Come è bella e consolante la verità presentata dalla proclamazione che segue: ‘Fare esperienza dell’amore Dio per noi, tradurlo in amore gli uni per gli altri, e cantare le meraviglie che l’amore genera per il bene di tutti, sono realtà che ci rendono contenti e capaci di celebrare la vita!’. Sono convinto che dette realtà costituiscono anche l’azione più efficace contro ogni male, come l’incapacità di ascolto e l’incapacità di pronunciare parole che fanno del bene a tutti; due mali che possono colpire anche noi! Abbiamo bisogno di guarigione da parte di Gesù. Egli che guarì il sordomuto di cui parla il passo evangelico della Liturgia Eucaristica di oggi, può guarire ed è pronto a guarire anche noi, anzi, direi, è desideroso di guarirci. Di ciò possiamo essere certi, grazie al suo amore misericordioso in cui ci avvolge come in un manto che dona salute.
Abbiamo bisogno della guarigione dataci da Gesù, innanzi tutto per essere liberati dalla paura causata dalle guerre e da tante altre violenze che sono esplose nel mondo e che possono svilupparsi sempre più. La paura ci blocca, ed è importante ricordare che l’opposto della paura non è il coraggio, ma la fede in Cristo Gesù che genera quel coraggio di cui abbiamo bisogno per accogliere e donare amore, e per sperare nel futuro, aiutando anche gli altri a sperare. Nella prima lettura della Liturgia Eucaristica di oggi presa dal libro del profeta Isaia, leggiamo: “Coraggio, non temete! Ecco il vostro Dio (…). Egli viene a salvarvi”. Vediamo come il Signore si fa garante del futuro del suo popolo e quindi del nostro futuro. Il Salmo responsoriale, il Salmo 145, parla degli interventi efficaci del Signore che rimane fedele per sempre:
“Il Signore rende giustizia agli oppressi, dà il pane agli affamati, libera i prigionieri. Il Signore ridona la vista ai ciechi, rialza chi è caduto, ama i giusti e protegge i forestieri. Egli sostiene l’orfano e la vedova, ma sconvolge le vie dei malvagi. Il Signore regna per sempre”.
Tante volte mi chiedo: Perché sono veramente tanti quelli che ostacolano l’opera di Dio e distruggono la vita generata e amata da Dio? Perché disprezzano i poveri e gli innocenti che sono i privilegiati di Dio? Perché anche noi a volte (o anche spesso?) dubitiamo e così non viviamo e non agiamo nella certezza che Dio non si stancherà mai dell’umanità, e non abbandonerà mai chi crede in Lui? Come abbiamo fatto altre volte, chiediamo al Signore che fermi la mano di chi fa il male senza scrupoli, e che converta anche noi, guarendoci da dubbi, da favoritismi personali (seconda lettura dalla lettera di San Giacomo) e da indecisioni nell’amore.
Nel passo evangelico, vediamo Gesù in azione per guarire un sordomuto: dopo aver messo le dita negli orecchi e aver toccato la lingua con la saliva, due gesti così forti nella loro fisicità, “Gesù emise un sospiro e gli disse: ‘Effatà’, cioè: ‘Apriti’. E subito gli si aprirono gli orecchi, si sciolse il nodo della sua lingua e parlava correttamente”. Così lo rese capace di poter comunicare. Che dono stupendo, possiamo dire, se pensiamo che la vita è fatta di relazioni che implicano comunicazione. E pensate: a nostro beneficio, ci fu rivolta la parola pronunciata da Gesù, ‘Effatà’, nel nostro Battesimo.
Veniamo al contesto della nostra società: quanto povera è la comunicazione vera a causa dei cellulari, dell’internet, di Facebook e di altri mezzi chiamati mezzi di comunicazione, come l’Intelligenza Artificiale. Ma che comunicazione è se vengono trasmesse soltanto banalità e falsità con assenza totale di attenzione all’altro?
E che dire di questa triste situazione? Tanti muti non hanno un nodo che lega la loro lingua così da non poter parlare, e tanti sordi hanno gli orecchi veramente sani, eppure non sentono. Dov’è il loro problema? Pensiamoci! E che noi non abbiamo mai ad essere tra di loro!
Giovanni Taneburgo
Missionario Comboniano