Venerdì prossimo, 7 giugno 2024, primo Venerdì del mese di giugno, celebreremo la festa del SACRATISSIMO CUORE DI GESU’. Per noi Missionari Comboniani è una festa di prima classe. Infatti il nostro nome ufficiale è il seguente: “Missionari Comboniani del Cuore di Gesù”. E questo nome ufficiale è stato assunto nel 1979. Prima venivamo chiamati “Figli del Sacro Cuore di Gesù”. La tradizione della devozione al Cuore Sacratissimo di Gesù risale al nostro Santo Fondatore, san Daniele Comboni, che la lasciò in eredità ai suoi Figli Spirituali.

Ascoltiamo Papa Francesco: “Il Cuore di Gesù è il simbolo per eccellenza della misericordia di Dio; ma non è un simbolo immaginario, è un simbolo reale, che rappresenta il centro, la fonte da cui è sgorgata la salvezza per l’umanità intera… Il Signore ci guarda sempre con misericordia, … ci attende con misericordia. Non abbiamo timore di avvicinarci a Lui! Ha un cuore misericordioso! Se gli mostriamo le nostre ferite interiori, i nostri peccati, Egli sempre ci perdona”.

E proprio la parola di Dio della 10° Domenica del Tempo Ordinario ci fa capire che una potenza esteriore ci induce in tentazione e cerca di portarci nell’abisso dell’odio contro Dio. Il primo uomo (= Adam) e la sua compagna (= Eva, madre di tutti i viventi) erano talmente ricchi dei doni di Dio che non avrebbero mai osato ergersi contro il loro Creatore. C’era, certamente, nel loro cuore la capacità di fare il male, allontanandosi da Dio. Purtroppo questo è avvenuto per intervento di qualcuno che viveva all’esterno della persona umana e che la Bibbia chiama Satana (= avversario) oppure Diavolo (= il calunniatore).  Satana è l’avversario del disegno di Dio circa l’umanità. Il libro della Genesi (Genesi 3, 1-24) parla di lui come di un serpente, un essere intelligente e astuto, pur  sempre creato da Dio, e che è invidioso della felicità umana (Sapienza 2, 24). Egli arriverà al suo scopo, quello di far cadere la prima coppia nel peccato, usando astuzia e menzogna (Genesi 3, 1; Giovanni 8, 14 e passi paralleli). Il peccato originale, commesso dai nostri progenitori, consistette nel rifiuto di Dio come centro della vita e come principio della condotta morale. “Sarete come Dio” disse il tentatore (Genesi 3, 5). E invece si ritrovarono “nudi”, cioè privi della immagine e somiglianza con Dio (Genesi 3, 10).

Ma per fortuna Dio non abbandonò l’umanità a questo destino triste e miserabile. Verrà qualcuno che la riscatterà e la riporterà ad essere composta da persone che si diranno propriamente “Figli e figlie di Dio”: è il Cristo (Galati 4, 4-7 e anche 1 Giovanni 3, 1-2).

Ma la storia dell’esistenza umana (possiamo leggere il Vangelo di oggi: Marco 3, 20-35) è una lotta drammatica tra il bene e il male. Il Cristiano, dopo aver sperimentato la vittoria radicale sul male e su Satana, nel Battesimo, deve continuare, durante tutta la vita, nella lotta per poter restare unito al bene, a prezzo di grandi fatiche e sempre con l’aiuto della grazia di Dio (Leggere il documento conciliare “Gaudium et spes” §37b).

Molti oggi non credono più all’esistenza del Diavolo. Il Vangelo però invita a riflettere sul mistero del male. Questo mistero non è una fantasia, ma una realtà. Del resto Paolo VI così parlava il 15 novembre del 1972: “Il male non è soltanto una deficienza, ma un’efficienza di un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore”.

Basta guardarci attorno: quanto male, quanta cattiveria, quanto odio, quanta violenza, quante guerre, quanto sperpero di ricchezze nella fabbrica di armi, che producono solo morte e sofferenza! Nel 2024 l’Italia prevede di spendere per le armi 28 miliardi di euro. Nel 2023 sono stati spesi nel Mondo per le armi 2400 miliardi di dollari: una bestemmia, un peccato contro l’umanità e soprattutto contro Dio, che ci vuole come una famiglia, dove ci si rispetta e ci si ama.

Il Cristiano ha il dovere di reagire dinanzi a questo sperpero di ricchezze, che potrebbero essere usate per migliorare la salute, per assicurare la scuola a tutti e un’abitazione decente ai due terzi dell’umanità che vivono ancora nella miseria e nell’abbandono.

C’è ancora bisogno di Lui, del Cristo, e del suo Vangelo. Le parole di Gesù sono un afflato di pace e di amore. Dobbiamo riscoprire che Dio, il Padre di Gesù, è un Padre per noi tutti, che manifesta la sua misericordia e la sua bontà; ma ci lascia liberi di fare le nostre scelte: o verso il bene oppure verso il male, come agli inizi dell’umanità con la prova del “peccato originale” (Genesi 3, 1-24).

Ma noi abbiamo anche una Madre che ci assiste e prega per noi: la Madre di Gesù e di tutti noi, Maria Santissima. Sabato, 8 giugno 2024, celebriamo la festa del “Cuore immacolato della Beata Vergine Maria”.

Bisogna intendere cuore nel senso biblico: esso designa la persona stessa della Vergine Maria, il centro e la sorgente della vita interiore.

Sant’Agostino (354-430) vedeva nel cuore di Maria, Madre di Gesù, “lo scrigno di tutti i misteri”, tanto da affermare che “Maria ha concepito il Figlio di Dio prima nel cuore che nel grembo”. Ascoltiamo allora il consiglio di Papa Giovanni Paolo II: “Fissiamo lo sguardo sulla Vergine Immacolata… Ci accompagni nella peregrinazione di fede verso la casa del Padre”.

Anche san Daniele Comboni (1831-1881), 150 anni prima, affermava la stessa cosa. Anzi voleva che splendesse sulla corona della Vergine Maria una pietra preziosa “nera”, immagine dei popoli dell’Africa Centrale, convertiti alla Fede in Gesù e salvati anche loro dal sangue sgorgato dalla Croce.

 

Tonino Falaguasta Nyabenda

missionario comboniano
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