Le televisioni parlano tranquillamente della terza guerra mondiale. I giornali sviscerano l’argomento con grande zelo, quasi si trattasse di approfondire le guerre puniche. Se ne discute tra amici, come se si dovesse accordarsi per un aperitivo. La prima guerra mondiale ha causato circa 12 milioni di morti. Ci sono stime che variano in più e in meno. Senza dimenticare i milioni di feriti, più o meno gravi. Nella seconda guerra mondiale ci sono stati almeno 55 milioni di morti; più i milioni di feriti, naturalmente. Questa guerra è stata tragica anche per le immani distruzioni. Che cosa possiamo aspettarci da una terza guerra mondiale che, sicuramente, sarà combattuta anche con bombe atomiche? I morti si potranno contare a milioni, le distruzioni saranno inimmaginabili e l’ambiente risulterà inquinato per decenni. Qualcuno pensa che la guerra non scoppierà, vista anche la deterrenza psicologica collegata alle bombe atomiche. Questo era vero fino a qualche anno fa, quando non si riusciva nemmeno ad ipotizzare l’utilizzo delle bombe atomiche. Adesso se ne parla con grande naturalezza come se si trattasse di carri armati. Per superare e far superare il rifiuto totale dell’utilizzo dell’armamento atomico si è cominciato a far ricorso ad un aggettivo: gli ordigni atomici sono diventati ‘bombe atomiche tattiche’. L’aggiunta dell’aggettivo finale le ha rese più accettabili. Sono atomiche sì, ma tattiche, quindi quasi normali.

 IL GRIDO  DI PACE DI PAPA FRANCESCO

Il Papa da tempo avverte che stiamo “scivolando verso una terza guerra mondiale” e, allo stesso tempo, è l’unico lider che grida contro le guerre. Papa Francesco spera e crede che la pace sia possibile, anche quando ci ricorda che questa guerra sta coinvolgendo tutti e che, anzi, siamo già in guerra. De Andrè cantava: Per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti’.  La guerra è una follia. La responsabilità prima ce l’ha chi l’ha scatenata e chi, come un carnefice spietato, continua a sporcarsi le mani con il sangue degli innocenti. Ma gli altri non possono sentirsi esenti da colpe. La Russia, si sa, ha due anime: una europea, l’altra asiatica. La sua storia si muove lungo questo pendolo. C’è stato un periodo (il settecento e buona parte dell’ottocento) in cui la Russia era parte integrante della cultura e della politica europea. Poi se ne è allontanata fino ad isolarsi e a vivere tutta sola un proprio particolare destino. Bisogna riconoscere che l’Europa ha fatto poco o niente per tenere agganciata la Russia, mentre gli USA, complice anche l’Inghilterra, hanno sempre fatto di tutto per favorire non solo il distacco ma anche una vera e propria contrapposizione. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: la Russia veleggia per proprio conto in sintonia con la Cina, con l’India e, segretamente, con altre nazioni.

 GUERRA ALLE PORTE

 La guerra infuria pericolosamente e noi continuiamo la nostra vita di sempre, come se non avessimo niente a che fare con tutto ciò che sta accadendo.  In realtà ci siamo dentro fino al collo. Se gli USA decidono di far partire aerei e ordigni bellici dal nostro territorio, possiamo, ipso facto, diventare l’obiettivo di attacchi missilistici.  E se fossero colpiti i silos nucleari posti in provincia di Vicenza e di Brescia, tutto il nord-Italia potrebbe esserne drammaticamente sconvolto. E se Xi, seguendo l’esempio dell’amico Putin, decidesse di prendersi Taiwan, la guerra potrebbe diventare mondiale con conseguenze apocalittiche. La responsabilità prima di quanto sta succedendo è dunque di Putin. E’ follia l’attacco di Putin contro l’Ucraina, ma non è per niente sana la politica di risposta della Nato e dell’occidente che cerca la pace con le armi. In questa guerra, come in tutte le guerre, stiamo perdendo tutti. Zelensky è fermo sulle sue posizioni contro la Russia, ripetendo che Putin uccide e che con lui non parlerà mai. Lo spazio per il dialogo di pace, quindi, è ancora molto stretto; ci sono invece praterie aperte alla speranza: che il conflitto cessi, che si torni alla ragione, che la guerra non si allarghi. La Chiesa insegna che nulla è perduto con la pace e tutto può esserlo con la guerra. 

 INSIEME PER SALVARE LA PACE

 Nell’ottobre del 1962 si creò una situazione analoga; sembrava vicino un nuovo “scontro militare e una deflagrazione nucleare”. Giovanni XXIII rivolse un appello a tutti i governanti del mondo  supplicando che si facesse tutto il possibile per “salvare la pace” e per evitare al mondo gli orrori di una guerra. La guerra con le sue distruzioni, esecuzioni e morti è una tragedia inaccettabile nel nostro tempo.  Con tutta la nostra storia europea fatta di guerre e di massacri, non abbiamo ancora imparato a risolvere le questioni in maniera civile. Perché la Storia, ‘magistra vitae’, non riesce ad insegnarci niente? Perché continuiamo a super-militarizzare la terra che da tempo è diventata una discarica di armi? A Putin e a tutti i capi di stato come lui dobbiamo ricordare la favola del Lupo e dell’agnello di Fedro: i più forti, i più potenti, i prepotenti possono sempre trovare mille scuse per assalire i più deboli. E la favola finisce con una sentenza: “Questa favola è scritta per quegli uomini che opprimono gli innocenti con falsi pretesti.” 

 P. Teresino Serra