Prepariamoci alla nostra riflessione sulla Parola che oggi ci viene data come dono, con qualche momento di preghiera: “Padre Santo, che mantieni nei secoli le tue promesse, rialza il capo dell’umanità oppressa dal male e apri i nostri cuori alla speranza, perché attendiamo vigilanti la venuta gloriosa di Cristo, giudice e salvatore”.
All’inizio di questo tempo d’Avvento, per ogni aspetto della vita, metto l’accento sulla importanza della speranza. Faccio ciò, considerando le diverse situazioni della nostra vita in questo mondo ferito da tanti mali che generano apprensione e sofferenza. Tante volte è stata proclamata una verità che porto nel cuore. Dice: “Chi non spera, non può veramente vivere”. Certo! Infatti la speranza è parte essenziale del vivere bene di ogni persona e anche del progredire dell’umanità. La vita e la morte, la salute e la malattia, la pace e la violenza, il bene e il male, tutte queste realtà, richiedono da noi e da tutti, uno stare eretti con responsabilità, pazienza, equilibrio, e con un guardare in avanti desiderando un mondo migliore per l’umanità. Tutto ciò richiede speranza.
Ora, le mie esperienze di vita mi hanno reso convinto che nessun sistema politico, economico, sociale, può soddisfare le legittime aspettative che ognuno di noi ha, e ogni persona può avere. Quante assicurazioni di grandi cambiamenti sociali riguardanti la libertà e il benessere promessi a destra e a sinistra, non hanno generato nulla di positivo; anzi hanno causato illusioni e delusioni, senza la prospettiva di dedizione alcuna per il bene comune. Abbiamo bisogno di una speranza che non delude e non inganna nessuno.
Allora, torniamo alla considerazione dell’Avvento. Senza dubbio, questo mondo non è eterno e quindi certamente finirà. Però, Dio nostro Padre, mediante Cristo Gesù che rinnova la sua presenza nel mondo, offre la salvezza all’umanità, a me, a voi che mi leggete o ascoltate. Cristo è la pietra angolare sulla quale è costruito l’edificio della vita nuova per tutti, nel presente e anche nel mondo dell’aldilà. Ecco perché celebriamo l’Avvento di Gesù che, con la sua venuta, annulla la distanza tra cielo e terra. Però è necessario dire, come facciamo spesso, che Cristo non impone sé stesso e non impone la sua azione. Siamo chiamati ad accoglierlo e a collaborare con Lui, grazie a uno stile di vita rinnovato che possa liberarci dalla sonnolenza spirituale, da smarrimenti e scoraggiamenti che rendono i nostri cuori pesanti e malati. Durante questo Avvento, i nostri cuori devono diventare sempre più sani e leggeri! Per questo Gesù ci fa pervenire messaggi per tante vie diverse e mediante varie esperienze.
Un esempio: Diversi anni fa, vidi nell’alto Egitto, una colonna che attirò la mia attenzione e mi spinse a scrivere questo articoletto:
“Nell’Alto Egitto, c’è la figura di una divinità incisa su una colonna. La divinità tiene in mano la bilancia della vita con due piatti; su uno c’è un cuore umano e sull’altro una piuma di uccello. Nella religione egiziana si credeva che, allorché una persona moriva, la divinità ne pesasse il cuore. Per avere il dono della beatitudine, la persona doveva avere un cuore leggero come una piuma di uccello…”.
Durante questo tempo di Avvento, il Signore ci dice che desidera che il cuore di ciascuno dei noi sia leggero senza quei legami disordinati che lo rendono pesante: Il passo evangelico di oggi parla di dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita. Potremmo pensare a tanti altri legami che ci affliggono come l’egoismo, l’ambizione, la superbia. L’Avvento ci dà l’opportunità di rinnovamento, mentre ci chiede di mettere la nostra vita nelle mani del Signore, facendo attenzione alla sua presenza e vigilando sul nostro comportamento.
Termino con una breve preghiera: “I nostri cuori, o Signore, sono ancora pesanti; hanno bisogno di purificazione. Prendili tu come sono e falli come tu vuoi: leggeri, proprio come piuma di uccello”.
Giovanni Taneburgo
Missionario Comboniano