La prima parte del passo evangelico proclamato nella Liturgia Eucaristica di oggi, è l’inizio del testo di Luca. Leggendolo per preparare l’omelia, ho avuto un’impressione bella che mi ha dato coraggio nel contesto della ‘fede nella Parola di Dio’. Dopo aver ricordato coloro che, come testimoni oculari degli avvenimenti della salvezza fin dagli inizi, trasmisero quegli avvenimenti, Luca dice a Teofilo: “Anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scrivere un resoconto ordinato per te, illustre Teofilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto”.

Come dicevo sopra, con questo testo, san Luca mi ha dato coraggio, perché tante volte, ho incontrato persone che dicevano di non poter credere perché ritenevano la fede un salto nel buio. Inoltre, dicevano che non potevano rinunciare alla ragione per accettare di credere ciecamente in Dio. Penso che Paolo volesse dire a Teofilo, direbbe alle persone di cui ho appena parlato, e dice a me e a voi che il Vangelo, il Cristianesimo, la vita dei seguaci di Cristo, non sono realtà derivate da una grande favola, né basate su sabbie mobili. Esse poggiano invece su un avvenimento solido al massimo, cioè sulla Persona di Gesù, con la sua vita e la sua opera, con i tanti doni che continuamente ci dà, in particolare il cielo aperto, con la possibilità di volgere lo sguardo verso le realtà eterne. E’ vero, nella vita, possiamo perdere tante cose: persone care che muoiono, la salute che viene meno, tante cose che invecchiano, ecc. Ma ciò che è veramente importante, è non perdere la fede in Gesù e non perdere il gusto per il suo Amore Misericordioso offertoci sempre in abbondanza.

A riguardo di quanto ho appena detto, come sono interessanti le sorprese che, anche se piccole, confermano delle verità! Un esempio: Romano, un mio amico, mi ha mandato una foto con un commento, e gli ho chiesto di poter condividere il tutto. Si tratta della foto di un albero di kaki completamente senza foglie, ma ancora con tanti frutti grandi e belli. Il commento di Romano: “Sembra un messaggio d’amore di chi, pur avendo perso tutto nella vita, ha ancora la voglia e la forza di amare. La più alta espressione della vita! Mai perdere la voglia e la forza di amare”. Ho aggiunto: Mai perdere Gesù!

Soffermiamoci ancora su Gesù. Nella seconda parte del passo evangelico di oggi, mentre era nella sinagoga di Nazaret, Egli presentò sé stesso come Salvatore del mondo, e quindi come compimento delle Scritture. Le sue parole furono chiare e forti: proclamò di avere lo Spirito su di Sé e di essere stato mandato a salvare i poveri, a dare la vista ai ciechi, a rimettere in libertà gli oppressi; praticamente a salvare tutti. Gesù continua ad essere proclamato Salvatore del mondo. Come tale continua ad operare nella Chiesa e attraverso la Chiesa, in tutti coloro che si aprono a Lui e attraverso di loro. Ma quanti l’avversano nel mondo d’oggi? Quanti considerano le sue parole, che sono spirito e vita, per metterle in pratica? Quanti vivono in comunione gli uni con gli altri, mettendo a servizio di tutti i doni ricevuti da Dio, secondo ciò che ci dice san Paolo nella seconda lettura? E noi, come viviamo? Pensiamoci, e chiediamo la grazia di ‘conoscere Gesù sempre meglio, di seguirlo sempre più da vocino, e di amarlo sempre più teneramente’.

 

                                                                                     Giovanni Taneburgo

                                                                                 Missionario Comboniano