All’inizio della prima lettura presa dal libro del Profeta Geremia, che troviamo nella Liturgia Eucaristica di oggi, c’è un bellissimo invito alla gioia. Ci viene offerto mentre ci troviamo in situazioni pesanti che potrebbero renderci tristi, avviliti e agonizzanti nell’intimo. L’invito dice: “Innalzate canti di gioia (…), esultate (…), fate udire la vostra lode”. Il profeta ci da anche il motivo di detto invito: è l’azione di Dio misericordioso che perdona e invita il suo popolo ad abbandonare il peccato e le divisioni, e ritornare a Dio mediante la conversione del cuore. Il profeta invita anche a mettersi insieme, grazie alla creazione di relazioni fraterne secondo il piano e la vocazione che hanno origine nel Cuore di Dio. Tutte le persone che abitano questo mondo, non possono vivere ciascuna nel suo isolamento come se fosse un’isola in un vasto oceano. Dio vuole la comunione, sapendo che nell’isolamento si agonizza e poi si muore. Soltanto nella comunione si celebra la vita. Il piano di Dio ci riguarda molto da vicino, ed è bene ricordare sempre che la sua attuazione non è indolore, anzi richiede da noi una rivoluzione spirituale.

Per bontà di Dio, ‘buono e grande nell’amore’, la salvezza di cui si sta parlando, non è una possibilità e basta. Essa è certa come dono di Dio, e noi possiamo soltanto chiederla e accoglierla, mentre da Dio stesso ci lasciamo purificare. ‘Lasciarsi purificare! Parlerei qui di ‘passività attiva’. Dio è l’agente principale nel piano di salvezza; noi collaboriamo con Lui. Tutto ciò esprime un principio sempre presente nel Vangelo e in tutta l’opera salvifica di Cristo Gesù che comincia dai piccoli e dai poveri, dagli zoppi e dai ciechi, dagli abbandonati e dagli ultimi. Veniamo al caso di Bartimeo, un povero cieco senza alcun potere di movimento, e sempre seduto lungo la strada a mendicare. Fu trasformato in modo sorprendente, grazie alla potenza salvifica di Cristo Gesù, e grazie alla sua preghiera e alla sua fede di miracolato che divenne seguace coraggioso di Colui che l’aveva salvato. Ascoltiamo ciò che il passo evangelico ci dice:

 “Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: ’Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!’ Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte. ‘Figlio di Davide, abbi pietà di me!’. Gesù si fermò e disse: ’Chiamatelo!’ Chiamarono il cieco, dicendo: ‘Alzati, ti chiama!’. Egli, gettato via il mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse; ‘ Che cosa vuoi che io faccia per te?’ E il cieco gli rispose: ‘Rabbunì, che io veda di nuovo!’. E Gesù gli disse: ‘Va’, la tua fede ti ha salvato!’ E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada”.

Bartimeo! Che uomo intelligente, aperto e accogliente! Mentre a riguardo del seguire Cristo, i discepoli erano esitanti, perplessi e senza comprensione delle richieste di Cristo, Bartimeo, guarito e quindi capace di vedere di nuovo, subito cominciò a seguirlo lungo la strada. Come conseguenza di ciò, egli  diventò di ispirazione per i discepoli, ed è di ispirazione anche per noi, essendo un modello da imitare per gli uomini e le donne di tutti i tempi, chiamati da Gesù a seguirlo sulla via della croce e della glorificazione, mettendo fiducia illimitata nella potenza del divino Amore. Credo che come i primi discepoli di Gesù, spesso siamo timidi ed esitanti nel nostro essere cristiani. Abbiamo difetti di vista nel cuore, e non preghiamo, e non cresciamo nella fede perché diventi sempre più vera ed efficace. Allora, imitiamo Bartimeo chiedendo al Signore di rendere la nostra vista interiore più nitida per vederlo sempre meglio, e di aumentare la nostra fede così da seguirlo sempre più da vicino e amarlo sempre più teneramente. Con fedeltà, contentezza e guardando sempre in avanti, come fece Maria, Mamma di Gesù e Mamma nostra, come hanno fatto e fanno tutti i santi e tutte le sante di Dio!

 

                                                                                     Giovanni Taneburgo

                                                                                Missionario Comboniano