Per la Giornata Missionaria Mondiale di quest’anno, Papa Francesco ha tratto il tema dalla parabola evangelica del banchetto nunziale (Matteo 22, 1-14). La parabola ci dice che un re che aveva preparato un grande banchetto per le nozze del figlio, rimase molto indignato perché gli invitati rifiutarono il suo invito. Ecco allora che disse ai suoi servi: “Andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”.
Riflettendo su questa parabola e sulla vita di Gesù, Papa Francesco, nel suo messaggio per questa importante giornata, ha messo in luce alcuni aspetti dell’evangelizzazione:
- Innanzi tutto, soffermandosi sulle parole, “Andate e invitate!”, il Pontefice presenta la missione come un instancabile andare della Chiesa oltre ogni confine, per invitate tutti alla festa del Signore. A tale riguardo, Papa Francesco ringrazia i missionari e le missionarie per la loro generosa dedizione nell’impegno della missione oltre ogni confine. Permettetemi qui che esprima una nota molto personale: quado penso a questa realtà voluta dalla Trinità, la missione che abbraccia tutte le genti, il mio cuore batte forte perché essa è stata e rimane per me una grande passione. Che sia passione per tutti, grazie a un sincero impegno per rendere gli orizzonti di tutti i cuori e di tutte le menti grandi, come i confini del mondo.
- Specificando il primo punto, il Papa sottolinea che la missione riguarda tutti i seguaci di Cristo. Ogni cristiano è chiamato a prendere parte attiva nella missione universale della Chiesa con la propria testimonianza. Direi, testimonianza a Cristo Salvatore nelle nostre famiglie, nelle nostre comunità e in ogni ambiente del mondo. Una provocazione: Oggi ci si sposta così facilmente in Italia e anche all’estero. Viaggiare è diventato cosa comune. Siamo noi consapevoli di essere chiamati a vivere e ad agire secondo il Vangelo, e a testimoniare Cristo sempre e ovunque? Per ubbidire a questa chiamata, suggerirei alcuni punti molto importanti:
* Aiutando le persone che incontriamo, a dire NO al pessimismo e SI all’ottimismo. Ci sono tante tenebre diaboliche che minacciano il mondo, ma Dio non ci ha abbandonato, e collaborando con Lui, possiamo rendere questo mondo un posto migliore per tutti, convinti che mentre Dio non ci mette in una serra, lontano da pericoli, sofferenze e imprevisti, Egli ci dona la forza di vivere con coraggio, e ci assicura la vittoria finale.
* Offrendo agli altri motivi per credere, grazie al potere che abbiamo di rendere Dio presente, come ce l’avevano San Francesco, Madre Teresa di Calcutta, Daniele Comboni e tante altre persone che sono state di ispirazione e continuano ad essere di ispirazione. Pensiamo a quanti ci fanno del bene, pensiamo alle persone che Papa Francesco ha chiamato “i santi e le sante della porta accanto”.
* Terzo punto: Non avendo paura di essere diversi, di andare contro quella corrente tracciata dalla mentalità di chi si arrocca su posizioni di potere, nella famiglia, nel lavoro, nella politica, nella società; di andare contro la mentalità del successo ad ogni costo e del piacere senza morale. Guardate che ci sono molte persone che vanno in cerca di orientamento nella vita, e ci guardano per essere aiutate a fare scelte giuste.
- A riguardo dello stile della missione per portare il Vangelo a ogni creatura, Papa Francesco dice in termini chiari e forti: Lo stile della missione è lo stesso stile di Gesù Salvatore che viene annunciato da chi vive la missione. E’ uno stile caratterizzato da semplicità, gioia, benevolenza, compassione e tenerezza. E’ uno stile che evita forzature, proselitismo e ogni tipo di imposizione. Il Pontefice mette l’accenno sulla preghiera quotidiana e sulla partecipazione alla Celebrazione Eucaristica. Dice che queste due realtà fanno di noi tutti dei pellegrini-missionari della speranza, in cammino verso la vita senza fine in Dio, verso il banchetto nunziale preparato da Dio per tutti i suoi figli e le sue figlie.
Ecco allora la conclusione: Missionari tutti e adesso! Se non adesso, quando?
Giovanni Taneburgo
Missionario Comboniano