“Nella vecchiaia non abbandonarmi”  (Salm 71,9)

Dio non abbandona i suoi figli, mai. Nemmeno quando l’età avanza e le forze declinano, quando i capelli imbiancano e il ruolo sociale viene meno, quando la vita diventa meno produttiva e rischia di sembrare inutile. Egli non scarta alcuna pietra, anzi, le più “vecchie” sono la base sicura sulla quale le pietre “nuove” possono appoggiarsi per costruire tutte insieme l’edificio spirituale (1 Pt 2,5).(Messaggio agli anziani di  Papa Bergoglio)

L’autunno della vita

Scrive Papa Francesco:” Sono arrivato all’autunno della mia vita, ma il mio lavoro non è terminato.   L’autunno è una bella stagione con i suoi colori, il suo clima, i suoi frutti, le sue albe e i suoi tramonti. L’autunno raccoglie e riceve i frutti del lavoro della primavera e dell’estate. Piante e terra, dopo aver dato i loro frutti, possono riposare in attesa della nuova primavera”. E l’anzianità é bella come l’autunno, senza negare le difficoltà del peso degli anni. “La vecchiaia non arriva mai sola”, scrisse Platone  secoli fa.  Con la vecchiaia spesso arrivano le malattie, si indebolisce la speranza, mancano gli orizzonti. Con la vecchiaia può arrivare il peggiore dei dolori: la solitudine. Non è facile arrivare ad essere anziani e felici allo stesso tempo. Esistono per fortuna comunità e paesi che considerano come dovere più sacro fare felici gli anziani. Credono nell’antico proverbio che dice: “beata la casa nelle cui braccia si scalda l’anziano”. Disgraziatamente non tutte le comunità sono così. A volte gli anziani si sentono parcheggiati e passano le giornate elemosinando un pò di attenzione, di ascolto, di tempo e di compagnia.

Una comunità nella quale gli anziani non sono trattati bene e con attenzione è una comunità selvaggia, E l’anzianità, che nella Bibbia è descritta come benedizione di Dio, diventa disturbo, peso, solitudine e abbandono.

La solitudine, amara compagna degli anziani

L’estate è tempo per riposare, rilassarsi, respirare aria di mare e di montagna. E’ tempo di musica, balli e concerti. E’ tempo per stare insieme spensieratamente. Ed è giusto. Le città e i paesi , specialmente il fine settimana, si svuotano. Rimangono gli anziani e gli ammalati, più soli che mai. Attenzione: potrebbero rimanere troppo soli, troppo tristi, troppo isolati. L’anzianità  non è una malattia. La malattia è la solitudine. E di solitudine si muore. Ci sono anziani e ammalati, che tengono la televisione accesa tutto il giorno per sentire quella voce che fa loro compagnia. Non sono pochi gli anziani che si siedono vicino al telefono, sperando  che qualche figlio o figlia, che qualche parente o una buona persona li chiami. Spesso l’attesa dura giorni. Così la solitudine può diventare un inferno per i nostri anziani e anziane.  Purtroppo la solitudine non conosce stagioni. Gli anziani e gli ammalati lo sanno bene.

Le beatitudini degli anziani

Beati quelli che sanno farmi rivivere, ascoltando i ricordi del mio passato, senza dirmi: “lo sappiamo già”. Beati coloro che non si affannano a correggere subito quello che faccio, quasi per dirmi che non so più far nulla.

Beati coloro che sanno consacrarmi un pò del loro tempo prezioso e, incontrandomi,si fermano a parlare  con me. Beato chi mi guarda con affetto e mi saluta con  cuore sincero.

Beato chi rispetta il mio passo stanco e non mi obbliga ad andare più in fretta.

Beato chi non mi rimprovera col dirmi che sto diventando più sordo, e con pazienza mi ripete le cose perché io comprenda.

Beato chi, durante la Messa, si rivolge prima a me che sono anziana e ammalata, per darmi il segno di pace.

Beato chi si ricorda che non rimarremo sempre giovani e che l’anzianità è una meta che ci sta aspettando.

Il ringraziamento di Papa Francesco

“La nostra gratitudine va a tutte quelle persone che, pur con tanti sacrifici,  si stanno prendendo cura di un anziano o semplicemente mostrano quotidianamente la loro vicinanza a parenti o conoscenti che non hanno più nessuno. Stando vicino agli anziani, riconoscendo il ruolo insostituibile che essi hanno nella famiglia, nella società e nella Chiesa, riceveremo anche noi tanti doni, tante grazie, tante benedizioni!

In questa IV Giornata Mondiale dedicata a loro , non facciamo mancare la nostra tenerezza ai nonni e agli anziani delle nostre famiglie e comunità; visitiamo coloro che sono sfiduciati e non sperano più che un futuro diverso sia possibile. All’atteggiamento egoistico che porta allo scarto e alla solitudine contrapponiamo il cuore aperto e il volto lieto di chi ha il coraggio di dire “non ti abbandonerò!” e di intraprendere un cammino differente”.( Dal messaggio di Papa Francesco per la giornata mondiale 2024 dei nonni e degli anziani)

P. Teresino Serra