Maggio 2019

1 maggio 2019
Giovanni 3,16-21 Chiunque crede in lui non vada perduto

Il mondo non è solo il pianeta terra, ma prima di tutto è quella realtà umana impastata di limiti, di contraddizioni, di emarginazione, di peccato. Gesù è entrato in questa realtà, è stato inviato in questa realtà per ri-crearla; per salvarla. Dio non si dà per vinto, è il Dio della vita e vuole che la vita sia vita per tutti. Anche tu sei inviato in questa realtà. Oggi celebriamo anche San Giuseppe Lavoratore l’uomo che ha saputo continuare l’opera creatrice di Dio. Sei disposto ad entrarci amando? Sei disposto a farlo con lo stile di san Daniele Comboni? “Quando il Missionario della Nigrizia ha caldo il cuore di puro amore di Dio, e collo sguardo della fede contempla il sommo vantaggio e la grandezza e sublimità dell’Opera, per cui s’affatica, tutte le privazioni, gli stenti continui, i più duri travagli diventano al suo cuore un paradiso in terra, e la morte stessa, ed il più crudo martirio è il più caro e desiato guiderdone ai suoi sacrifici. È d’uopo che i candidati, mercé la fedele cooperazione alla divina grazia, pongano ogni studio per vuotar ben bene il cuor loro d’ogni orgoglio, e presunzione, d’ogni sentimento di ambizione, e di pretesa, e radicarvi profondamente quella santa disposizione che ci fa riconoscere tutto da Dio, e sottomettere a Lui pienamente l’intelletto, la volontà, le forze, …”. (Regole, Scritti, 2705 e 2710).
Nuestro Dios es el Dios de la vida que quiere que la vida sea vida para todos. En Jesus entra en la historia del mundo. Entra tambien tu con el estilo de Comboni.

 

2 maggio 2019
Giovanni 3,31-36 Chi crede nel Figlio ha la vita eterna

Amare è aver fiducia. Il Padre ha fiducia nel Figlio e gli consegna tutto: mette tutto nelle sue mani. Dio Padre ha fiducia in te e mette nelle tue mani ogni cosa: lo stesso annuncio del Vangelo al mondo intero. Può giungere il momento in cui tu non abbia più fiducia né in te stesso né negli altri. Mai giungerà il momento in cui Dio perda la fiducia in te. Vamos viviendo con la fe y la entrega que Comboni sueña para sus misioneros.
“Se con viva fede contempleranno e gusteranno un mistero di tanto amore, saran beati di offrirsi a perder tutto, e morire per Lui, e con Lui. Il distacco, che ha già fatto dalla famiglia e dal mondo, non è che il primo passo: essi cercheranno di andar sempre più consumando il loro olocausto, rinunciando ad ogni affetto terreno, abituandosi a non far caso delle loro comodità, dei loro piccoli interessi, della loro opinione, e d’ogni cosa che li riguardi; perocché anche un tenue filo, che rimanga, può impedire un’anima generosa di elevarsi a Dio. Sarà perciò continua la pratica dell’abnegazione di se stessi, anche nelle piccole cose, e rinnoveranno spesso l’offerta intera di se medesimi a Dio, della sanità, ed anche della vita. Per eccitare lo spirito a queste sante disposizioni, in certe circostanze di maggior fervore faranno tutti insieme una formale ed esplicita dedica a Dio di se stessi, esibendosi ciascuno con umiltà e confidenza nella sua grazia anche al martirio”. (Regole, Scritti, 2722).
Hermanos amados, el verdadero dicipulo es aquella persona que se ofrece a si mismo a la mision dispuesto a darlo todo.

3 maggio 2019
Giovanni 14, 6-14 Chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio

Messaggio. Credere e vedere, in Gesù, sono sinonimi. Già la fede offre uno sguardo specifico, quello della misericordia; ma anche la visione della realtà, per quel che ha di menzognero, ingiusto e oppressivo, provoca una fede specifica: quella della liberazione. Gesù –lo sguardo fisso su di lui- ci rende capaci di compiere le opere di liberazione e di annuncio del Regno che lui stesso fece e ce ne fa compiere anche altre, “più grandi di queste”.
“V’ha presso alcuni un’opinione esagerata sull’ampiezza delle cognizioni e sulla cultura intellettuale richiesta in un Missionario. Altri vorrebbero trovare in un Istituto, come il nostro, un’Accademia di scienze e di arti, una scuola di tutte le lingue. A togliere la sorpresa di chi si aspettasse grande apparato di studi, ed a vieppiù insinuare negli alunni la cura del raccoglimento, dell’umiltà, e migliore indirizzo dello spirito verso quel punto, che più d’ogni altro importa, gioverà che sia qui proclamata la grande massima del più grande dei Missionari fra gli infedeli, dell’Apostolo S. Paolo: la somma scienza, anzi l’unica veramente necessaria è quella di Gesù Crocifisso. Di più l’esperienza avendo constatato, come la Provvidenza faccia servire spesso alla conversione dei popoli anche la perizia dei Missionari nelle scienze puramente umane, e nelle arti di utilità temporale, anzi di puro diletto, niente che si riferisca a questo punto, sotto la direzione del Rettore, crederanno inutile, niente indegno della loro attenzione, e del loro impegno, che non trovino di poter dirigere alla gloria di Dio, ed al bene futuro delle anime”. (Regole, Scritti, 2723 e 2726).
Junto con la fe es importante conocer a los pueblos que vamos encontrando. Si no conoces no puedes apreciar y si no aprecias nunca te encontraras disponible a defender a las personas con sus propias riquezas.

4 maggio 2019
Giovanni 6,16-21 Sono io, non temete

Ci possono essere tempeste di ogni tipo ma in tutte ci sarà sempre questa voce: Sono io, non temete”. La paura come la tristezza non possono avere spazio nella nostra vita.  Le situazioni possono essere difficili,  Comboni ne è cosciente e per questo vuole che i suoi missionari siano persone coraggiose, persone forti, “Allorché si tratta di ammettere all’Ist.o un aspirante, il Rettore abbia sempre innanzi agli occhi la gloria di Dio ed il bene delle anime, senza riguardi né a raccomandazioni, né a qualità di stato, né a relazioni dell’aspirante: e siccome la prosperità della Missione dipende dalla buona scelta degli operai, così egli userà la massima diligenza nell’esaminare ciascun aspirante, e riconoscere se abbia le qualità che sono richieste dall’Articolo precedente. Deve inoltre ammonire l’aspirante che si guardi bene dal lasciarsi guidare nelle sue aspirazioni da alcun fine secondario, come di gloria mondana, di curiosità di veder nuove terre etc. facendogli sentire che niente farà egli mai nella missione, se non è pronto e contento dell’ultimo luogo, che gli toccherà tante volte di operare, di faticare e sudare, senza che alcuno conosca ciò che egli opera, da Dio in fuori, e senza che ne rimanga pure memoria, e che di più talora per cagione del terreno ingrato in cui lavora, non troverà nei negri sempre sospettosi e giustamente diffidenti dei forestieri la minima corrispondenza, per cui si troverà talmente abbattuto ed in tale isolamento, da essere tentato di abbandonare l’impresa”. (Regole, Scritti 2806 e 2808)
No conosco lo que estas viviendo en este momento de tu vida. Pero se bien que para un evangelizador no hai lo imposible. Sé que tambien para ti resuena en cada momento la palabra: “Soy yo, no tengas miedo”

 

5 maggio 2019
Giovanni 21,1-19 Simone, mi ami tu più di costoro?

Gesù si rivolge a Pietro ma nulla mi impedisce di sentire le sue parole rivolte a me.  Non mi chiede se so di più ma se amo di più.
“La vita umana è santificata unicamente ai piedi del Calvario. Il buon Dio l’ha privata, Signora, per renderla felice nell’eternità. Si ricordi, Signora, che dopo il Calvario Gesù Cristo è risuscitato. Dio le prepara delle grandi consolazioni! Coraggio, Signora, la nostra santa Religione, la nostra cara Fede c’insegna che c’è la vita militante e la vita trionfante. Quelli della vita trionfante sono per la fede in comunicazione perfetta con la vita militante. Lei deve guardare i suoi cari che sono in cielo, come presenti a lei, essi la vedono, l’ascoltano, essi contano le sue lacrime, i suoi sospiri, le sue gioie. Coraggio, cara Signora! Io vorrei essere a Parigi per piangere con lei, per consolarla, per testimoniarle il mio affetto; io sento le sue pene, ma unisca le sue pene a quelle di Gesù Cristo che lei ama ardentemente. Egli vuol fare di lei una santa. Pregherò tanto il Sacro Cuore di Gesù che sarà obbligato a consolarla. Lei è una madre incomparabile, per questo Gesù e Maria saranno con lei. Dio esaudirà”. (alla signora A. H. Villeneuve2831-2832)
Jesus no me pide si yo soy mas inteligente, si conozco mas. Me pide si amo mas.

 

6 maggio 2019
Giovanni 6,22-29 Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato

Dio non vuole dare nuovi precetti e osservanze, ma che noi diamo la nostra adesione permanente a Gesù suo inviato. Lavorare per l’alimento che non perisce è andare più in là, scoprire l’amore che non ha prezzo, perché Dio non pone un prezzo ai suoi doni. Questo amore ha portato Comboni a impegnarsi per programmare la sua presenza e quella dei suoi missionari in Africa.
“Nell’ultimo lavoro che presento alla Prop.da devo spiegare qual piano io intendo seguire nell’occupare il Vic.to Ap.co dell’Africa Centrale, quali stazioni occupare, se è d’uopo fondarne di nuove, quale la residenza ordinaria del Provicario Ap.lico ect. Insomma debbo spiegare alla S. C. il piano che intendo eseguire colle forze hic et nunc esistenti. Queste sono: 9 Sacerdoti missionari; 1 Chierico teologo di Gerusalemme; 7 Suore monache; 20 Istitutrici negre; 7 fratelli laici ed 1 moro Si deve occupare Khartum? Gondokoro, Scellal? Cordofan? Di più abbiamo gl’Ist.i: l’Ist.o delle Missioni per la Nigrizia in Verona; l’Ist.o delle Pie Madri della Nigrizia in Verona: Tre Case in Cairo Vecchio. Ora con queste basi e con queste forze cosa fareste voi se foste nel mio caso? Aspetto il vostro venerato giudizio su ciò”. (al Can. Giovanni C. Mitterrutzner, Scritti 2877-2879)
Creer a Jesus y no solo creer en Jesus. Creerle a Jesus es comprometer nuestra vida sobre su persona. Es hacer de Jesus el orgullo de nuestra vida

7 maggio 2019
Giovanni 6,30-35 Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!

Questo brano ricorda quello di Gesù con la samaritana. In ambedue i casi c’è un riferimento al passato e una sfida a Gesù. In ambedue i casi Gesù accetta la sfida annullando il passato e dando inizio ad una realtà nuova. La condizione per ricevere l’acqua e l’alimento, non è l’accettare una dottrina, ma l’adesione alla persona di Gesù. E Comboni Gesù lo vede come colui che ha dato tutto per l’annuncio del Regno di Dio
“La massima essenziale che si sono prefissa questi Ist.i, oltre alle altre norme prescritte per formare lo spirito e coltivare le buone disposizioni degli alunni e delle alunne, si è di fare una buona scelta di soggetti, e di educarli allo spirito di sacrifizio, dipendendo da ciò non solamente il felice avviamento, la prosperità e la durata degli Ist.i, ma altresì il loro massimo interesse, congiunto coll’interesse medesimo dei missionari e delle missionarie, non che delle anime e delle missioni, che loro verranno affidate nella Nigrizia. Nell’Ist.o dei Missionari si inculca profondamente, e si cerca d’imprimere e di ben radicare nell’animo dei candidati il vero e preciso carattere del missionario della Nigrizia, il quale deve essere una perpetua vittima di sacrifizio destinata a lavorare, sudare, e morire, senza forse vedere alcun frutto delle sue fatiche”. ( al Card. Alessandro Barnabò, Scritti, 2885-2886)
No hay otro modo para llenar nuestra vida que se discipulos de Jesus.

 

8 maggio 2019
Giovanni 6,35-40 Chi viene a me non avrà fame

È bello questo Gesù che ha il coraggio di dire che chi vive in comunione con Lui non manca di nulla. Chi vive in comunione con Lui  valorizza persone e cose per essere persona espropriata, donata alla missione. Ce lo dice lo stesso Daniele Comboni.
“Delle quattro Stazioni fondate, ne rimangono solo tre, cioè, Scellal, che dista più di un mese di viaggio da Khartum, la quale è distante due mesi da quella di Gondokoro. L’antica Stazione di S. Croce ai Kich è distrutta. Ponderate bene queste circostanze, dopo aver chiamato a seria disamina tutto ciò che operarono i missionari dell’Africa Centrale, coi quali ho diviso per alcuni anni le fatiche di quello scabroso apostolato, dopo aver meditato tutte le vicissitudini, gli studi, le esplorazioni e le savie osservazioni fatte dal defunto Prov.o Knoblecher, che certo saranno note a V. E., e che sono in parte registrate negli Annali della Società Mariana di Vienna, non devo nascondere a V. E. R.ma che io ho percorso i volumi e le opere scritte in diverse lingue di tutti i più celebri viaggiatori, che nel secolo scorso e nel presente visitarono o l’una o l’altra parte delle regioni centrali incluse nel Vicariato, penetrandovi o da settentrione, o dal nord-est, oppure dalla parte australe. Tra questi, alcuni dei quali ho ben conosciuti personalmente, figurano nella storia dell’Africa Centrale”. (al Card. Alessandro Barnabò, Scritti, 2907e 2016)
Tengo la necesidad de conocer lo bello que hay en el mundo, lo que Dios hace a traves de hombres y mujeres que han dado lo mejor de si mismos para el bien de los demas.

 

9 maggio 2019
Giovanni 6,44-51 Io sono il pane della vita

Se pensi a Dio come il Dio dell’aldilà, sarai scandalizzato dalla “carne”. La parola “carne” significa “la realtà umana di Gesù”. Gesù dona la sua carne, perché il mondo viva. La vita si comunica nel dono della carne, della tua e mia carne, della tua e mia realtà umana. In questo orizzonte è bella la missione di Comboni e dei suoi missionari.
“Avendo ottenuto dei risultati molto buoni nei miei Istituti per neri in Egitto, ritenni giunto il momento di avanzare verso l’interno dell’Africa, affinché con quello che si sarebbe ottenuto, si potesse avere la prova più convincente che l’evangelizzazione di questa immensa parte del mondo, che dopo tanti secoli ha resistito ostinatamente ai più eroici tentativi della Chiesa e della civiltà, è possibile e realizzabile. E questo, a dir vero, è possibile soltanto mediante gli elementi che io ho formato a tale scopo negli Istituti del Cairo, cioè la rigenerazione cristiana della Nigrizia si deve compiere per mezzo dei neri stessi. Il Cordofan si presta mirabilmente per fondarvi una missione che diventi il centro di azione apostolica, per incominciare di nuovo a predicare il Vangelo ed a portare la civilizzazione a queste numerose tribù nere delle contrade equatoriali, che vivono ancora nelle tenebre del paganesimo. Mi pare che la scelta del Cordofan sia stata tanto più felice, in quanto che la maggior parte degli allievi dei nostri Istituti d’Egitto, che provengono dalle tribù delle regioni centrali, sono passati attraverso il Cordofan”. (alla Società di Colonia, Scritti, 2934 e 2937)
Busca escribir lo que Jesus dice de si mismo, come El se define. Al final brillarà frente a ti el rostro bello de Jesus.

10 maggio 2019
Giovanni 6,52-59 Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui

Gesù non è venuto a dare cose, ma se stesso. Il discepolo deve considerare se stesso come pane che va distribuito e deve distribuire il suo pane come se distribuisse se stesso. L’amore di Dio si è manifestato in Gesù-Uomo e deve continuare per mezzo degli uomini e donne di ogni tempo, di oggi. Lodiamo per i fratelli e le sorelle nella cui vita abbiamo scoperto una vita vissuta come dono. Lo lodiamo èper san Daniele Comboni.
“Quanto all’Angela Rossolani, io tengo in mie mani una lettera sua scrittami alla settimana santa, in cui mi dice esser beata di stare nel mio Istituto, e mi supplica colle lagrime agli occhi di riceverla definitivamente (perché non l’ho ricevuta che provvisoriamente). Ma siccome era non solamente troppo vecchia, ma era poco sana, volea mangiar di grasso il venerdì ed il sabato, ed era estremamente ciarliera, e quel che è più affatto inetta ed incapace di divenir religiosa, ho ordinato che la si mandi a casa sua. Quanto alle altre che si sono presentate, furono tutte servacce che venivano per cavarsi la fame, per cui ho dato ordine di non riceverne nessuna; per cui non vi sono che le due novizie da me lasciate, che fanno assai bene e sono contente. Io penserò a far venire delle postulanti forestiere e di proposito. Colle serve di Verona non si converte l’Africa”. (a p. Germano Tomelleri, Scritti, 2955-2956)
Jesus se da a si mismo a nosotros. Y en este su darse nosotors encontramos la vida., aquella vida que es comunion consigo mismos, con los demas, con la natualeza y con Dkios.

 

11 maggio 2019
Giovanni 6, 60-69  Da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna.

Con questi versetti termina il capitolo sesto di Giovanni, il capitolo sul pane. Ho bisogno come Pietro di fare l’esperienza che se voglio vivere non ho altra alternativa che essere discepolo di Gesù stando con Lui e dicando la mia vita ad annunciare il regno dei cieli: una società basata sul servizio, condivisione e dono. Oggi!  Anche nelle prove, come Comboni.
“Alziamo gli occhi al cielo, e benediciamo il Signore: è ben duro il colpo dato alla Diocesi e all’Africa per la perdita di D. Pietro Dorigotti, … Gran cosa, R.mo Monsignore e Padre mio, gli uomini più preziosi e necessari muoiono; ma Gesù, Maria, Giuseppe non muoiono mai: essi sostengono le nostre braccia. Dunque? E’ d’uopo ricorrere sempre a chi ha fatto i pippoli alle zirese (trad.: i peduncoli alle ciliegie.) Domani a sera Monsig.r Simeoni riferirà al Papa la Ponenza ed il giudizio e decisioni della S. C., e tra 4 giorni l’E. V. sapranno il risultato. In questi giorni non ho potuto chiaramente rilevare cosa hanno fatto; io perciò non ho fatto che fare, riflettere e marcirmi in testa e imprimermi nella mente e nel cuore la meditazione del Fondamento, e l’indifferenza ignaziana”. (a mons. Luigi di Canossa, Scritti 2980-2981)
Como Daniel Comboni tambien nosotros queremos tener una confianza total en Jesus mas allà y en medio de toda clase de problemas y dificultades.

12 maggio 2019
Giovanni 10, 27-30 Io do loro la vita eterna

Vita eterna non è semplicemente vida dell’aldilà ma è vita in pienezza. Vita che ci rende signori del tempo e dello spazio. Vita che siamo chiamati a vivere oggi. Deterna è la vita che mi fa vivere una vita senza confini.
“S. Santità e la Cong.ne generale dei Cardinali mi hanno incaricato della missione la più ardua, laboriosa e vasta della terra; ossia, tutta l’Africa Centrale, compresa fra Tripoli, l’Egitto, l’Abissinia, Gallas, Zanguebar e Guinea, e il 12º grado di L. Sud. Sicché ho sotto la mia giurisdizione in fieri più di 80.000.000 d’infedeli da tirare a Cristo. Il Vicariato dell’Africa Centrale è dunque affidato al mio nascente Ist.o di Verona, ed io fui nominato Pro-Vicario Ap.lico con Decreto 27 maggio corrente. Voi vedete il povero romito dell’alma Limone incaricato dalla S. Sede di una giurisdizione, di cui nessuna così vasta e difficile non esiste al mondo. Quando nel Vicariato dell’Africa Centrale vi sarà un piccolo numero di cattolici, allora la S. Sede farà un Vescovo. Io però come Ordinario dell’Africa Centrale ho tutte le facoltà vescovili, meno di conferire gli Ordini Maggiori”. (a p. Marino Rodolfi, Scritti, 2987)
Vida eterna es una vida que nos toca desde ahora, una vida que ni el tiempo ni el espacio pueden limitar. Nuestra vocacion es vivir vida en plenitud.

 

13 maggio 2019
Giovanni 10, 11-18  Non conoscono la voce degli estranei

“Io conosco le mie pecore”. Siamo conosciuti. E nella Bibbia la parola conoscere ha un significato grande di vicinanza e di comunione. Conoscere non è semplicemente “sapere” ma è “incontro”, è “intimità” tra due persone. È Gesù colui che mi conosce per davvero, che è più dentro di me di quanto lo sia io stesso. E questo Gesù per Comboni è colui che gli dice: condividi con l’Africa tutta.
“In luglio io lascio Verona con 12 individui per recarmi al Cairo. Il mese di settembre lascerò il Cairo con più di 30 individui per recarmi a Scellal, a Khartum e al Cordofan. Il viaggio dal Cairo al Cordofan, con tante persone, è almeno di tre mesi. Signor Presidente, se lei aiuta la mia Missione, lei dona la vita alla parte del mondo più abbandonata e sfortunata. Il mio Vicariato è il più laborioso, il più difficile e il più vasto dell’universo intero: è ancora il più interessante e il più importante, perché esso deve rigenerare un mondo sul quale la Chiesa non ha ancora potuto ottenere, fino al presente, dei risultati. Nello stabilire una Missione al Cordofan con il mio piano d’azione, lei fonda il Centro d’azione apostolica per conquistare poco a poco a Gesù Cristo più di 60.000.000 d’infedeli, di cui è composto il mio Vicariato. Questa Missione farà dei progressi a misura delle risorse che noi potremo ottenere dall’inizio dalla sua carità”. (a Jean François des Garets, Scritti, 2996 e 3001)
Jesus nos conoce no simplemente sabiendo de nosotros sino viviendo en profunda comunion con nosotros. El se hace uno con nosotroos. Lo que hacemos a otra persona a El lo hacemos porque El se identifica con cada persona.

 

14 maggio 2019
Giovanni 15,9-17 Non vo chiamo più servi, ma vi ho chiamati amici

L’amicizia è vicinanza, è gratuità, è dire all’altro che è importante per me. L’amicizia è condividere tutto. Daniele Comboni lo sente e lo vive in profondità.
“Benché l’esperienza abbia comprovato che preti e frati difficilmente si accordano nel lavoro di una medesima vigna, pure l’unità della difficile intrapresa, la natura dello stesso apostolato dei negri, e le condizioni suesposte mi farebbero sperare nel buon esito del progetto in questione, e che la presenza dei suddetti francescani nel Vicariato non incepperebbe l’azione ed il buon andamento dei missionari del mio Istituto. Io desidero ardentemente di procurare dei veri apostoli alla vasta missione affidatami, sieno essi appartenenti ad altre Corporazioni ecclesiastiche o religiose. Ma non trovo prudente di fare un passo e procedere ad alcuna trattativa in proposito, senza consultare la S. C.; al quale oggetto invoco umilmente il consiglio di V.”. (al card Alessandro Barnabò, Scritti, 3012-3013)
Asombra el pensar y mucho mas el vivir la amkistad. Es maravilloso descubruir que Jesus te considera su amigo, un amigo que El nunca podrà jamas olvidar.

15 maggio 2019
Giovanni 12, 44-50 Le cose che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me

La parola di Gesù pervade la realtà e le dà salvezza, come la parola creatrice aveva pervaso il cosmo stabilendovi l’armonia. Il peccato aggredisce e minaccia armonia e salvezza. Chi accoglie la parola, sa quello che deve fare, porta liberazione e salva se stesso.
“Ti ho promesso di scriverti: ma non l’ho fatto per le continue mie occupazioni, e perché ha sempre fatto le mie veci D. Pietro. Ora però che egli è a S. Eusebio a fare i Santi Esercizi, dai quali sortirà postdomani, ti scrivo io. Noi stiamo in perfetta salute, e così speriamo di te e dell’incomparabile tuo Superiore il P. Conobio, e degli altri degnissimi padri di Moncalieri, pei quali professo una venerazione ed affetto speciale. La S. Sede mi ha confidato il governo della vasta missione dell’Africa Centrale, che è più grande di tutta l’Europa, e comprende più di sessanta milioni di poveri infedeli. Sii buono, e prega per me. Io con D. Pietro, spero, verremo ancora a trovarti, prima della nostra partenza per Vienna e per l’Africa. A te raccomando caldamente di essere buono, e di amare assai la preghiera, e di essere studioso ed obbediente a’ tuoi Superiori, che vegliano e si consumano per te. In nessun’altra maniera potrai piacere a Dio, e dare consolazioni al tenero cuore della tua mamma, alla quale tu costi tanti sospiri. Soprattutto abbi una grande devozione alla Vergine, e pensa sempre, e cerca di mettere in pratica le massime salutari, che ti vengono impresse dai tuoi cari e venerandi Superiori durante il tempo avventuratissimo della tua educazione”. (a Enrico Pastore, Scritti, 3014-3015)
Que la misma cercania y confianza de Jesus con el Padre la tenganos tambien nosotros. Nunca falte en nuestros labios la palabra “Abbà”.

16 maggio 2019
Giovanni 13, 16-20  Chi accoglie colui che manderò accoglie me

Il servo e l’inviato sono tali perché fanno ciò che si chiede loro. Nel caso evangelico, sono tali in quanto si identificano con Gesù e con il suo progetto, che è il Regno di Dio: giustizia e fraternità in tutto il mondo. Chi non cerca giustizia e fraternità alza continuamente il suo calcagno contro gli altri. Comboni vive giustizia e fraternità nei momenti facili e difficili. “Il nostro caro Gesù ci ha dato tante consolazioni, l’ottima riuscita dei nostri affari colla Santa Sede e Propaganda, 45000 franchi a Lione, tutte le risorse di Vienna, la Casa di Cordofan che ai 5 giugno p.p. avea 17 individui (troppo!!!) etc. etc. Era giusto e dignitoso che seguaci di Cristo, ci desse una qualche gran Croce: io me l’aspettava da tempo, e ne pregava Gesù. Ecco l’affare del Ravignani e di Monsig.r Ciurcia. E’ cosa dura, durissima. Oh! care croci! Io certo ne sono stato la causa, perché buono a nulla; è conveniente che ne porti la più gran pena. Realmente non fui in ozio; non posso essere dappertutto”. (a mons. Luigi Di Canossa, Scritti, 3025)
Justicia y hermandad parecen tareas dificiles de actuar. Si tu no las tomas en cuenta y no las vives tu levantaras tu pié en contra de los demas escluyendolos. Y tu vida se devalua.

 

17 maggio 2019
Giovanni 14, 1-6 Non sia turbato il vostro cuore

Sofferenza e gioia si avvicendano come in un gioco di testa e croce, e tutto sembra obbedire al caso o alla sorte. Gesù ci dice: non sia turbato il vostro cuore, voi conoscete la via per vivere felici!  Questa via si chiama: Sognare i sogni di Dio che sono vita per tutti. Daniele Comboni sogna in grande per l’Africa e accoglie un benedettino, don Pio, Ascoltiamolo. (Don Pio) “Mi sembra assai buono e degno del nome che porta. Ma io nutro che esso sarà la prima pietra dell’Ordine benedettino osservante che pianteremo nel mio vasto Vicariato, e che in seguito al buon esito dell’impresa ella mi preparerà altri benedettini, che verranno a civilizzare l’infelice Nigrizia. Sì, quel santo Ordine che ha civilizzato il mondo deve compiere la sua Opera nell’Africa Centrale. Là io, coll’aiuto di Dio preparerò le case ed i terreni, e nello stesso tempo i mezzi pecuniari, e poi Ella deve assolutamente destinarvi dei soggetti cresciuti all’ombra del Sacro Speco per ispandere il loro santo spirito nella troppo infelice Nigrizia. Ciò che ora le parrà una chimera, in alcuni anni sarà cosa fattibile e messa in esecuzione. Io faccio ogni giorno voti per questo fine”. (all’abate Pietro Casaretto, Scritti, 3038-3039) Me gusta creer que tu seas una persona felix no por lo que tienes o por lo que haces, sino por lo que sueñas. Felix por tener el sueño como camino de felicidad. Dejate llenar por los sueños de Jesus.

 

18 maggio 2019 
Giovanni 14, 7-14 Se conoscete me, conoscerete anche il Padre.

Mostraci il Padre e ci basta!”. È la richiesta di beatitudine, di pace per sempre. Per essere beati e per avere pace guardiamo con amore i figli di Dio che il mondo non riconosce. Guardiamo i poveri, solidarizziamo e identifichiamoci con loro, e vedremo in loro la presenza di Dio; li vedremo come il visibile dell’invisibile. Con sguardo d’amore Daniele sogna di iniziare scuole a Khartoum.
“Tanto a Khartum che in Cordofan i cristiani di diverse sette, ed anche musulmani chiedono con insistenza che si aprano scuole. Dopo aver ben ponderate tutte le circostanze, e caldamente supplicato il Signore a ben regolarmi in sì rilevante negozio, io sono convinto che sarebbe necessario di scegliere fin d’ora dai due Istituti di Cairo alcuni soggetti fra i più provati e maturi per occupare Khartum, che è provveduta del necessario; e dopo aver quivi stabilite e sufficientemente avviate due case, io mi recherei nel Cordofan con due sacerdoti e due fratelli laici per istabilir bene quella Stazione e prepararvi anche una casa femminile per installarvi a tempo opportuno le Suore e Maestre negre”. Fine modulo
(al card Alessandro Barnabò, Scritti, 3053)
Jesus es lo visible del Dios invisible. Tu, como discipulo, eres lo visible de aquel Jesus que no vemos. Y lo eres escuchando y contestando las necesidades del mundo de hoy, de las personas en donde tu vives.

 

19 maggio 2019
Giovanni 13,31-33.34-35   Il Figlio dell’uomo è stato glorificato

L’uomo per l’altro. Costui è Gesù. E allora? Allora ti dico, Gesù, che la cosa che più mi pesa è di non sapere dare la vita come l’hai data tu. Daniele Comboni ha saputo amare come tu hai amato, Gesù, e invita i suoi missionari a fare della loro vita un dono totale. “Ecco finalmente, disse, il momento tanto sospirato da me e da voi o fratelli e sorelle in Cristo, onde poter dar sfogo al lungo desiderio del nostro cuore. Vi ringrazio della pazienza colla quale mi avete atteso nella mia lunga assenza, dell’abnegazione con la quale tolleraste tante privazioni, disagi e povertà. Tutto mi è garanzia di quanto io possa contare sulla cooperazione vostra nella grande ed ardua impresa che S. Chiesa si è degnata affidarmi. I passati sacrifizi non sono forse che un saggio di quei tanti che ci rimangono ancora a soffrire per giungere ad impiantare nel cuore dell’Africa il Vessillo della Red.ne; ma non temiamo poiché quel Dio che ci ha sostenuti nei passati travagli, non ci abbandonerà nei futuri. Facciamo un olocausto della nostra vita per lo scopo della Santa Impresa; ed ella certamente riuscirà: caddero gli Apostoli, ma la loro fede giunse fino a noi e durerà fino alla fine dei secoli”. (Ai missionari, Scritti, 3125-3126)
Jesus es el hombre para los demas. Lo que necesitamos es llegar a donar nuestras vidas, a amar con un amor que es totalidad,

 

20 maggio 2019
Giovanni,14,21-26 Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa

Le parole di Gesù sono sempre e solamente vere. Gesù ci consegna allo Spirito Santo. Ci pone nelle mani dello Spirito Santo. Apparteniamo allo Spirito Santo. Prima di dire che lo Spirito ci viene donato dobbiamo e possiamo dire che noi siamo donati allo Spirito. Comboni ci crede e ne è testimone con le prime suore presenti in Africa C entrale.
“Eccomi entrato, dopo una navigazione di 38 giorni sul Nilo, nel Vicariato dell’Africa Centrale. Oggi le “Suore hanno rinnovato i loro Voti. Sono le prime Religiose che l’Africa Centrale abbia mai visto nel suo seno interminabile. Queste tre Suore sono degli angeli, io devo confessarlo alla loro cara Madre, con sentimento di verità e di felicità. Sr. Giuseppina Tabraui, ,,, cadde malata: sputò del sangue e fu presa dalla febbre che non lasciava più. Io ero desolato. Infine ho stabilito di fare una novena alla Marchesa di Canossa, fondatrice delle Suore di Carità a Verona, che ha fatto tanti miracoli e che è morta nel 1835. Alla fine della novena, cioè il 17, Sr. Giuseppina si alzò sana e salva e ora lavora più che mai. La tosse che la consumava è quasi cessata, la febbre non è più ricomparsa. Sr. Giuseppina è più forte che a Deir-El-Kamar e al Cairo e oggi è salita sui cammelli per quattro ore e mezza e sotto un sole bruciante ad Assuan per trattare un affare con il governatore e spero che arriveremo entro 40 giorni a Khartum.
(a madre Emilie Julien, Scritti, 3140 e 31449
Tenemos a un maestro que sabe enseñarnos todo. Este maestro es el Espiritu Santo. A El Jesus nos ha confiado. Es sus manos Jesus ha puesto cada uno de nosotros. Esta es de veras la bella noticia.

 

Martedì, 21 maggio 2019 
Giovanni 14, 27-31a Alzatevi, andiamo via di qui

La pace che dà il mondo è la pax romana, basata sul terrore e la sopraffazione. Gesù ha una visione lunga e ci chiede di avere fiducia in lui e di non arrenderci alla malizia del mondo, alla sua violenza, alla sua logica di avidità, di non lasciarci travolgere e schiacciare da esse. Daniele Comboni l’aveva compreso e crede che la la vera abolizione della tratta degli schiavi viene solo dal Vangelo.
“L’unico mezzo per abolire o scemare la tratta dei negri è di favorire ed aiutare efficacemente l’apostolato cattolico di quelle infelici contrade, donde si strappano violentemente a migliaia e migliaia i poveri negri commettendo i più orribili eccessi, ed ove si esercita l’infame traffico. Fra tutti i paesi del mondo è l’Africa Centrale, ove si fa il più fiero scempio di queste infelici creature. E siccome questa orribile piaga dell’umanità interessa altamente il mio Vicariato, io avrò molto da fare ad agire e carteggiare sovra tale argomento. Io avrei in mano le fila per trattare colle più alte sfere dei governi delle grandi potenze d’Europa su tale affare, ma oggi dominano unicamente governi atei e rivoluzionari: quindi non farò un passo, senza prima tutto sottomettere al sapiente giudizio della S. C., sulle cui istruzioni unicamente agirò in proposito”. (al card  Alessandro Barnabò, Scritti, 3155)
Si olvidamos a los pobres ya no tenemos razon para existir en este mundo. Los pobres son la riqueza para los que seguimos a Jesus. Mientra para los que tiene el poder son problema y son personas da distrutar.

 

Mercoledì, 22 maggio 2019 
Giovanni 15, 1-8 Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto

Senza Dio e senza i fratelli veniamo recisi e secchiamo. I pacchetti del “fai da te” sono oggi i più venduti: lascia perdere gli altri, te la cavi meglio da solo! E così moriamo di solitudine in mezzo a miliardi di persone. Comboni non si sente mai solo: difficoltà si, solitudine no.
“Assicuratevi che l’anima mia vi corrisponde un amore illimitato per tutti i tempi e per tutte le persone. Io ritorno fra voi per non mai più cessare d’essere vostro, e tutto al maggior vostro bene consacrato per sempre. Il giorno e la notte, il sole e la pioggia, mi troveranno egualmente e sempre pronto ai vostri spirituali bisogni: il ricco e il povero, il sano e l’infermo, il giovane e il vecchio, il padrone e il servo avranno sempre eguale accesso al mio cuore. Il vostro bene sarà il mio, e le vostre pene saranno pure le mie. Io prendo a far causa comune con ognuno di voi, e il più felice de’ miei giorni sarà quello, in cui potrò dare la vita per voi. – Non ignoro punto la gravezza del peso che mi indosso, mentre come pastore, maestro e medico delle anime vostre, io dovrò vegliarvi, istruirvi e correggervi: difendere gli oppressi senza nuocere agli oppressori, riprovare l’errore senza avversare gli erranti, gridare allo scandalo e al peccato senza lasciar di compatire i peccatori, cercare i traviati senza blandire al vizio: in una parola essere padre e giudice insieme. Ma io mi vi rassegno, nella speranza, che voi tutti mi aiuterete a portare questo peso con allegrezza e con gioia nel nome di Dio”. (Omelia, Scritti, 3158, 3159) Sin Dios y sin los demas somos arboles secos. Solamente Dios y los demas nos hacen florecer.

 

Giovedì, 23 maggio 2019 
Giovanni 15, 9-11 Rimanete nel mio amore

Ho toccato con mano la sofferenza atroce che permea la vita dei più poveri, ma ho visto lì sempre poca tristezza. Questa grazia, che Dio concede loro, è data anche a noi quando li serviamo amandoli, quando cioè “rimaniamo nell’amore di Gesù”. Nei Cuori di Gesù e di Maria, Daniele Comboni, ripone la sua fiducia in loro e nelle persone, comprese le autorità, Vive la vera amicizia. “Già fin dal mio ingresso nel Vicariato alle prime cateratte del Nilo io ho cominciato a mostrare ai Governatori turchi il Gran Firmano, che S. M. Apostolica l’Imperatore Francesco Giuseppe I ottenne dal Gran Sultano di Costantinopoli a favore del mio Vicariato dell’Africa C.le; per cui tutte le autorità turche andarono a gara a favorirci in ogni cosa nel lungo e disastroso viaggio. Jeri poi ho fatto il mio ingresso solenne. Inter Missarum solemnia ho recitato il lingua araba la mia Pastorale, nella quale ho esposto nettamente il principale obbietto della missione ricevuta dall’immortale Pio IX. Vi assistevano oltre a 130 cattolici, gran numero di eretici d’ogni risma, musulmani ed idolatri, e n’era piena la cappella, i portici e la corte della missione. Fui assicurato che in Khartum da ben undici anni non si era mai sentita la parola di Dio dall’altare; ciò che non posso ancor credere. Qui ci aspetta non piccolo lavoro, poiché ad eccezione di due famiglie, tutti vivono in concubinato. Confido nella grazia del S. Cuore di Gesù, a cui dedicherò solennemente tutto il Vicariato nella 4.a domenica di agosto dedicata al S. Cuore di Maria. Il S. Cuore di Gesù invocato dai membri dell’Apostolato della Preghiera, come mi scrisse il P. Ramière, deve fare il miracolo della conversione dei cento milioni di anime, onde consta questa immensa missione”. (al card. Alessandro Barnabò, Scritti, 3167 , 3170?
Permanecer, no simplemente encontrar o hacer una experiencia. Esta es nuestra vocacion y la fuente de nuestro soñar mirando adelante.

 

Venerdì 24 maggio 2019
Giovanni 15,12-17 Questo vi comando, che vi amiate gli uni gli altri

Amare è un verbo molto coniugato ed è bello quando viene coniugato al presente. Dio sempre lo coniuga al presente e per questo il suo amore è eterno.  Il discepolo e, la discepola di Gesù, anche loro coniugano al presente questo verbo e lo rivestono di universalità. Lo ha fatto Daniele.
“Sr. Giuseppina è un’apostola e un predicatore matricolato; si è già introdotta in molte famiglie, parla ai mariti, alle donne, alle concubine, a tutti; insinua la morale e la religione cattolica e il nostro confessionale lavora. In una parola, abbiamo una grande missione da compiere a Khartum: le Suore faranno dei miracoli, ma mi occorrono delle Suore. Lei leggerà negli Annali molte cose che non ho il tempo di dire qui, perché entro due giorni io parto per il Cordofan. Sono venuto a Khartum con un firmano del sultano di Costantinopoli che l’Imperatore d’Austria mi ha ottenuto. Il grande Pascià del Sudan è divenuto mio amico e protettore: egli mi ha regalato il suo piroscafo a vapore per andare sul Fiume Bianco alla minor distanza dal Cordofan; con il vapore fino a Abu-Gherab impiegherò solamente cinque giorni. Sono in una felice situazione qui in Sudan. In nessuna parte del mondo il prete e le Suore sono così rispettate come nell’Africa Centrale”.  (a madre Emilie Julien, Scritti, 3178)
Amar con un amor que llega a cada persona y que abraza a todos los pueblos del mundo.

 

Sabato, 25 maggio 2019 
Giovanni 15, 18-21 Voi non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo

Crediamo continuamente che possiamo vivere di compromessi e ci “accomodiamo” dentro il sistema vigente per quel che ha di consumismo, di competitività, di narcisismo, di avidità, di idolatria del denaro e della tecnologia. E così non veniamo odiati, ma noi scivoliamo fino all’indifferenza e il Regno rimane lontano.. A Khartoum succede qualcosa di diverso. “Non è mia intenzione di esporle lo stato miserabile, in cui ho trovata la missione di Khartum specialmente riguardo alle anime. La mancanza del pane della Parola divina, che dal 1861 non si è mai predicata, e lo snervamento dello spirito, in cui d’ordinario precipita insensibilmente l’operaio evangelico il più ben preparato e disposto, quando in sì perigliose contrade lungi dagli sguardi di un Vescovo si riman per lungo tempo solo ed isolato, o quando non è sorvegliato di tanto in tanto dai Superiori, o quando non viene risvegliato e rinfrancato da qualche salutare Visita Ap.lica, furono a mio credere le precipue cause dello stato deplorabilissimo, in cui ho trovata la piccola greggia di Khartum, della quale non è il maggior vizio il concubinato… Quanto alle Suore, lunedì prossimo, ai 9 corr.te, si apriranno le scuole femminili; e grazie al dono che Dio m’ha fatto di religiose di ottimo spirito e capacità, e di buone istitutrici negre, spero di vedere fra poco una fiorita scuola cattolica in questa capitale, che non ha mai veduto una Suora ed i portenti della carità delle donne evangeliche. Egli è pure in grazia dei non pochi elementi d’istruzione che attualmente possiede questa missione…” (al card. Alessandro Barnabò, Scritti, 3188 e 3192)
Si, es hermoso no olvidar nunca che si nos estamos comprometiendo es porque Alguien nos ha llamado. Y quien te ha llamado es fiel: ni olvida, ni abandona.

 

Domenica, 26 maggio 2019 
Giovanni 14, 23-29 Ma il Paraclito, lo Spirito Santo, vi insegnerà ogni cosa

È uno Spirito combattivo e gagliardo quello che lascia Gesù, non remissivo, non stantio, non incasellato. “È come il vento”, l’aveva definito Gesù. È l’esperienza dello stesso Gesù che parla del Padre, dell’amore, della Parola, della gioia, ma anche delle prove, del turbamento, del timore e della fede, come realtà, anche loro, in continuo movimento. Di fronte alle sofferenze del mondo e al dolore dei più piccoli non basta commuoversi, bisogna muoversi! L’ha fatto anche Comboni.
“Perciò prevedendo che anche io non potrò mai avere da questa Congregazione (le suore di san Giuseppe) quel numero di Suore che è necessario per l’immenso Vicariato dell’Africa Centrale, così, dopo aver esplorato inutilmente per mezzo di Mons. Canossa se le Canossiane si assumerebbero la direzione di qualche Istituto maschile nell’Africa centrale, avuto il consenso di Pio IX con sommo piacere di Mons. Canossa, ho aperto un Istituto femminile in Verona per formare missionarie dell’Africa, e che provvisoriamente ho chiamate le Pie Madri della Nigrizia: al quale oggetto ho comprato il convento Astori a S. Maria in Organis, ponendovi dentro le Pie Madri della Nigrizia, Istituto, che cammina assai bene, come mi scrive Monsignore, e che fra pochi anni mi darà delle buone missionarie”. (a un sacerdote trentino, Scritti, 3220)
En lo facil y en lo dificil, en cada etapa de tu vida, el Espiritu sabe darte lo que necesitas para ser constructor del Reino de Dio en el mundo.

 

Lunedì, 27 maggio 2019 
Giovanni 15, 26-16, 4 Lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me

Lo Spirito è il testimone. Gesù viene dal Padre, lo Spirito dal Padre e da Gesù. Noi siamo testimoni del Padre, del Figlio e dello Spirito, Lo siamo con la nostra vita vissuta con cuore di figli e di fratelli. Con una vita di persone amate capaci di amare.
“La città di Khartum, e soprattutto il Gran Pascià che comanda da Meroe fino alle sorgenti del Nilo, mi ricevettero con troppi onori. Ho pensato allora che al N. S. Gesù Cristo dopo gli Osanna toccò il Crucifige. Tuttavia il Pascià mi ricevette da amico, mi offerse tutto il suo appoggio per fare tutto quello che voglio pel bene della civiltà e della religione, diede una gran festa in mio onore, e mi offerse i suoi vapori gratis per fare le mie visite pastorali sul Fiume Azzurro e Bianco fino a Gondocoro, come fece difatti quando venni ora in Cordofan, poiché mise a mia disposizione il suo vapore, che mi trasportò per 127 miglia sul Fiume Bianco fino a Tura-el-Khadra, donde scesi a terra e col cammello in nove giorni giunsi ad El-Obeid. Non solamente i turchi vennero a felicitarmi per essere giunto a Khartum, ma lo stesso Gran Mufti, capo della religione musulmana, mi felicitò per avere condotto le suore per l’educazione delle fanciulle. Lo stesso avvenne qui in El-Obeid, ove il Pascià il giorno innanzi al mio ingresso abolì la schiavitù, e pubblicò per la prima volta i decreti del 1856 del Congresso di Parigi, e mise esso in libertà oltre a 300 schiavi della sua casa, venne in gran treno a farmi visita accompagnato da due generali e dai capi del suo Divano, e mi offerse il suo appoggio in ogni mio desiderio”. (a un sacerdote trentino, Scritti, 3225-32269)
Hay momentos facile y momentos dificiles. En todo momento hay que vivir como discipulos de Jesus, al soplo del Espiritu, el grande defensor.

 

Martedì, 28 maggio 2019
Giovanni 16, 5-11 Chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio

La fede ci offre lo sguardo della misericordia e anche la visione della realtà, per quel che ha di menzognero, ingiusto e oppressivo. La fede in Gesù –lo sguardo fisso su di lui- ci rende capaci di compiere le opere di liberazione e di annuncio del Regno che lui stesso fece e ce ne fa compiere anche altre, “più grandi di queste”. Ne è testimone san Daniele. “Ora per bene piantare solide basi per istabilir bene il Vicariato io mi limito a consolidare bene più che potrò le due stazioni centrali, che servano di base di operazione a tutte le missioni che si pianteranno in futuro nel centro d’Africa. Sono esse Khartum ed El-Obeid: e siccome il viaggio da Cairo a Khartum è sufficiente per ammazzare e rendere inetto il missionario, così, per compiere anche il desiderio di Propaganda, manifestatomi dall’E.mo Card. Barnabò con venerata sua lettera 29 aprile, intendo di aprire Scellal. Quindi è che in Cairo son sempre necessari due piccoli stabilimenti per acclimatizzarvi i missionari e le suore, provarne più la vocazione; e costituiscono come una Procura del Vicariato pei rapporti coll’Europa e provvisioni per la Missione. Il passo da Cairo a Khartum è troppo pericoloso e straordinario per la salute dei missionari. Quindi ecco la necessità di Scellal, che è la media proporzionale fra Cairo e il Sudan. Poiché, dopo aver io assistito alla morte di tanti missionari, è d’uopo che studi i mezzi per conservare la loro vita”. (a un sacerdote trentino, Scritti, 3232-3233)
Tu como discipulo de Jesus, abierto a lo nuevo y deseoso del bien de cada persona, tienes capacidad y sabiduria para dar pasos de vida. Encuentras en tu vida este don?

 

Mercoledì, 29 maggio 2019 
Giovanni 16, 12-15 Quando verrà lo Spirito Santo, vi guiderà a tutta la verità

Il peso del peccato del mondo, che Gesù stava per caricare, schiaccia chiunque lo affronta con paura o con superbia. La paura è sempre perdente. Soltanto lo Spirito della verità ci dona forza, pensieri e anche organizzazione per opporci al peccato del mondo. Ce lo dice Comboni.
“Qui ad El-Obeid, ove giunsero per la prima volta missionari cattolici nella persona de’ miei esploratori Carcereri e Franceschini, è già iniziata una piccola cristianità. Abbiamo casa nostra e una bella chiesuola. Avrebbe bisogno di essere ampliata per le scuole, arti e mestieri, poiché ora si fa scuola sotto un albero grande e dalle 9 ant. alle 4 è caldo. Poi ci vuole la casa per le suore. Ora ho qui tre istituti di negre con mia cugina, che è professa della compagnia di S. Angela Merici, che abitano capanne di paglia. Le case qui sono capanne: ma siccome succedevano e succedono sempre incendi, così per ordine del governo si fanno tutte di sabbia, poiché né pietre, né terra da far mattoni vi è. Queste case di sabbia prima della piogge si coprono di un pasticcio fatto di sabbia ed escrementi di buoi, e con ciò le case resistono alle piogge quell’anno. Ogni anno è d’uopo rinnovare l’operazione”. (a un sacerdote trentino, Scritti, 3236-3237)
Donde hay el Espiritu de la verdad no hay miedo y se encuentra siempre la valentia de soñar y realizar lo nuevo.

 

Giovedì, 30 Maggio 2019 
Giovanni 16, 16-20 Un poco e non mi vedrete, un poco ancora e mi vedrete

Oscurità e luce sono i due volti di Dio, gloria e abiezione, gioia e sofferenza, libertà e croce, vita terrena e vita eterna. E quel che per noi è contraddizione, per Gesù è manifestazione del mistero di Dio, perché, per quanto lui lo abbia presentato come Padre, in Dio rivelazione e mistero coesistono e Dio rimane sempre più grande di ogni rivelazione: “il mistero continua ad essere mistero eternamente” (K. Rahner).
“Ora vengo a dirle alcun che della più dolorosa piaga che affligge il mio Vicariato, cioè la schiavitù, la quale è nel massimo vigore qui… Ma oh! l’orrore della schiavitù che trionfa in queste parti! Da El-Obeid e da Khartum, e dal territorio che li congiunge, passano ogni anno più di mezzo milione di schiavi, la maggior parte femmine, ma mescolate senza riguardo ai maschi di ogni età, ma la maggior parte dai 7 ai 18 anni, tutte nude affatto, e la maggior parte incatenate, che si rubano e si strappano violentemente dal seno delle loro famiglie nelle tribù e regni posti al sud o sud-ovest di Khartum e Cordofan, essi rubano, talvolta uccidendo i genitori, se sono vecchi, o rubando o portando via e figli e genitori, se giovani. Tutti passano da qui per essere condotti o nell’Egitto, o sul Mar Rosso, ed essere venduti! A quelle fra le femmine che sono avvenenti, si dà anche un trattamento discreto per la prostituzione o pegli Harem, e gli altri pel servizio”. (a un sacerdote trentino, Scritti, 3240-3241)
Oscuridad y luz son los dos rostros de Dios. Sea que tu lo vea o sea que tu no lo vea. Lo importante es que tu viva como persona amada por El y  como persona que ama.

Venerdì, 31 maggio 2019 
Luca 1, 39-56 Beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore

A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?”. La madre del tuo Signore viene a te perché tu ne hai bisogno. Se scopri che ogni avvenimento è dono gratuito per te che hai bisogno, sarai persona libera: libera per accogliere il dono, per condividerlo, per offrirlo. La tua vita sarà missione: la tua luce ne accenderà un’altra. Solo così nascerà il nuovo! Lo ha creduto Comboni.
“Ma ciò che mi raccapricciò più di tutto fu quello che vidi fra Khartum ed El-Obeid, ove incontrai più migliaia di schiavi, la maggior parte femmine mescolate coi maschi e senza ombra di vestito. I piccoli fino a tre anni erano portati da altre schiave, che parevano le madri, e queste a piedi. Altri ed altre, ad otto a dieci erano legate al collo e raccomandate ad una trave che poggiava sulle loro spalle, e che doveano portare. Ciò perché non iscappassero. Altri a dieci a quindici dagli 8 ai 15 anni erano legati al collo con corda di pelle di capra attaccata ad una corda più grande che teneva in mano un giallabo o negoziante di schiavi. Altri erano legati a due a due ad una trave al collo, l’uno da una parte, l’altro dall’altra. Altri aveano la sceva, cioè, una trave finente a triangolo, ove era attaccato al collo dello schiavo, che dovea camminare a piedi trascinando la trave. Altri legati ciascuno le mani e braccia addietro ed attaccati ad una lunga corda sostenuta da un manigoldo. Altri aveano stretti i piedi con catene di ferro: altri così incatenati portavano altri fardelli o pesi dei padroni, ed i vecchi camminavano senza legami. Tutti son spinti barbaramente con lance e bastoni, quando ritardano a camminare o sono stanchi; e già alcuni cadono dalla fatica a terra. Allora i manigoldi o li finiscono con una bastonata o lanciata, o li abbandonano così per via. Ma il Cuor di Gesù supplicato dalle anime giuste, e la carità delle anime sante e doviziose soccorrenti l’apostolato cattolico di questa santa e spinosa missione, asciugheranno soli le lagrime di questi popoli infelici, pel cui riscatto noi sacrifichiamo la vita. Veda anche da questo lato l’importanza altissima di questo Vicariato Apostolico…”. (a un sacerdote trentino, Scritti, 3244-3245 e 3247)
Maria estrella de la evangelizacion no nos deje descansar, siempre nos hagas caminar, para que en el mundo ya no haya esclavitud y muerte sino libertad y vida.