La nostra è una società nella quale tante persone sono vittime della passività e dell’indolenza; due mali estremamente dannosi che possono bussare anche alla porta dei nostri cuori per entrare in essi e dominare! Ecco perché è estremamente importante per noi chiedere al Signore Gesù la grazia dello stupore e del fascino per rimanere attratti dalla sua persona e dalla sua missione profetica, fatta di Parole di vita e di miracoli.
Le persone che erano presenti nella sinagoga di Nazaret, la piccola città dove Gesù era cresciuto, posero a sé stesse tante domande. Ci chiediamo: perché non si fidarono di Gesù? Ecco il motivo che mi viene subito in mente: cercavano di rispondere a quelle domande, rimanendo intrappolate nella loro logica umana fondata su ciò che i loro sensi potevano controllare. Pensavano che Gesù fosse un semplice popolano, il falegname, il figlio di Maria, con le sue radici proprio là tra di loro. Così, incapaci di andare al di là dei loro pregiudizi, e incapaci per questo di aprire le loro menti e i loro cuori alla luce dall’alto, al mistero di Dio che sempre si rivela in contesti di umiltà, rigettarono Gesù considerandolo motivo di scandalo. La reazione del Profeta per eccellenza, non si fece attendere: “Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”. Ed ecco la tragica conseguenza di questo grave disprezzo: “Gesù non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità”.
La missione profetica non è stata mai facile, e non sarà mai facile, come ci fanno intuire anche la prima e la seconda lettura della Liturgia Eucaristica di oggi. In esse, si parla della difficile condizione del profeta Ezechiele, perseguitato da persone testarde e dal cuore indurito, e dell’apostolo Paolo capace di gloriarsi delle sue debolezze e delle sue tribolazioni sofferte per Cristo.
Veniamo a noi! Grazie al nostro Battesimo, noi partecipiamo alla missione profetica di Gesù. Perciò, l’annuncio del Vangelo e la testimonianza per portare sempre più persone a Gesù Salvatore del mondo, e per far crescere il Regno di Dio, sono parte essenziale del nostro essere Cristiani. Se non diventiamo consapevoli di questa realtà che dovremmo considerare non come un peso, ma come un grande dono, attraverso la preghiera e la riflessione personale e comunitaria, pecchiamo per omissione.
Senza dubbio, le diverse situazioni di male che affliggono il mondo, ci fanno soffrire e spesso ci lamentiamo condannando un po’ tutto e tutti a destra e a sinistra. Allora, è bene per noi ricordare il proverbio che dice: “E’ meglio accendere una candela che bestemmiare contro le tenebre”. E’ bene anche ricordare ciò che dico spesso: “Niente è piccolo quando è grande il cuore che dona”. Infatti, potremmo pensare che ciò che possiamo fare è poco in confronto al grande lavoro necessario per rendere questo nostro mondo un posto migliore in cui vivere, non soltanto per alcuni gruppi, ma per tutti. Guardate che lo stesso Signore si rivela e opera attraverso segni piccoli e umili: pensiamo alla piccola Ostia che assume chi riceve la Comunione.
Alcune domande!
- Chi non ha la possibilità di illuminare un volto triste con un sorriso che viene dal cuore e che non costa nulla?
- Chi non può dare una mano a chi è stanco o nel bisogno perché è sofferente o povero?
- Chi non può spendere un po’ di tempo in preghiera, nella speranza che sempre più persone si aprano all’azione dello Spirito Santo accogliendo i Suoi doni che sono preziosi e tanti? Consideriamone alcuni: la luce per l’intelletto, la fiamma che rende ardenti i cuori, la guarigione delle ferite che sanguinano, il riposo nella fatica, la forza nella debolezza umana e l’entusiasmo quando c’è la tentazione di abbattersi e di rinunciare a ogni impegno necessario per promuovere la vita e ogni bene.
Tutti possono e dovrebbero essere coinvolti!
Preghiamo per qualche istante:
Perdonaci, Signore, per quelle volte quando abbiamo confinato la tua Parola nei nostri calcoli e abitudini. Perdonaci per quelle volte quando non siamo stati pronti ad amare te e tutti, vicini e lontani, a costo di soffrire un pochino. Dacci la capacità di lasciarci sorprendere dall’azione del tuo Spirito, dalla tua misericordia, dai tuoi profeti, dal lamento dei poveri, e dal Cristo che soffre nel gemito di chi non ha né voce né diritti. Amen!
Giovanni Taneburgo
Missionario Comboniano