Nel mese di novembre ci sono giornate da celebrare o forse solo da ricordare.
6 Novembre: giornata internazionale per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in tempo di guerra e di conflitto armato
17 Novembre: Giornata mondiale dei poveri;
25 Novembre: Giornata internazionale della violenza contro le donne;
29 Novembre: Giornata internazionale per il popolo palestinese;
30 Novembre: Giornata mondiale in memoria delle vittime della guerra chimica
Sono giornate da calendario, che pochi ricordano. Noi proclamiamo che tutto il mese è dedicato ai morti, particolarmente alle vittime della fame, alle vittime innocenti sotto i bombardamenti, alle vittime delle alluvioni, alle vittime causate dall’indifferenza e alle vittime delle persecuzioni contro i cristiani. È anche il mese dei cristiani morti interiormente per aver dimenticato il vangelo della verità, della giustizia e della pace. È anche il mese della morte del buon senso e della sensibilità verso i bisognosi. Offriamo alcune riflessioni per celebrare questo mese con la tristezza nel cuore davanti alle tombe di tutti gli innocenti.
- LUIS ESPINAL: I CRISTIANI DISTRATTI E MUTI
“Ci sono cristiani muti, che finché non li toccano stanno tranquilli, anche se casca il mondo. Non protestano per le ingiustizie perché schiavizzati dallo stato o per le persecuzioni o per i compromessi, comprati dall’opportunismo e dalla paura. Per loro la fede è una cosa eterea che non ha niente a che vedere con la vita: si tratta di nuvole dall’alto…
Ti preghiamo, Signore, per i cristiani del silenzio; che la tua Parola incendi i loro cuori e faccia loro superare la paura. Che non tacciano come se non avessero proprio niente da dire. Tu sai quello che conviene alla tua Chiesa. Dalle ciò che è meglio anche se fosse il carcere, l’esilio o la povertà.
Liberaci dal silenzio del sazio di fronte all’ingiustizia sociale; liberaci dal silenzio “prudente” per non compromettersi. Temiamo di aver posto limiti al tuo vangelo; non è più duro, non dà fastidio a nessuno; abbiamo voluto convincerci che si poteva servire insieme Te e il denaro.
(Luis Espinal: sacerdote gesuita spagnolo, poeta, giornalista, regista e critico cinematografico. Nato nel 1932 in Spagna e assassinato in Bolivia nel 1980)
2. PEDRO CASALDIGA (1928-2020): LA TUA CHIESA NON SIA MAI DEL SILENZIO
“Signore, libera la tua Chiesa da ogni sapore mondano: che non appaia come una società, con i suoi capi, i suoi azionisti, i suoi privilegi, i suoi funzionari, la sua burocrazia. Che la tua Chiesa non sia mai la Chiesa del silenzio. Poiché è depositaria della tua Parola; gridi liberamente, senza reticenze né codardie, non taccia mai, né di fronte ai guanti bianchi né di fronte alle armi. Prima il pane e poi la libertà! La libertà nella fame è un fiore su un cadavere! Dove c’è il pane c’è Dio. “Il riso è il cielo”, dice il poeta dell’Asia. La terra è un enorme piatto di riso, un pane immenso e nostro, per la fame di tutti. Dio si fa pane: lavoro per il povero, dice il profeta Gandhi.
La Bibbia è un menù di pane fraterno. Gesù è il Pane vivo. L’Universo è la nostra tavola, fratelli.
Le masse hanno fame, e questo Pane è la loro carne, martoriata nella lotta, vincitrice nella morte.
Siamo famiglia nello spezzare il pane. Solo allo spezzare del pane ci potranno riconoscere. Cerchiamo di essere pane, soprattutto pane per il Sud del Mondo”.
(Pedro Casaldáliga Plá (1928-2020) è stato un vescovo, poeta, profeta e teologo spagnolo naturalizzato brasiliano, religioso dei Missionari figli del Cuore Immacolato di Maria. Ha avuto una vita totalmente consacrata alla difesa degli oppressi)
ELSA TAMEZ (teologa e biblista messicana- 73 anni)
DAVANTI ALLE TOMBE DEGLI INNOCENTI: “Signore, le condanne degli innocenti continuano; io le vedo ogni giorno. Io stessa ci sono passata. Sembra che la giustizia di questo mondo neghi la Tua giustizia misericordiosa. I bambini nel ventre sono rapidamente condannati dall’aborto, i bambini di strada sono condannati a morte perché le strade siano ripulite dagli elementi perniciosi; i giovani sono drogati perché si uccidano gli uni gli altri; chi parla in favore del povero e dell’emarginato viene condannato per l’imperdonabile crimine di turbamento dell’attuale ordine civile del peccato. Sì, Signore, sembra che fin dal concepimento nel ventre delle nostre madri siamo marchiati per essere condannati ad una morte ingiusta! Sì, Signore, quando imprese, governi e chiese ignorano la fame, le malattie, la mancanza di alloggi, di lavoro onesto, di salario giusto, condannano a morte milioni di vittime innocenti. Anch’io, forse, con il mio silenzio, con la paura o l’indifferenza, condanno a morte Gesù e chiedo il suo sangue, quando chiudo gli occhi davanti alle molteplici condanne a morte di oggi? Forse anch’io chiedo la sua crocifissione, quando resto silenziosa davanti al pianto degli afflitti!”
(Elsa Tamez: nata nel 1951 nella Città del Messico [età 73 anni]. Biblista e Teologa femminista latinoamericana; insegna Studi biblici all’Università biblica dell’America Latina di Costa Rica)
4. PAPA FRANCESCO: MARIA, DONNA DI PACE, GUIDACI!
“Il nostro destino non è la morte ma la vita, non è l’odio ma la fraternità, non è il conflitto ma l’armonia, non è la guerra ma la pace. Guardando a te, Vergine della pace, ci sentiamo confermati in questa fede che gli avvenimenti a volte mettono a dura prova. E tu, Madre, rivolgi i tuoi occhi di misericordia su tutti i popoli oppressi dall’ingiustizia e dalla povertà, provati dalla guerra; guarda al martoriato popolo ucraino, al popolo palestinese e al popolo israeliano, a tanti popoli dell’Africa, ripiombati nella spirale della violenza. Oggi, Madre santa, portiamo qui, sotto il tuo sguardo, tante madri che, come è successo a te, sono addolorate. Le madri che piangono i figli uccisi dalla guerra e dal terrorismo. Le madri che li vedono partire per viaggi di disperata speranza. E anche le madri che cercano di scioglierli dai lacci delle dipendenze, e quelle che li vegliano in una malattia lunga e dura. Oggi, Maria, donna di pace, abbiamo bisogno di te come madre, per affidarti tutte le donne che hanno sofferto violenza e quelle che ancora ne sono vittime in ogni parte del mondo”.
(Omelia del Santo Padre in piazza di Spagna-Roma, 8 Dicembre 2024, festa dell’Immacolata Concezione)