C’è una verità che è ancorata solidamente nella mia mente e nel mio cuore, ed è questa: Dio non vuole la tristezza dei suoi figli e delle sue figlie. Per loro Egli non vuole né la miseria e né l’oppressione di qualsiasi genere. Anzi vuole la prosperità e la felicità mediante il fidarsi di Lui e l’affidarsi a Lui. Nella prima lettura, presa dal libro del profeta Geremia, abbiamo un’immagine molto espressiva:

Benedetto l’uomo che confida nel Signore (…). E’ come un albero piantato lungo un corso d’acqua, verso la corrente stende le radici; non teme quando viene il caldo, le sue foglie rimangono verdi, nell’anno della siccità non si dà pena, non smette di produrre frutti”.

Mamma mia, che realtà stupenda questo dono di Dio che viene specificato nel passo evangelico della Liturgia Eucaristica di oggi. In esso vengono proclamati beati coloro che il mondo considera poveracci e infelici. E se analizziamo la mentalità dei più nella nostra società, mentalità descritta nella seconda parte del passo evangelico odierno, c’è da dire che più controcorrente di così non si può andare. Infatti, Dio prende coloro che il mondo considera roba da scarto, e li fa entrare nel suo Regno, indicando loro in Cristo Gesù, il programma da realizzare per percorrere la strada della felicità e raggiungere il compimento di essa. Consideriamo alcuni aspetti delle beatitudini:

  1. Le Beatitudini sono il ritratto intimo, stupendo e fedele di Cristo Gesù. Soffermandoci sulle Beatitudini mediante la meditazione e la preghiera, noi contempliamo Cristo Gesù: il povero, il gentile, colui che piange, colui che ha fame e sete di giustizia, il misericordioso, il puro di cuore, l’operatore di pace e il perseguitato. Contemplando Gesù, noi diventiamo persone ‘Cristificate’, capaci di vivere le Beatitudini, considerate come il Manuale della Vita Cristiana.
  2. Le Beatitudini sono la perfetta realizzazione delle Promesse di Dio. Nell’Antico Testamento Dio si impegnò a dare una risposta alla sete di felicità presente nel suo popolo. Le Beatitudini mettono in luce tale felicità con un significato tutto particolare: essa non è legata ad eventi buoni e piacevoli, ma è legata alla presenza di Dio nella vita. E la presenza di Dio genera la felicità non nonostante tutto, ma con tutto ciò che accade, persino la persecuzione, il lutto, e ogni genere di contrarietà.
  3. Le Beatitudini proclamano ciò che San Francesco di Sales chiama “Martirio del Cuore”. Ciò vuol dire che quando viviamo le Beatitudini, noi moriamo al mondo del peccato, al mondo della carne, ed entriamo nel mondo dello Spirito in cui il dominio appartiene a Dio, alla sua Parola, al servizio degli altri considerato come missione che diventa sempre più passione nel cuore.
  4. Le beatitudini costituiscono una dichiarazione rivoluzionaria unica. La storia dell’umanità ha visto molte rivoluzioni: quelle che si sono verificate per cambiare strutture e sistemi, che hanno causato spargimento di sangue con risultati alterni di successi e fallimenti, e altre rivoluzioni che miravano a cambiare i cuori e rendere la vita più dignitosa, più reale. Queste hanno lasciato un segno positivo nella storia. La rivoluzione portata da Gesù appartiene a questo secondo gruppo nel modo più evidente e creativo. Infatti, essa ha dato alla vita umana un sapore Noi possiamo lasciarci influenzare da questa rivoluzione, comprendere la visione completamente nuova portata da Gesù e viverla, nella misura in cui abbracciamo le Beatitudini come stile di vita. Ciò richiede da noi rinunce e sacrifici. Non c’è altro modo per vivere così.

Come sarebbe bello se, a conclusione di questa riflessione, decidessimo di ascoltare sempre Gesù con tutta l’attenzione, con tutto l’amore e con tutto il rispetto che merita. Parafrasando Papa Francesco, dico: Lasciamo che le sue parole ci scuotano, ci sfidino e ci chiedano un vero cambiamento del modo in cui viviamo. Che le Beatitudini siano vita della nostra vita!

 

                                                                                            Giovanni Taneburgo

                                                                                       Missionario Comboniano