Padre Giovanni Taneburgo
MISERICORDIOSI CON GLI ALTRI PERCHE’ DIO E’ MISERICORDIOSO CON NOI
La Sacra Scrittura ci presenta la Misericordia di Dio come un dono splendido e senza limiti, e vuol farci capire con insistenza che siamo chiamati a imitare Dio perdonando anche noi, perdonando proprio tutti con generosità e apertura di mente e di cuore. E’ importante ricordare che la Misericordia del Padre si è fatta carne in Cristo, qualifica i Suoi seguaci, e deve essere da noi praticata “non fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette”, cioè sempre e senza misura. Inoltre, per essere generatrice di vita, di speranza e di libertà, la misericordia deve venire dal cuore. Certo, dal cuore! Perché? “La risposta è semplice e alta: perché così fa Dio”. (Ermes Ronchi) Ciò che ho appena detto, vale per me, vale per voi che mi ascoltate, e naturalmente vale per tutta la Chiesa che non è una comunità di perfetti, ma una comunità voluta da Dio e fatta di persone perdonate gratuitamente a chiamate a perdonare.
Naturalmente, con un grande senso di realismo e di umiltà, dobbiamo ammettere che spesso non chiediamo a Dio di perdonarci e non ci apriamo al perdono che Lui ci offre con generosità, addirittura, tante volte, prima che noi invochiamo il Suo intervento di Misericordia. Però, chiediamoci: facciamo sì che la Sua generosità ci rigeneri, allargando il nostro spirito all’espressione della gratitudine e al perdono vicendevole? Non dimentichiamo mai che l’essere perdonati ci fa entrare in un circolo nuovo di relazioni; quelle relazioni ignorate dal servo della parabola evangelica presentataci oggi da Gesù. Egli non fu capace di condonare il piccolissimo debito di un suo compagno dopo aver ricevuto il condono di un grandissimo debito da parte del padrone. E notate che questo atto di malvagità fu fatto da quel servo subito dopo che il padrone lo aveva beneficato immensamente. Subito dopo! Poteva egli aver dimenticato il bene ricevuto? Il grande problema era la sua chiusura nel suo piccolo mondo fatto di egoismo e di malvagità.
Qual’ è per noi la condizione necessaria per sentire il bisogno del perdonare gli altri? E’ la consapevolezza della gratuità dell’amore e del perdono da noi ricevuti in modo tutto speciale da Dio. Consapevolezza che il servo malvagio non aveva. Ecco il motivo dell’intervento del padrone: “Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?” Ricordiamo la preghiera insegnata da Gesù che ci è stata data nel Battesimo: Il Padre Nostro. Questa preghiera, modello di ogni preghiera, ha una richiesta su cui meditare molto: “Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori”. Perdonati da Dio, siamo chiamati a perdonare coloro che si comportano male con noi. Se noi non perdoniamo, chiudiamo i nostri cuori, e sebbene Dio rimane sempre pronto a perdonare, noi, con i cuori bloccati, non possiamo accogliere il Suo perdono. Questo è il senso dell’affermazione di Gesù: “Se voi perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe” (Matteo, 6,14-15). Quindi, non è Dio che rifiuta di perdonare; siamo noi che non Gli permettiamo di perdonarci.
Un ultimo pensiero: Il perdonare di cuor i nostri fratelli e le nostre sorelle che non abbiamo in simpatia, non è un’azione che possiamo compiere con le nostre sole forze. Abbiamo bisogno dell’energia dello Spirito, e quando la chiediamo nella preghiera con umiltà e fiducia, Dio ce la dona in abbondanza.
Per intercessione della Madonna, chiediamo la grazia di avere sempre la forza di perdonare e di proclamare che l’amore è sempre molto più forte di qualsiasi offesa e di qualsiasi male che possono colpirci. Così capiremo la tenerezza di Dio, gusteremo la gioia della Sua benevolenza e manifesteremo l’una e l’altra nel perdono fraterno.
Giovanni Taneburgo
Missionario Comboniano