Nel passo evangelico di oggi, vediamo come Gesù, avendo scelto e chiamato gli apostoli, li mandò in missione. Notiamo subito un aspetto molto importante: con fermezza, Egli chiese loro di avere lo stesso suo comportamento di determinazione, credibilità e disinteresse, con quest’unico obiettivo: annunciare il Regno di Dio e quindi il Vangelo. Oggi, con le stesse norme di comportamento, Gesù affida alla Chiesa, a noi e a tutti i suoi seguaci la stessa proposta: essere profeti e missionari con zelo, fatto di entusiasmo per la salvezza del mondo, con distacco e con libertà da ogni condizionamento egoistico. Che grande mistero è questo! Gesù capace di correre un grande rischio: quello di affidare la continuazione della sua missione a persone fragili, come gli apostoli, come me, come voi, e come tutti coloro che Egli chiama e invia.

Naturalmente, Gesù non ha mai agito senza sapere ciò che era bene fare, e non agirà mai distrattamente, senza un piano suggerito dalla divina sapienza. Ecco allora che Egli preparò gli apostoli con istruzioni ben precise e pratiche per rendere possibile una testimonianza credibile, e presenta ai suoi collaboratori di oggi lo stesso codice di condotta per una evangelizzazione efficace. Inoltre, come chiese agli apostoli di non porre la loro fiducia nelle loro forze umane, sempre insufficienti per il compimento della missione a loro affidata, così fa con noi oggi. Invoca lo Spirito Santo su di noi, e ci chiede di porre la nostra fiducia nell’energia che Egli continuamente dona per una evangelizzazione che porti frutto. Un altro punto importante: Gesù mandò gli apostoli “a due a due” per far comprendere ai suoi seguaci di ogni tempo che, nel contesto dell’Evangelizzazione, nessuno è un cavaliere solitario. Ogni vero evangelizzatore si muove in comunione con la comunità evangelizzatrice fatta di persone fragili, ma che insieme hanno più forza, e la loro testimonianza diventa più significativa. Bella la testimonianza di tanti laici che, come volontari, vanno in missione e si impegnano in vari campi d’azione, rendendo presente l’amore misericordioso di Dio che crea unità e che salva.

Altri punti importanti!

Agli apostoli che avrebbero continuato la sua missione evangelizzatrice, Gesù chiese di non portare con loro tante cose per il viaggio. Voleva che essi portassero dietro solo lo stretto indispensabile, mettendo la loro fiducia non in mezzi materiali, ma nella Provvidenza, cioè in Dio che si sarebbe preso cura di loro attraverso persone buone, e anche grazie all’impegno per guadagnare il necessario con il proprio lavoro. Gesù chiede ai missionari che operano nella Chiesa e nel mondo d’oggi, di avere lo stesso vademecum, per diventare più umili e più perspicaci nella fede e nei nuovi stili di vita. Per attuare questa volontà del Signore, c’è tanta strada da fare attraverso la preghiera e la riflessione sui documenti del Concilio Vaticano Secondo, attraverso il dialogo nella Chiesa e con i gruppi di culture di verse, e attraverso la conoscenza che cresce nelle varie scienze. Purtroppo, nella storia dell’Evangelizzazione, tante volte, i missionari si sono lasciati distrarre dall’essenziale della missione. Pensiamo a tante grandi strutture, a tante proposte dottrinali non in linea col Vangelo, a tante relazioni umane che non implicavano alcun dialogo con le persone che era necessario coinvolgere. Speriamo veramente di tornare sempre più all’essenziale della missione, il Vangelo e il Regno di Dio, e speriamo che le relazioni con le diverse persone e i diversi popoli, siano sempre più libere da elementi di superiorità, di imposizione e di potere.

Concludo con una breve preghiera nello spirito della lettera di Paolo agli Efesini: “O Padre, illumina gli occhi del nostro cuore per farci comprendere a quale speranza ci hai chiamati. Facci contemplare il compimento del tuo piano di pienezza di vita: tutte le persone e tutte le cose, ricondotte a Cristo Salvatore. Ti chiediamo perdono per tutte quelle volte quando siamo stati prepotenti ed egoisti, e non ci siamo lasciati sorprendere dal bene presente nelle persone diverse da noi, che abbiamo incontrato nel nostro cammino di vita.  Amen!”

 

                                                                                          Giovanni Taneburgo

                                                                                     Missionario Comboniano