Una nuova, pesantissima accusa ha travolto la guardia costiera greca. Un’inchiesta della BBC ha scoperto che dal 2020 al 2023 quest’ultima si è resa protagonista di 15 ‘incidenti’ riguardanti persone migranti in arrivo sulle coste greche. Si contano almeno 43 morti. Di cui nove, è stato dimostrato, deliberatamente presi, gettati in mare e lasciati a morire. 

Oltre a questo, in almeno altri quattro episodi, tra quelli documentati, pare che la guardia costiera abbia intercettato persone appena sbarcate, le abbia sequestrate e riportate lontano dalla costa, senza giubbotto di salvataggio. In alcuni casi, qualcuno è sopravvissuto ed è riuscito a nuotare fino a riva. Altri non ce l’hanno fatta. 

I giornalisti sono riusciti ad ottenere filmati di alcune di queste operazioni, interviste e confessioni indirette da parte degli interessati. Dimitris Baltakos, l’ex capo delle operazioni speciali della guardia costiera greca, ha dichiarato, in un filmato in cui la sua voce appare fuori campo, che tutto questo è “ovviamente illegale” e che si tratta di “un crimine internazionale”. Ma ad una giornalista investigativa, con cui ha chattato inconsapevolmente su Tinder, ha raccontato che sono ordini che derivano direttamente dal Ministero. 

Il materiale raccolto è agghiacciante, frutto di difficilissime ricerche e pubblicato nel documentario disponibile sul sito della BBC, per chi risiede nel Regno Unito. I risultati sconvolgono ma non sorprendono: da anni infatti la Grecia è accusata di rimpatri forzati, respingimenti informali e violenze ai danni delle persone che tentano di raggiungerla per chiedere asilo. 

La guardia costiera greca, a cui è stata sottoposta l’inchiesta, ha respinto tutte le accuse, difendendo l’operato del suo equipaggio, al quale ha attribuito il merito di aver soccorso 250mila persone negli ultimi 10 anni. Anche se un anno fa era già stata pesantemente attaccata per non essere intervenuta nel salvataggio di un’imbarcazione con a bordo 600 persone, poi naufragata, con un’ottantina di morti accertata ma 500 dispersi. 

E intanto, nel Mediterraneo si continua a morire. Non solo lungo le coste greche, ma anche su quelle italiane. Teatro, in questi giorni, di due nuove stragi. Almeno 10 persone hanno perso la vita a largo di Lampedusa, mentre un naufragio ha portato alla morte almeno 66 persone vicino alla Calabria. Tra le vittime, 26 bambini. Si tratta della più grande tragedia lungo le nostre coste dopo Cutro.

Tutto questo, a pochi giorni dalla Giornata mondiale del rifugiato, il 21 giugno. Una ricorrenza che da anni è ormai l’occasione per fare la conta dei morti, piuttosto che bilancio dei passi avanti rispetto ai diritti umani. (AB)

Redazione di Nigrizia