Col mercoledì delle ceneri iniziamo quaranta giorni di cammino che ci conducono alla Pasqua, alla resurrezione spirituale e personale. L’invito perentorio che ci viene fatto é: «Convertitevi e credete al vangelo»; è un invito alla conversione totale. Non si tratta di ritoccare qualcosa nella nostra vita, ma di operare un capovolgimento di mentalità, di valori e di scelte fondamentali. Papa Francesco, nei suoi scritti e prediche, ci invita a camminare insieme a lui in questi quaranta giorni. Concretamente ci consiglia e propone vari passi di vita spirituale verso la Pasqua. Ne scegliamo Dodici:
1. Prenditi cura della tua vita spirituale, del tuo rapporto con Dio, perché questa è la spina dorsale di tutto ciò che facciamo e di tutto ciò che siamo.
2. Prenditi cura della tua vita familiare, dando ai tuoi figli e ai tuoi cari non solo cose, ma soprattutto i tuoi tempi, attenzione e amore.
3. Prenditi cura delle tue relazioni con gli altri, trasformando la tua fede in vita e le tue parole in buone opere, specialmente per i bisognosi.
4. Prenditi cura del dono della parola. Attenzione a come parli, purifica la tua lingua dalle parole offensive, dalla volgarità e dalla decadenza mondana.
5. Cura le ferite del cuore con l’olio del perdono, riconciliandoti con chi ti ha ferito e medicando le ferite che hai causato agli altri. Il perdono non è frutto dei nostri sforzi, ma è un dono dello Spirito. Non c’è pagina del Vangelo che possa essere sottratta a questo imperativo dell’amore che giunge fino al perdono. Perfino nel momento ultimo della sua esistenza terrena, mentre viene inchiodato sulla croce, Gesù ha parole di perdono: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno» (Lc 23,34). La misericordia è questa azione concreta dell’amore che, perdonando, trasforma e cambia la tua vita e quella degli altri.
6.Abbi cura del tuo lavoro, facendolo con entusiasmo, spirito di servizio, umiltà, competenza, passione e con ringraziamento a Dio.
7. Stai attento all’invidia, al rancore, all’odio e ai sentimenti negativi che divorano la tua pace interiore e ti trasformano in persona distruttiva.
8. Attenzione al risentimento e rabbia che possono portare alla vendetta, alla pigrizia spirituale e al vuoto interiore.
9. Attenzione a non puntare il dito contro gli altri, attenzione all’orgoglio e la superbia che può umiliare la dignità degli altri.
10. Prenditi cura dei fratelli e delle sorelle più deboli (…), degli anziani, i malati, gli affamati, i senzatetto e gli stranieri, perché tutti saremo giudicati su questo.
11. L’amore e la gioia guidino le tue giornate: gioia e amore camminano insieme. Chi non ama non può essere gioioso. La gioia è assente quanto sono presenti l’egoismo e il risentimento. La gioia cristiana non è una virtù distinta dall’amore, ma è frutto dell’amore. La gioia non ha consistenza in se stessa: ha la sua sorgente nell’amore e la sorgente dell’amore è Dio (1Gv 4,8).
12. Sii persona generosa, servizievole, mite e paziente. Magari non avrai visibilità, non farai carriera, eppure il bene che farai non andrà perduto. Il bene non va mai perduto, rimane per sempre, perché viene scritto nel cuore di Dio.
Concludiamo con la preghiera della gioia dei discepoli di Emmaus che nel loro camminare hanno ritrovato Cristo, il loro maestro:
Signore, quando noi siamo tristi e smarriti, Tu ci cerchi . Quando noi mormoriamo tristemente, Tu taci e ci ascolti. Quando noi ci scoraggiamo, Tu credi in noi e ci dai animo. Quando noi ci sentiamo soli , Tu cammini al nostro fianco. Quando é sera e buio nel cuore, Tu ci illumini con la tua speranza. Tu ci inviti alla mensa con te e ti manifesti e spezzi il pane con noi. Poi, quando noi ritroviamo la gioia, Tu scompari, rimanendo nei nostri cuori; e ci riporti a condividere con gioia il nostro cammino di fede nel cenacolo.
P. Teresino Serra
(Fonte: PAPA FRANCESCO:-Lettera Apostolica Misericordia et misera – Evangelii Gaudium )