Padre Giovanni Taneburgo
MIMISSIONE: TESTIMONIARE CRISTO LUCE DEL MONDO
Il tema di questa domenica è Cristo Gesù luce del mondo. Per la nostra riflessione, soffermiamoci innanzi tutto sulla seconda lettura della Liturgia Eucaristica odierna. Presa dalla lettera di San Paolo apostolo agli Efesini, essa presenta delle affermazioni e degli inviti che dovrebbero scuoterci nell’intimo; inoltre dovrebbero farci sentire il bisogno di pregare facendo nostra la colletta della Messa: “O Padre della luce, che conosci le profondità dei cuori, apri i nostri occhi con la grazia del tuo Spirito, perché vediamo colui che hai mandato a illuminare il mondo e perché in lui crediamo”.
Qual è il motivo di questa preghiera? Vedete, nel nostro Battesimo, la fede ci fu data da Dio come dono privilegiato del suo amore misericordioso; la fede che rende capace ogni persona che l’accoglie, di vedere la luce portata da Cristo Gesù; la fede che ci fa capire il vero senso della vita e del mondo; la fede che ci rivela il Padre e ci dona lo Spirito; la fede che ci dà la risposta agli interrogativi formulati così da un autore del secondo secolo, Teodoro: “Chi siamo? Da dove veniamo? Dove andiamo?” In poche parole possiamo dire che la fede ci fa celebrare la vita. Ad ogni modo, c’è un grande però! Nel Battesimo, la fede ci fu data come un seme, e con esso ci fu data anche la chiamata a farlo crescere in collaborazione tra Dio e noi. Una domanda pesante: Abbiamo noi fatto crescere quel seme? Che uso abbiamo fatto e facciamo della luce ricevuta in dono? P. Raniero Cantalamessa fa altre domande pensando al nostro vivere nella Chiesa e nella società: “Gli altri che ci stanno vicino e che ci guardano e ci ascoltano, possono accorgersi che siamo persone di fede che giudicano gli eventi del mondo con le certezze che ci vengono dal Vangelo? Camminiamo davvero come ‘figli della luce’ (Ef 5,8), cioè da persone oneste e schiette?”
Con umiltà e sincerità dobbiamo dire che in tante occasioni non ci comportiamo da figli e figlie della luce perché ci lasciamo dominare dalla nostra umanità non ancora evangelizzata. Lascio alle persone che mi ascoltano o che leggono questo testo esaminare la propria vita per vedere le incoerenze delle proprie zone d’ombra che portano a un modo di agire non evangelico. Qui faccio menzione di alcuni mali che forse sono più comuni di quanto possiamo pensare: discordie, inimicizie, gelosie, invidie, l’essere più preoccupati delle apparenze che della sostanza.
Abbiamo bisogno di conversione continua. Ascoltiamo ciò che San Paolo dice nella seconda lettura di oggi presa dalla lettera agli Efesini: “Comportatevi come figli della luce; ora il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate di capire ciò che è gradito al Signore. Non partecipate alle opere delle tenebre, che non danno frutto, ma piuttosto condannatele apertamente”.
Ecco allora che termino con un invito che rivolgo a me stesso e a tutti e tutte voi che mi state seguendo: cerchiamo di evitare sempre la cocciutaggine senza misura dei farisei che rifiutarono di accogliere Gesù proclamato Profeta e Signore dal cieco guarito; imitiamo quest’uomo nella sua espressione di fede e preghiamo: ‘Signore, nel nostro intimo ci prostriamo dinanzi a te, e con forza diciamo che in te crediamo’.
P. Giovanni Taneburgo
Missionario Comboniano