“Dobbiamo tenere accesa la fiaccola della speranza, che ci è stata donata, e fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante. Il Giubileo potrà favorire molto la ricomposizione di un clima di speranza e di fiducia, come segno di una rinnovata rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza. Per questo ho scelto il motto Pellegrini di speranza”. (Papa Francesco)

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Abbiamo iniziato l’anno 2025 con l’invito del Papa a vivere la straordinaria esperienza del Giubileo. Questo è un anno che vuole essere segnato dalla gioia e dalla speranza, dal rinnovamento e dalla conversione, dalla vita nuova che Dio è sempre disposto a donarci come espressione del suo amore. Parlare di Giubileo ci fa pensare al giubilo, alla gioia, a qualcosa che produce felicità piena, a qualcosa che ci rimette sulla strada di ciò che vale davvero la pena e ci fa uscire dai grovigli e labirinti in cui spesso ci perdiamo. Il Giubileo è l’espressione più piena della felicità che nasce dal ritornare a ciò che è essenziale e importante nella nostra vita; è la gioia che ha la sua origine e la sua meta nell’incontro con Dio. È la felicità che nasce quando scopriamo, come fondamento della nostra esistenza, l’amore e la tenerezza di un Padre sempre disposto a ricrearci. L’ esultanza è un modo per esprimere la felicità che proviamo quando ci liberiamo da tutto ciò che ci rendeva schiavi. È l’opposto del vivere nella tristezza o nell’amarezza, nel superficiale e nell’effimero. È riconoscere Dio come protagonista della nostra storia e come desiderio più profondo del nostro cuore.  Il tempo del Giubileo è un momento speciale per noi, per aprire gli occhi e contemplare ciò che di buono è rimasto nel nostro passato. È un motivo per ricordare e per essere grati, riconoscendo che ogni momento del nostro viaggio di vita è stato un dono, una grazia che ha ci è stata concessa senza alcun merito. C’è Qualcuno che si è preso cura di noi e ci ha guidato fedelmente.

 

GIUBILEO: TORNARE AL BUONO E GIUSTO DI PRIMA: Il giubileo, ai tempi dell’Antico Testamento, era l’anno in cui tutto doveva tornare alle origini, a come era stato in principio, dove Dio era riconosciuto come unico Autore e Signore. Il libro del Levitico dice, molto semplicemente e con grande chiarezza, qual era il motivo di tanta gioia.  “Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina, né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è il giubileo; esso vi sarà sacro; potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi. In quest’anno del giubileo, ciascuno tornerà in possesso del suo”.  (Levitico, 25, 10-13) Oggi, per noi, è una buona opportunità per renderci conto che tutto ciò che cerchiamo di accumulare e considerare come ricchezza personale non è altro che qualcosa che ci è stato prestato. Il giubileo ci offre l’opportunità di mettere Dio al primo posto nella nostra vita, come unico autore e promotore della nostra felicità. È anche una bella opportunità per noi di prendere coscienza dell’importanza di stabilire relazioni sane e autentiche con i nostri fratelli e sorelle e con tutto il creato, riconoscendoli come realtà sacre. Siamo soprattutto invitati a vivere il giubileo del 2025 come un tempo illuminato dalla speranza. Ciò è importante perché ci rendiamo conto che viviamo in un’epoca in cui a volte ci sentiamo sopraffatti da tanti segnali di incertezza, violenza e dolore. Viviamo in un’epoca in cui l’egoismo e l’indifferenza sono imposti come modelli di comportamento, mentre l’ambizione e il desiderio di potere ci fanno dimenticare che siamo solo di passaggio. Lo spettacolo del nostro mondo ci rende spesso ciechi e incapaci di percepire la bellezza che Dio crea ogni giorno intorno a noi. Ci sentiamo sopraffatti dai nostri successi tecnologici e scientifici, che sono certamente straordinari e meravigliosi; ci lasciamo anche sopraffare dall’arroganza che ci fa credere di poter scavalcare gli altri. In mezzo ai tempi bui e deprimenti in cui viviamo, è lì che Dio alza la sua voce e ci invita a non dimenticare che sarà sempre Lui ad avere l’ultima parola. Ed è proprio da lì che nascono tutte le nostre speranze, la nostra fiducia e la gioia che ci permette di guardare al futuro con entusiasmo.

 

GIUBILEO, TEMPO DI SPERANZA: Vivere quest’anno nel segno della speranza non è altro che riconoscere che portiamo nel cuore un progetto pensato da Dio per ciascuno di noi, come progetto di libertà, di vita piena, di felicità. Questo è ciò che ci darà il coraggio di alzarci ogni giorno con ottimismo e fiducia e non permetterà al pessimismo, allo scoraggiamento o alla tristezza di vincere su di noi. La speranza ci farà vedere ogni mattina come un’opportunità che ci viene offerta per lasciarci alle spalle la diffidenza e le paure, con la certezza che Dio sta preparando qualcosa di nuovo e bello per rendere più piena la nostra vita. La speranza ci impedirà di rimanere intrappolati nelle nostre miserie, nelle nostre debolezze e ancor meno nei nostri errori. La speranza sarà ciò che ci riporta sulla strada dell’umiltà e della semplicità che ci permettono di comprendere chi veramente siamo e quanto possiamo valere. Vivere nella speranza, quest’anno, può essere per ciascuno di noi quell’esperienza di cui avevamo bisogno per alzare lo sguardo e renderci conto che c’è molto da vivere, da godere e da condividere, mentre il Signore continua a condurci e accompagnarci sul suo cammino. E Papa Francesco ci ricorda che in questo nostro camminare dobbiamo essere speranza per gli ultimi e dimenticati. Il giubileo non ci permette di chiudere gli occhi davanti al dramma della povertà dilagante che impedisce a milioni di uomini, donne, giovani e bambini di vivere in maniera degna di esseri umani. Non possiamo dimenticare i tanti profughi costretti ad abbandonare le loro terre. Le voci dei poveri devono essere ascoltate in questo tempo sacro del Giubileo che, secondo il comando biblico, restituisce a ciascuno l’accesso ai frutti della terra: «Ciò che la terra produrrà durante il suo riposo servirà di nutrimento a te, al tuo schiavo, alla tua schiava, al tuo bracciante e all’ospite che si troverà presso di te» (Lv 25,6-7). 

  

Fonte: P. Enrique Sanchez mccj. riflessioni sul Giubileo