conoscevano come colui che stava «seduto al banco delle imposte» (v. 9). Era infatti esattore delle tasse: uno, cioè, che riscuoteva i tributi per conto dell’impero romano che occupava la Palestina. In altre parole, era un collaborazionista, un traditore del popolo. Possiamo immaginare il disprezzo che la gente provava per lui: era un “pubblicano”, così si chiamava. Ma, agli occhi di Gesù, Matteo è un uomo, con le sue miserie e la sua grandezza. State attenti a questo: Gesù non si ferma agli aggettivi, Gesù sempre cerca il sostantivo. “Questo è un peccatore, questo è un tale per quale…” sono degli aggettivi: Gesù va alla persona, al cuore, questa è una persona, questo è un uomo, questa è una donna, Gesù va alla sostanza, al sostantivo, mai all’aggettivo, lascia perdere gli aggettivi. E mentre tra Matteo e la sua gente c’è distanza – perché loro vedevano l’aggettivo, “pubblicano” – , Gesù si avvicina a lui, perché ogni uomo è amato da Dio; “Anche questo disgraziato?”. Sì, anche questo disgraziato, anzi Lui è venuto per questo disgraziato, lo dice il Vangelo: “Io sono venuto per i peccatori, non per i giusti”. Questo sguardo di Gesù che è bellissimo, che vede l’altro, chiunque sia, come destinatario di amore, è l’inizio della passione evangelizzatrice. Tutto parte da questo sguardo, che impariamo da Gesù. Possiamo chiederci: com’è il nostro sguardo verso gli altri?

Dunque, tutto inizia dallo sguardo di Gesù “Vide un uomo”, Matteo. A questo segue – secondo passaggio – un movimento. Prima lo sguardo, Gesù vide, poi il secondo passaggio, il movimento. Matteo era seduto al banco delle imposte; Gesù gli disse: «Seguimi». Ed egli «si alzò e lo seguì» (v. 9). Notiamo che il testo sottolinea che “si alzò”. Perché è tanto importante questo dettaglio? Perché a quei tempi chi era seduto aveva autorità sugli altri, che stavano in piedi davanti a lui per ascoltarlo o, come in quel caso, per pagare il tributo. Chi stava seduto, insomma, aveva potere. La prima cosa che fa Gesù è staccare Matteo dal potere: dallo stare seduto a ricevere gli altri lo pone in movimento verso gli altri, non riceve, no: va agli altri; gli fa lasciare una posizione di supremazia per metterlo alla pari con i fratelli e aprirgli gli orizzonti del servizio. Questo fa e questo è fondamentale per i cristiani: noi discepoli di Gesù, noi Chiesa, stiamo seduti aspettando che la gente venga o sappiamo alzarci, metterci in cammino con gli altri, cercare gli altri? È una posizione non cristiana dire: “Ma che vengano, io sono qui, che vengano.” No, vai tu a cercarli, fai tu il primo passo.

Uno sguardo – Gesù vide – , un movimento – si alza – e terzo, una meta. Dopo essersi alzato e aver seguito Gesù, dove andrà Matteo? Potremmo immaginare che, cambiata la vita di quell’uomo, il Maestro lo conduca verso nuovi incontri, nuove esperienze spirituali. No, o almeno non subito. Per prima cosa Gesù va a casa sua; lì Matteo gli prepara «un grande banchetto», a cui «partecipa una folla numerosa di pubblicani» (Lc 5,29) cioè gente come lui. Matteo torna nel suo ambiente, ma ci torna cambiato e con Gesù. … Ecco il messaggio per noi: non dobbiamo attendere di essere perfetti e di aver fatto un lungo cammino dietro a Gesù per testimoniarlo; il nostro annuncio comincia oggi, lì dove viviamo. E non comincia cercando di convincere gli altri, convincere no: ma testimoniando ogni giorno la bellezza dell’Amore che ci ha guardati e ci ha rialzati e sarà questa bellezza, comunicare questa bellezza a convincere la gente, non comunicare noi, ma lo stesso Signore. Noi siamo quelli che annunciano il Signore, non annunciamo noi stessi, né annunciamo un partito politico, una ideologia, no: annunciamo Gesù. Bisogna mettere in contatto Gesù con la gente, senza convincerli, ma lasciare che il Signore convinca. Come infatti ci ha insegnato Papa Benedetto, «la Chiesa non fa proselitismo. Essa si sviluppa piuttosto per attrazione»  (Omelia nella Messa inaugurale della V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Caraibi, Aparecida, 13 maggio 2007). Non dimenticare questo: quando voi vedrete dei cristiani che fanno proselitismo, che ti fanno una lista di gente per venire… questi non sono cristiani, sono pagani travestiti da cristiani ma il cuore è pagano. La Chiesa cresce non per proselitismo, cresce per attrazione. Una volta ricordo che in ospedale a Buenos Aires sono andate via le suore che lavoravano lì perché erano poche e non potevano portare avanti l’ospedale ed è venuta una comunità di suore dalla Corea e sono arrivate, pensiamo lunedì per esempio, non ricordo il giorno. Hanno preso possesso della casa delle suore dell’ospedale e il martedì sono scese a visitare gli ammalati dell’ospedale, ma non parlavano una parola di spagnolo, soltanto parlavano il coreano e gli ammalati erano felici, perché commentavano: “Brave queste suore, brave, brave” – Ma cosa ti ha detto la suora? “Niente, ma con lo sguardo mi ha parlato, hanno comunicato Gesù”. Non comunicare se stessi, ma con lo sguardo, con i gesti, comunicare Gesù. Questa è l’attrazione, il contrario del proselitismo.

Questa testimonianza attraente, questa testimonianza gioiosa è la meta a cui ci porta Gesù con il suo sguardo di amore e con il movimento di uscita che il suo Spirito suscita nel cuore. E noi possiamo pensare se il nostro sguardo assomiglia a quello di Gesù per attrarre la gente, per avvicinare alla Chiesa. Pensiamo questo.