Il clima è impazzito e ha spazzato via le stagioni, disorientando la natura e gli esseri viventi. La terra è stanca e non sopporta più la dilapidazione cui è soggetta da parte dell’uomo. Le foreste sono indiscriminatamente abbattute e distrutte in ogni parte del mondo. Lo sfruttamento violento delle risorse della terra, per una produzione illimitata e ingiustificata dei beni di consumo, ha distrutto l’habitat per uomini, animali e vegetazione. È in atto una desertificazione pericolosa di vaste aree geografiche. L’impoverimento di popolazioni, le emigrazioni forzate, le guerre per la conquista di territori fertili e abitabili sono conseguenze obbligate di questo scempio, che è uno dei più tristi e violenti della storia della madre terra. Papa Francesco continua a predicare che non dobbiamo dominare la natura, ma amarla, difenderla ed essere inseriti in essa, perché noi siamo parte della terra ed essa è parte di noi”. Don Tonino Bello pregava: “Signore, facci percepire la tua dolente presenza nel gemito delle foreste divelte, nell’urlo dei mari inquinati, nel pianto dei torrenti inariditi e nei venti di odio, di sangue e di guerre. Fa che il deserto ridiventi giardino dove fiorisca l’albero della vita, della giustizia e della pace”
CUSTODIRE LA TERRA, CASA DI TUTTI
Papa Francesco avverte: “A causa dell’egoismo siamo venuti meno alla nostra responsabilità di custodi e amministratori della terra. Basta guardare la realtà con sincerità per vedere che c’è un grande deterioramento della nostra casa comune, la terra. L’abbiamo inquinata, l’abbiamo depredata, mettendo in pericolo la nostra stessa vita. Per questo, si sono formati vari movimenti internazionali e locali per risvegliare le coscienze. Apprezzo sinceramente queste iniziative, e sarà ancora necessario che i nostri figli scendano in strada per insegnarci ciò che è ovvio, vale a dire che non c’è futuro per noi se distruggiamo l’ambiente che ci sostiene (…). Abbiamo mancato nel custodire la terra, nostra casa-giardino. Abbiamo peccato contro la terra, contro il nostro prossimo e, in definitiva, contro il Creatore. E come reagisce la terra? La terra non perdona: se noi abbiamo deteriorato la terra, la risposta sarà molto brutta”. (Giornata Mondiale della Terra 2023)
I PIU’ GIOVANI IMPARANO E RACCONTANO
Don Solinas, il parroco, per spiegarci un documento del Papa sulla natura e l’ecologia, ci ha portato a un museo tutto particolare, chiamato MACCAB, che significa Museo d’Arte Contemporanea a Cielo Aperto per Bambini. Il museo si trova sul lungomare di Torregrande, a Oristano, in Sardegna. Il suo scopo? Bloccare l’abbattimento di 50 enormi pini marittimi. Il museo é tutto dedicato a questi 50 alberi. Il merito va a Salvatore Garau, un artista sardo, che per salvare i pini ha dato agli alberi un titolo, certificandoli come sculture viventi di arte contemporanea. L’artista ha pensato a dare nomi significativi per ogni albero. Eccone alcuni: “Stavano per uccidermi”, “La mia ombra non ha confini”, “Stringo la mano a mio cugino Ucraino”, “Ernesto l’Imbattibile, “Ayò, non mi toccate”. Ogni nome ricorda quanto siano importanti gli alberi e tutti i benefici legati alla loro presenza per la nostra salute. Oltre la bellezza del museo, l’artista ci ha spiegato che nelle città il caldo e l’afa aumentano sempre di più a causa dell’asfalto e dei palazzi. A noi ha ricordato il dovere di piantare e amare gli alberi, perché non sono cose, ma esseri pieni di vita. In un foglietto che ci è stato dato si legge che “La presenza di alberi in città può abbassare la temperatura anche di tre gradi. Nelle aree urbane, i materiali artificiali con cui sono costruiti edifici e strade assorbono e rilasciano calore facendo aumentare le temperature. Inoltre, la presenza di case e palazzi alti, diminuisce l’intensità del vento nelle città, facendo aumentare il calore e peggiorando la qualità della vita dei cittadini. Gli alberi, poi, migliorano la qualità dell’aria che respiriamo”. Poi il signor Garau ci ha dato una notizia per lui molto triste: “Purtroppo l’ultimo nubifragio ha sradicato vari alberi e, inoltre, le autorità del comune stanno decidendo per l’abbattimento di altri pini, in nome della sicurezza e in favore della bellezza di una cittadina più presentabile ai turisti”. La visita al museo a me è piaciuta molto. Alcuni compagni mi sembravano poco interessati; erano contenti solo per la gita e saltare la classe di Religione. Il don però non ha saltato la lezione, anzi ci ha spiegato il documento del Papa Laudato Sì, dove Papa Francesco ci invita ad amare e custodire la natura, apprezzando le sue ricchezze e lottando contro l’inquinamento e la devastazione ambientale. Il don, inoltre, da un libro ha letto che un giorno ci sarà presentato il conto per la luce del sole, per la bellezza della neve e il canto del vento. E, soprattutto, ci sarà presentato il conto per l’acqua e per l’aria che respiriamo. Purtroppo il conto lo stiamo già pagando con i cicloni, le alluvioni, la siccità, i ghiacciai in agonia e il clima schierato contro di noi. Ah, poi il don ci ha fatto cantare il ragazzo della via Gluck di Celentano: “… Là dove c’era l’erba ora c’è una città… E quella casa in mezzo al verde, ormai, dove sarà? “Mio caro amico, ma come fai a non capire che è una fortuna per voi che restate a piedi nudi a giocare nei prati, mentre là, in centro, io respiro il cemento…”.