Per chi segue Cristo, il distacco non è una realtà facoltativa, ma è una realtà necessaria. Infatti, essa esprime quella libertà interiore che rende possibile una risposta positiva a Gesù che chiama, e anche il seguirlo senza mezze misure. Il giovane ricco di cui parla il passo evangelico proclamato oggi nella Liturgia Eucaristica, non accolse l’invito affettuoso di Gesù che gli disse: “Va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri e avrai un tesoro in cielo; poi vieni e seguimi”. Il Vangelo ci fa capire che il giovane se ne andò afflitto e rattristato perché non era libero; era schiavo dei molti beni che aveva. Così, nell’epilogo della scena evangelica, Gesù istruì i suoi discepoli sulla necessità del distacco dai beni terreni per coloro che vogliono seguirlo. Siccome l’insegnamento vale anche per noi, approfitto di questa occasione per presentare una nota con cui mi sono espresso altre volte: il problema non deriva dalla ricchezza in sé, ma dal riporre la propria fiducia nei beni che si possiedono con l’esclusione di ogni condivisione. Ecco perché è cosa buona e necessaria chiedere spesso al Signore di poter vivere una vita dignitosa senza cadere mai nella schiavitù degli averi e delle cose materiali in genere. Chiedere al Signore! Infatti prima che la nostra volontà e i nostri sforzi, è la grazia di Dio che ci rende capaci di essere liberi interiormente, che ci fa evitare il pericolo di avere sicurezze sbagliate e di essere sazi di ciò che ci rende egoisti, pieni di noi stessi.
La prima lettura della Liturgia Eucaristica di oggi, presa dal libro della Sapienza, fa un elogio stupendo dello spirito di sapienza che ci rende capaci di valutare i beni di questo mondo per quel che sono. Sono dei mezzi che non possono essere amati, ma soltanto usati. L’amore è per Dio, per noi stessi, e per il nostro prossimo, cioè i nostri fratelli e le nostre sorelle nella comune umanità e in Cristo, nostro supremo Tesoro e nostro Salvatore. Ascoltiamo la Parola di Dio che come potete notare, personalizza la sapienza: “Ho amato la sapienza più della salute e della bellezza, ho preferito avere lei piuttosto che la luce, perché lo splendore che viene da lei non tramonta. Insieme a lei mi sono venuti tutti i beni; nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile”.
Consideriamo brevemente il tanto male che fanno nel mondo coloro che considerano la loro ricchezza come un bene assoluto considerato per i propri interessi e benefici, e basta. Queste persone non sanno o rifiutano di sapere che ogni attaccamento ai beni materiali indurisce i cuori, chiude le persone nel loro piccolo mondo e rende impossibile ogni relazione, cominciando dalla relazione con Dio. Qui è bene ricordare che anche le persone consacrate (sacerdoti, religiosi e religiose), possono essere attaccati ai loro beni, e mancare nel condividere i beni che hanno ricevuto e ricevono in dono. Il non condividere è una mancanza grave che può diventare facilmente peccato. Direi che può diventare un crimine contro Spirito e l’Amore.
Diamo uno sguardo al mondo: Ci sono troppi poveri, troppe persone che vivono nella miseria e nell’abbandono, troppe persone che soffrono e che muoiono a cause di guerre e violenze diaboliche, troppe persone che sono state private della loro dignità, della loro libertà e della gioia di vivere. Perché, perché? Perché tantissimi vivono senza cuore, senza stima per la vita umana e in definitiva senza stima per la loro stessa vita. Infatti, vanno avanti rinchiusi nel loro piccolo mondo in cui pian piano moriranno di asfissia e di veleno generato dall’odio. Che cosa terribile!!! Potessero tutti costoro ascoltare la Parola di Dio che come dice la seconda lettura della Liturgia di oggi: “La parola di Dio è viva, efficace e più tagliente di ogni spada a doppio taglio (…). La Parola discerne i sentimenti e i pensieri del cuore. Non vi è creatura che possa nascondersi davanti a Dio, ma tutto è nudo e scoperto agli occhi di colui al quale noi dobbiamo rendere conto”.
Signore, ti preghiamo perché nel mondo regni la fratellanza e la pace. Tu che tutto puoi, trasforma questo mondo, e fa’ che abbiamo ad avere la sapienza e l’energia di collaborare con te.
- Giovanni Taneburgo
Missionario Comboniano