Una delle immagini evangeliche che considero più significative e più attraenti, è quella di Gesù che si commuove. Nel passo evangelico della Liturgia Eucaristica di oggi, lo vediamo commuoversi per i discepoli. Li aveva mandati a due a due perché annunziassero la Parola di vita e il Regno di Dio, ed erano tornati contenti e pronti a condividere “tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato”. Ma erano tornati anche stanchi per il tanto lavoro che avevano fatto. Ecco allora che Gesù fu mosso a compassione per loro e disse: “Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’”. Quanto è bello questo invito a riposare che Gesù, Pastore buono e datore di pace, rivolge anche a noi, che così spesso siamo affaticati e stanchi.
Nel passo evangelico leggiamo anche: “Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose”. Ecco allora che notiamo come Gesù ebbe compassione non soltanto dei discepoli stanchi, ma anche della folla smarrita e ferita, per dare ad essa riposo, donando sé stesso e aprendo a tutti il suo Cuore ricco di misericordia. E’ ciò che il Signore fa anche con noi: Egli ha compassione di noi e ci offre riposo, parlando ai nostri cuori e dandoci un abbraccio ristoratore. Penso qui al dono di ogni domenica e di ogni festa, quando il Signore invita tutti a incontrarlo nella sua Parola e nella Celebrazione Eucaristica, tutti insieme come comunità! E’ questo un invito che non accoglieremo? Ma perché dovremmo farci del male? Perché?
Un ultimo punto! Il passo evangelico di oggi ci dice: “Si mise a insegnare loro molte cose”. Mi sono chiesto: molte cose, ma riguardanti quali temi? Senz’altro uno in particolare. Con padre Ermes Ronchi, lo chiamerei il miracolo della compassione. Gli apostoli erano chiamati a imparare sempre meglio ad avere compassione. Ed è ciò che anche noi siamo chiamati a imparare nel nostro mondo d’oggi bisognoso di salvezza, di tenerezza. Noi tutti: preti, religiosi, laici, uomini e donne, piccoli, giovani e grandi, tutti chiamati a dire di SI’ alla vocazione di essere a servizio del Regno e della sua crescita nel cuore di tutti. Imparare ad essere misericordiosi! Sono convinto che i discepoli fecero presa su tutti coloro a cui Gesù li aveva inviati, perché si presentarono senza ricchezze, senza potere, senza orgoglio, con il Messaggio di vita, fatto carne in Cristo e in loro, e capace di convertire i cuori, scacciare ogni male e perfino risuscitare i morti. Attiravano le persone a Cristo perché operavano con compassione! E’ ciò che la Chiesa è chiamata a fare oggi, con tutti i seguaci di Cristo: seguire le indicazioni di Gesù per vivere e agire con compassione verso tutti! Non c’è tempo da perdere perché quando non c’è compassione che si traduce in misericordia, allora la gente sta male e soffre, molti muoio, la natura stessa impazzisce, e l’umanità cammina verso la rovina. Gesù ci chiede di andare contro corrente e di vivere e operare, perché il suo Regno raggiunga il cuore di tutti nel mondo.
Oggi, nell’Arcidiocesi di Lucca, si celebra la Giornata di riflessione e preghiera di riparazione per le azioni contro il Creato. Il motto che è stato scelto è il seguente: “Spera e agisci con il creato”. Facciamo nostra la seguente preghiera: “O Dio, creatore e custode di tutte le cose, ascolta la nostra preghiera e dona a ciascuno di noi la grazia di essere veri custodi del tuo creato. Per Cristo nostro Signore. Amen!”
Giovanni Taneburgo
Missionario Comboniano