La Santissima Trinità è sempre presente e attiva nella nostra vita, e noi, giorno dopo giorno, dovremmo essere consapevoli di questa realtà stupenda che ci dona energia sempre rinnovata e vita. Però, questa domenica è dedicata in modo tutto particolare alla contemplazione di questo grande mistero, per darci un’occasione speciale di lasciarci afferrare dall’amore infinito di Dio per noi; amore rivelato dal Padre in Cristo Gesù, nel cui nome ci è stato donato lo Spirito Santificatore.

Nella prima lettura della Liturgia Eucaristica di oggi presa dal libro del Deuteronomio, Dio si fa conoscere attraverso Mosè e i profeti, e fa conoscere anche il suo rapporto privilegiato con il suo popolo. In questa lettura c’è anche un invito che possiamo considerare rivolto a ciascuno e a ciascuna di noi: “Sappi dunque oggi e medita bene nel tuo cuore che il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro. Osserva dunque le sue leggi e i suoi comandi che oggi ti do, perché sia felice tu e i tuoi figli dopo di te”.

Nella seconda lettura presa dalla lettera di san Paolo ai Romani, Dio si fa conoscere in maniera più affascinante perché ci viene detto che possiamo rivolgerci a Lui come a nostro ‘Abbà’ (Papà). Il motivo è questo: siamo suoi figli in Cristo Gesù e nello Spirito, e siamo eredi delle sue promesse. Perché tutto questo possa essere accolto da noi, San Paolo presenta due condizioni: l’essere guidati dallo Spirito Santo, e il prendere parte alle sofferenze di Cristo che ci renderà partecipi della sua gloria. Vedete, i doni di Dio che sono sempre belli, buoni, gratuiti e al di là di ogni aspettativa e valutazione umana, vanno sempre considerati assieme alla nostra responsabilità, alla presenza di Dio. Infatti, Egli non ci getta dietro i suoi doni, ma ce li offre con generosità, aspettandosi la loro accoglienza da parte nostra, con gratitudine fatta di riconoscenza che porta all’impegno.

Nel passo evangelico, abbiamo Gesù che chiede ai suoi discepoli di condividere i doni da Lui offerti, proprio con tutti. Così, per bocca di Gesù stesso, abbiamo la proclamazione della natura missionaria del discepolato e quindi della Chiesa: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo”. Che realtà stupenda! La Chiesa, dice Gesù, è chiamata a vivere la sua missionarietà in Sua compagnia. E siccome l’azione di una persona della Trinità è azione della Trinità stessa, la missionarietà viene vissuta in compagnia di tutte e tre le Persone: Padre e Figlio e Spirito Santo. Ecco allora che siamo avvolti in un mistero di pienezza di vita di cui senz’altro dovremmo diventare più consapevoli per godere del suo influsso benevolo su di noi. Purtroppo, il fatto è che spesso viviamo da persone spiritualmente povere. Infatti, ignoriamo questo grande mistero che cominciò a inondarci nell’intimo e ad avvolgerci nella sua splendida luce, grazie al Sacramento del Battesimo celebrato e da noi ricevuto nel nome della Santissima Trinità.

Qualche suggerimento salutare e fraterno da accogliere con fede e semplicità! Impariamo da una mistica carmelitana, Santa Elisabetta della Trinità, autrice di una orazione intitolata, ‘Elevazione alla Santissima Trinità’. Di essa, cito alcuni tratti: “O mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi completamente, per fissarmi in Te, immobile e tranquilla, come se la mia anima fosse già nell’eternità. Nulla possa turbare la mia pace né farmi uscire da Te. (…) Pacifica la mia anima, rendila tuo cielo, tua dimora prediletta, luogo del tuo riposo. (…) O mio Cristo amato, crocifisso per amore, (…) vorrei coprirti di gloria, vorrei amarti fino a morirne. (…) O fuoco consumante, Spirito d’amore, ‘discendi in me’ affinché si faccia nella mia anima come una incarnazione del Verbo e io gli sia una umanità aggiunta nella quale Egli rinnovi il suo Mistero”.

Che realtà grandi per la nostra piccolezza, che la Santissima Trinità si compiace di presentare a noi, suoi figli e sue figlie, nella Parola che ci è stata offerta oggi, e attraverso questa grande mistica che aveva una sensibilità spiccatamente femminile.

Chiediamo la grazia di capire e di vivere queste realtà che sono state presentate, nel contesto della luce che esse emanano!

 

                                                                                              Giovanni Taneburgo

                                                                                          Missionario Comboniano