Oggi è la 2° domenica di Avvento. Accendiamo quindi la seconda candela. Ci avviciniamo al Natale. Siamo invitati a prepararci ascoltando Giovanni il Battista, il profeta Isaia, ma soprattutto guardiamo alla Madre di Gesù. Di Lei celebriamo oggi la Festa dell’Immacolata. Il dogma dell’Immacolata è stato proclamato da Papa Pio IX l’8 dicembre del 1854. E’ una data recente. Ma la fede nell’Immacolata Concezione della Vergine Maria, Madre di Gesù, è antichissima.  I Padri (= Santi e maestri della fede) della Chiesa dell’Oriente Cristiano, per esempio, hanno sempre sostenuto che la Madonna è stata preservata dal peccato originale. In Occidente il popolo ci ha sempre creduto, ma la gerarchia della Chiesa è stata molto prudente, perché si voleva sottolineare che tutti, senza eccezioni, sono stati redenti da Gesù.

Dante Alighieri (1265-1321), sommo poeta italiano, ha definito la Madonna “Vergine Madre, Figlia del tuo Figlio” (Canto 33° del Paradiso nella Divina Commedia), perché per i meriti di Gesù è stata preservata da ogni peccato.  

Nel 1854, Papa Pio IX ha proclamato dunque come dogma del credo cristiano: “Maria esente dal peccato originale, quindi Immacolata“. Quattro anni dopo, nel 1858, sono avvenuti i fatti di Lourdes, in cui la Vergine Maria ha rivelato il suo nome a santa Bernadetta Soubirous: “Io sono l’Immacolata Concezione“. Quasi una conferma del dogma proclamato nel 1854. 

Nel Vangelo di oggi (Luca 1, 26-38), si parla dell’Annunciazione. In questa pagina c’è tutto quello che riguarda la grandezza della Madonna e la redenzione dell’umanità. “Nulla è impossibile a Dio” è la conclusione dell’arcangelo Gabriele davanti alla Vergine Maria, citando una frase pronunciata dal Signore ad Abramo nei riguardi di Sara, che dubitava che sarebbe divenuta madre nella sua vecchiaia (Genesi 18, 14). Come da Abramo, anziano, e da sua moglie Sara, vecchia e sterile, Dio ha suscitato la vita con il figlio Isacco, così Dio sarà capace di far nascere un figlio a Maria, senza concorso umano e sarà appunto Figlio di Dio.

L’arcangelo Gabriele (= forza di Dio) è inviato da Dio a Nazareth, un paesetto mai citato nella Bibbia, in Galilea. Gabriele non si reca a Gerusalemme, dove c’era il tempio, dove c’erano i potenti. Dio va sempre in cerca degli umili, dei poveri, di quelli che non contano. 

Maria era una ragazza di poco più di 14-15 anni, promessa sposa a Giuseppe, secondo la tradizione ebraica. Per celebrare il matrimonio si faceva prima la cerimonia del fidanzamento e poi, dopo un anno, si celebrava il rito vero e proprio e la sposa si recava ad abitare dallo sposo.

Gabriele va a Nazareth, da una ragazza di nome Maria. Dio non aveva ancora mai rivolto la sua parola a una donna. Maria di Nazareth era umile e, secondo Gabriele, Dio stesso la riempirà del suo amore. Per questo concepirà un figlio e gli darà come nome Gesù (= Dio salva). Una donna non poteva dare il nome a suo figlio. Era compito del padre. Questo Figlio poi sarà chiamato “Figlio dell’Altissimo” e sarà Re, sedendo sul trono di Davide, regnando per sempre. La Vergine Maria chiede solo come tutto questo avverrà, perché è solo promessa sposa. “Lo Spirito Santo verrà su di te – dice Gabriele – e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra!”. Lo Spirito Santo discenderà su Maria, come al momento della creazione. E il Figlio, che viene da Dio, non seguirà la tradizione di Giuseppe, che viene escluso da questa filiazione. Nella tradizione ebraica, il padre, oltre alla vita biologica, doveva trasmettere anche l’eredità religiosa e morale. Gesù non seguirà i suoi padri d’Israele, ma seguirà il suo vero Padre che è Dio. Gabriele dà una prova: la cugina Elisabetta, nella sua vecchiaia, è incinta e al sesto mese. Maria allora esclama: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola“. Maria dice “la serva”, non una serva. Perché, secondo l’evangelista Luca, lei è la figura del popolo d’Israele e, in quanto tale, Maria accetta un compito straordinario: accogliere e accettare il Dio del suo figlio Gesù. 

Sant’Ireneo di Lione (130-202 dopo Cristo) fa un paragone  magnifico tra Eva e Maria. Eva è la prima donna, creata da Dio senza macchia di peccato. Ma disobbedisce e coinvolge Adam nel suo peccato. Maria di Nazareth invece si abbandona al volere di Dio, ubbidisce con prontezza. Dice sant’Ireneo: “Il nodo della disobbedienza di Eva ha avuto la sua soluzione nella Vergine Maria; ciò che la Vergine Eva legò con la sua incredulità, la Vergine Maria sciolse con la sua fede“.                              

Tonino Falaguasta Nyabenda Vicolo Pozzo 1 – 37129 V E RO N A